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Ricordate come Bush e prima ancora Reagan irridevano l’Onu e le organizzazioni internazionali sui diritti umani e sulle relazioni multilaterali? Le hanno apertamente boicottate e sappiamo com’è andata a finire. Ora ecco una nuova svolta dell’America di Barack Obama. Gli Stati Uniti sono stati eletti ieri nel Consiglio per i diritti umani, un organismo dell’Onu con sede a Ginevra. Hanno votato a favore dell’ingresso di Washington 167 paesi su 192 membri dell’Assemblea generale. Gli Stati Uniti continuano a mantenere riserve nei confronti del Consiglio, ma da oggi si impegnano a “lavorare dall’interno del Consiglio con una vasta sezione dei suoi membri per rafforzarlo e riformarlo”, ha detto l’ambasciatrice all’Onu, Susan Rice.
Fanno parte del Consiglio per i diritti umani 47 paesi. Gli Stati Uniti sono una delle 18 nazioni elette oggi assieme a Cina, Cuba e Arabia Saudita, tre paesi nel mirino degli attivisti per i diritti umani.
La svolta americana era stata annunciata dal segretario di Stato, Hillary Clinton, all’inizio di aprile come segno di una “nuova era di impegno” con altre nazioni “per far progredire gli interessi degli Stati Uniti” nel mondo. “I diritti umani sono un elemento essenziale nella nostra politica estera”, aveva detto la Clinton: “Ci impegneremo con altri paesi per migliorare il sistema dei diritti umani e far avanzare la visione della Dichiarazione Onu sui Diritti dell’Uomo”. La decisione era stata duramente criticata dai conservatori: “E’ come salire sul Titanic dopo che ha urtato l’iceberg”, aveva commentato John Bolton, nel 2005 e 2006 ambasciatore all’Onu di Bush. Critiche erano arrivate anche da associazioni ebraiche, come l’AntiDefamation League e il centro Simon Wiesenthal, secondo cui l’unico paese che finora si è attirato le bacchettate ripetute del Consiglio è stato Israele: altre nazioni, dalla Cina al Sudan, l’hanno fatta franca. Gli Stati Uniti occuperanno il seggio con mandato triennale. Nel Consiglio dei Diritti Umani non esiste il diritto di veto come è prerogativa Usa (assieme agli altri membri permanenti, Francia, Gran Bretagna, Russia e Cina) in Consiglio di Sicurezza.
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