Una crisi di governo usata sconciamente come palcoscenico

3 Febbraio 2021
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Rosamaria Maggio

 

 Ad appena 365 giorni dalla elezione del prossimo Presidente della Repubblica, assistiamo a tentativi destabilizzanti veramente preoccupanti.
Un partitino costituitosi dopo le elezioni, con i voti che i cittadini avevano dato ai candidati del Partito Democratico, dato dai sondaggi a meno del 3%, quindi a rischio di scomparsa alla prossima tornata elettorale, se si manterrà questa legge elettorale, tiene in ostaggio la maggioranza assoluta della Camera dei Deputati e quella relativa del Senato, nonché’ il Presidente del Consiglio dimissionario che da quella maggioranza è stato espresso.
Vorrei evidenziare alcuni sintomi preoccupanti di manomissione della nostra carta fondamentale, tanto più che provengono da una parte sedicente democratica.
E’ quasi più tranquillizzante e coerente, quando certi tentativi provengono dalla destra. E’ più facile difendersi ed opporsi.
Quando questi tentativi provengono da una parte politica a te vicina, pur nelle diversità, è inquietante.
E’ come quando leggevi l’Unita è o iI Secolo d’Italia. Trovavi ciò che ti aspettavi.
E’ peggio ed è molto pericoloso quando ad esempio, il quotidiano in questione, si definisce indipendente.
Il pericolo è più grande quando tentativi destabilizzanti provengono da quella parte a te vicina. Perché’ non te lo aspetti e vieni preso alla sprovvista.
Mi sembra quindi importante sottolineare quanto è avvenuto in questi giorni.
A fine consultazione col Presidente della Repubblica, ciascun leader di gruppo o di varie forse politiche, si presenta alla stampa per fare le comunicazioni. E’ una prassi istituzionale da sempre, in cui le forze politiche comunicano al Paese quale è stata la loro posizione davanti alla massima autorità, Il Presidente della Repubblica.
Mai credo, nella storia repubblicana, un leader, ha utilizzato quel palco per fare una conferenza stampa.
Non voglio immaginare come sarà trasecolato il Presidente. Da un lato la difficoltà di riprendere il leader in questione con una dichiarazione e dall’altra la decisione poi assunta di adottare il più istituzionale silenzio.
Ma non basta, il Presidente ha dovuto smentire anche le fakes diffuse da grandi quotidiani circa un contatto con Draghi per un possibile incarico. Chissà perché’ penso che Draghi non si metterà a disposizione di una qualsiasi maggioranza in questo momento ed in questa fine legislatura.
Ma non basta. Il leader che ha aperto la crisi, pur essendo forza di minoranza, tra una consultazione e l’altra, vola in Arabia Saudita per un meeting a pagamento. Ed ha il coraggio, lui Senatore della Repubblica, di trovare normale ciò, perché altri Capi di Stato e di Governo fanno la stessa cosa. Da Obama a Cameron ecc, dimenticando di dire che questi signori non hanno più ruoli istituzionali come lui, che fa parte pure della Commissione esteri e si permette di definire la realtà dell’Arabia Saudita come un nuovo Rinascimento, alla quale invidia il costo del lavoro!
Dichiarazioni gravi ed imbarazzanti.
D’altra parte il Senato, a differenza della Camera, non ha disciplinato la fattispecie.
E’ di queste ultime ore infine il teatrino del Si a Conte da parte di tutte le forze di maggioranza, eccetto che per il partitino, ago della bilancia, che pone veti al Presidente del Consiglio uscente, al Ministro di Grazia e Giustizia, a quello dell’Economia ed infine anche al Sottosegretario ai servizi segreti appena delegato, l’Ambasciatore Benassi, quello che ha seguito con Conte il dossier sul Recovery Fund.
Quindi, questo signore, vuole decidere il programma di Governo, i Ministri prima della nomina del Presidente del Consiglio, decidere il nome del prossimo Presidente del Consiglio, prescindendo dal Presidente della Repubblica, che viene considerato un esecutore di decisioni prese altrove.
Fa degli artt. 92 e ss della Costituzione carta straccia.
In molti gli danno sponda, anche fra i grandi giornalisti nostrani, come domenica su una nota trasmissione del pomeriggio, dove l’altrettanta nota giornalista esordisce sostenendo che l’avv. Conte d’altra parte non è mai stato votato. Cosa assolutamente in linea con la nostra Costituzione, circostanza assolutamente accaduta sia nella prima che nella seconda Repubblica ed anzi è semmai la personalizzazione della politica che ci ha portato verso un Presidenzialismo strisciante, non previsto nella nostra carta. La conclusione è quindi che o la giornalista in questione non conosce la Costituzione ne’ la storia istituzionale del paese, oppure cosa più grave, anche lei porta avanti una operazione destabilizzante assieme alle maggiori testate della carta stampata nazionale.
Sappiamo peraltro quali siano i principi democratici del Senatore amico di Riad, dal Referendum del 2016, perso clamorosamente.
Oggi il paese è stanco, non ha più fiducia nella politica, lo strappo tra paese e politica si sta consumando.
Il ricorso alle urne sarebbe la scelta più adeguata in condizioni di normalità.
Ma questa mente diabolica sa di avere il coltello dalla parte del manico.
Solo una piena consapevolezza della società’ civile, può porre fine a questo sconcio.

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