A.P.
Erano insieme nel Partito radicale, Rutelli ne è stato perfino segretario per molti anni, fino a quando negli anni ‘90 se ne è staccato fino a divenire segretario de La Margjherita. Ora è un autorevole esponente del PD.
Emma Bonino, ora vicepresidente del Senato, è rimasta radicale.
Chi dei due ha avuto una migliore evoluzione? Prendiamo a metro di giudizio la questione dei respingimenti dei migranti.
La Bonino interroga il governo sui tanto invocati obblighi internazionali.
Quali sono «i trattati o le convenzioni internazionali, gli accordi multi o bilaterali» o almeno «gli atti giuridici» che hanno autorizzato il governo a «non attuare il principio di non respingimento, universalmente ritenuto inderogabile, sia perché parte integrante della convenzione di Ginevra sui rifugiati dei 1951 sia perché considerato parte integrante dei diritto comunitario»?
La critica verte sugli eventuali rifugiati presenti fra i migranti rimandati a Tripoli. Perché è chiaro che l’accertamento delle identità dei richiedenti asilo non può essere svolto in mezzo al mare, né, spiega Bonino, è derogabile alle autorità tripoline visto che «la Libia non ha mai sottoscritto la convenzione di Ginevra sui rifugiati e ben può considerarsi stato nel quale non si è protetti dalle persecuzioni». In più, fatto il danno, e cioè rimandati indietro i migranti (in violazione degli articoli 10 e 19 del testo unico sull’immigrazione che in nessun caso consente il respingimento verso uno stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione), l’esponente radicale chiede se comunque le autorità italiane abbiano condotto gli accertamenti e siano in grado di «fornire informazioni certe circa la sorte di tutte le persone respinte».
Sentite invece Rutelli: «Respingere senza ipocrisie l’immigrazione clandestina». Lo dichiara a “Il Mattino”. Invita su questo il Pd a un vero riformismo. «Gli immigrati che sbarcano a Lampedusa li vediamo in tv, dimenticando che sono una quota minina di quelli che entrano in Italia - continua Rutelli - Certo, testimoniano l’inadeguatezza delle politiche del governo, che non mantiene gli impegni presi e tenta di nascondere gli insuccessi con dibattiti folli, tipo proposta di apartheid sui trasporti milanesi». «In Italia vivono milioni di stranieri, indispensabili per prestazioni lavorative e sociali. I richiedenti asilo vanno accolti, secondo regole precise - aggiunge Rutelli -. I clandestini vanno respinti con fermezza. È un grave limite del nostro dibattito: destre irresponsabili che guadagnano voti con slogan razzisti; alcune sinistre che li perdono con slogan idioti tipo “siamo tutti clandestini”».
Siete indecisi su chi dei due ha avuto la migliore evoluzione?
Vi offriamo una pietra di paragone: la dichiarazione del commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg. Il respingimento degli immigrati clandestini verso la Libia - ha dichiarato - «è un’iniziativa molto triste», che «mina la possibilità per ogni essere umano di fuggire da repressione e violenza, ricorrendo al diritto d’asilo». «L’iniziativa italiana mina totalmente il diritto di ogni essere umano di ottenere asilo», afferma ancora Hammarberg, aggiungendo: «Spero che l’Italia non vada avanti con questa politica. Ci auguriamo che l’Italia e il ministro Maroni non portino avanti la politica dei respingimenti». Insomma, quella trovata dal governo italiano per rispondere all’emergenza sbarchi «non è una buona soluzione», ha sottolineato Hammarberg dicendosi «totalmente in linea con le posizioni espresse dal Vaticano. Queste persone devono avere una chance per ottenere asilo. Ora in Italia tutto questo diventa impossibile».
Ed allora mwglio Bonino o Rutelli?
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