Solinas si rivolge al Tar, non fa solo propaganda: uno spiraglio c’è

1 Febbraio 2021
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Amsicora

 

 In bidda li chiamavano  scherzosamente “molentis” i ragazzi poco applicati negli studi, o anche “croccoiga“, zucca vuota, “scroccoigau” significava bocciato. Ora, sarà un fine politico, ma certo come studente il capo dell’esecutivo sardo (e, ahinoi! anche quello dell’opposizione!) era svogliato, poco applicato. Meno male che ha un ufficio legale di valore, fosse per lui rimarrebbe in arancione per sempre!
Il nostro tanto è enfatico quanto vuoto: - “Difendiamo i legittimi interessi e i diritti della Sardegna contro un provvedimento immotivato, che danneggia gravemente il nostro tessuto economico e produttivo affliggendo la Sardegna con un nuovo insopportabile atto di prevaricazione.” Il Presidente della Regione accompagna con un duro commento politico il deposito del ricorso al Tar Sardegna, contro il provvedimento con il quale oggi il Ministro della Salute ha confermato la qualificazione della Sardegna come “zona arancione”. “Dietro questi colori, ricorda il Presidente, ci sono persone, attività economiche e produttive. Oggi tutti gli indicatori consentono di mantenere la Sardegna in zona gialla, permettendo al nostro sistema economico e produttivo, già duramente provato dal perdurare della pandemia, di continuare il proprio lavoro. Tuteliamo dunque le ragioni e i diritti della Sardegna“.
Cosa afferma Solinas? Dice che l’ordinanza del ministro appare immotivata. Ma lo sa cosa vuol dire motivazione? E’ la spiegazione del provvedimento alla luce delle risultanze dell’istruttoria. Ora, se - come pare - i dati trasmessi dalla Regione sono giunti tardivamente al Ministero, che può fare il governo se li immagina? O, peggio, se li inventa? Dice il nostro: “sono stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l’indicatore RT non è mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione“. Ma se al governo questo non risultava e non constava la mancanza di sovraccarico dei servizi assistenziali, che cosa si può censurare dell’azione dell’esecutivo nazionale? Il prima e il poi nella vita è spesso decisivo e lo è anche nel diritto amministrativo. Se l’ultimo rapporto Gimbe, pubblicato dopo l’ordinanza governativa, conferma una situazione pienamente sotto controllo e in continuo miglioramento, come può incidere su una decisione presa prima. Semmai può valere, e fa ben sperare, per il domani. Se Solinas fosse stato un normale studente di giurisprudenza, avrebbe saputo che si impugnano i provvedimenti “fatti“, non quelli da fare. E il provvedimento è “fatto”, costruito sulla base dei dati esistenti prima e immessi nell’istruttoria prima. Se la Regione non lo ha fatto con chi deve prendersela? Con se stessa, amici miei, con se stessa e basta.
Si può chiedere anche all’amministrazione di provvedere e ricorrere al Tar se non lo fa, se rimane inerte. Ma questa azione non riguarda il provvedimento adottato, ha ad oggetto l’obbligo dell’autorità di assumere un atto, sulla base dei dati esistenti, e questa non lo fa.
Il Ministro della Salute avrebbe potuto concretamente esprimersi diversamente? Sulla base dei dati offerti dalla Regione e presi in considerazione pare di no. Ma la Regione solleva un’altra questione più interessante: dice di avere chiesto, con spirito di leale collaborazione, la modifica del provvedimento, in ragione dei presupposti sopravvenuti. E così invoca l’art. 2, comma 3, del D.P.C.M. 14.1.2021, che attribuisce al Ministro della Salute il compito di aggiornare l’ordinanza adottata, a seguito di verifica settimanale del permanere dei presupposti che ne hanno giustificato l’adozione. Il Ministro - lamenta Solinas - non ha ritenuto di provvedere in tal senso e,  dopo ore di discussione con gli organi tecnici, ha deciso di tenere la Sardegna in zona arancione. La censura di Solinas non è, dunque, centrata sul provvedimento del 22 gennaio, ma su quello del 29, che omette di reinserire la Sardegna in zona gialla. Qui le possibilità di successo sono buone e lo lascia intendere anche il decreto  del Presidente del Tar quando chiede all’avvocatura dello Stato di depositare i dati in base ai quali il 29 non ha modificato la inclusione in fascia arancione dell’Isola. Il Presidente del Tar chiede i dati e chiede anche delucidazioni sull’applicazione automatica o discrezionale dei parametri. Sembra di capire che, se la prospettazione della Regione risulta confermata da questi dati, il Tar sia propenso ad accogliere il ricorso. Speriamo sia così. Per ora siamo nel campo delle ipotesi. Si potrà dire di più quando si conoscerà la relazione richiesta dal presidente del Tar all’avvocatura dello Stato. Certo vedere la Lombardia in giallo e la Sardegna arancione sembra un non senso, una bizzarria.

2 commenti

  • 1 Giorgio
    1 Febbraio 2021 - 07:52

    Il Tar potrebbe anche accogliere il ricorso della Regione e questo permetterebbe alla Sardegna di rientrare in zona gialla qualche giorno prima della data prevista. Resta tuttavia il danno causato agli operatori economici e a tutti i sardi da chi, in Regione, doveva comunicare tempestivamente i dati al Ministero e non lo ha fatto. Un modus operandi caratterizzato, ad esser buoni, da assoluta superficialità e leggerezza. Speriamo almeno che questa esperienza serva ad evitare situazioni analoghe in futuro.

  • 2 Aladinpensiero
    1 Febbraio 2021 - 09:03

    Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=118211

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