Gianna Lai
Nuova puntata domenicale della storia di Carbonia, dal 1° settembre 2019.
Ora sente forte il movimento che le cose possono finalmente cambiare anche a Carbonia, ‘un fervore di vita animava le città, come dice Paolo Spriano in Le passioni di un decennio, 1946-1956, le ferrovie erano risorte, la gente si muoveva, lavorava, si commerciava, si voleva ricostruire. L’introduzione della scala mobile, il blocco dei licenziamenti, il largo uso delle libertà di opinione e di organizzazione connotava una pressione popolare vigile, impaziente, intensa’. Dagli interventi in città di Emilio Lussu per la salvezza delle miniere, alla presenza frequente dei dirigenti nazionali solidali ed attenti ai problemi della città, confortava anche i minatori di Carbonia quel blocco dei licenziamenti, definito da sindacati e governo, nel contesto di nuove possibili forme di controllo operaio dentro i cantieri. Come i Consigli di gestione, sostenuti dal sindacato e dalle sinistre, già affermatisi nelle grandi fabbriche del Nord. In quel Nord in cui, ‘nei venti mesi della lotta partigiana il conflitto aveva alimentato una ‘irripetibile esperienza di ‘democrazia diretta’ vissuta, prima ancora che nel cielo della politica e degli assetti istituzionali, direttamente nel cuore e nelle coscienze degli uomini’, come dice Carlo Levi nella citazione di Giovanni De Luna su ‘La Repubblica inquieta’. Per proseguire poi, l’autore stesso, ‘in questo senso davvero la Resistenza si propose come la negazione di quei caratteri di passività e rassegnazione che sembravano pesare come una sorta di tara genetica sulla nostra identità collettiva, introducendo nel vivo i germi di un vitalistico slancio ricostruttivo, di una irrefrenabile voglia di vivere’. La rappresentazione di attese e speranze quasi a portata di mano per tutti, i governi antifascisti a Roma, che si battono per la pace e per la democrazia, il vento del Nord, il vento della Resistenza, che produce il governo Parri, ‘epurazione più incisiva e permanenza dei prefetti e dei questori politici nominati dai Cln’. Pur risentendo ancora la politica di una vera e propria ’sovranità limitata’, se fino al ‘28 dicembre 1945, il governo militare alleato avrebbe goduto di pieni poteri su tutta l’Italia del Nord’. Cui si aggiungeva ‘la sorda ostilità dell’apparato burocratico-amministartivo dello Stato’ nei confronti del cambiamento. Ma intanto gli alleati venivano ancora visti all’insegna di uno ’straordinario dinamismo, di un eccezionale fervore di progetti e di sogni; le delusioni verranno dopo, conclude l’autore, e la guerra fredda contribuirà a ridimensionare l’idillio’. Carbonia vive allo stesso modo questo momento di grande speranza, pur nella misera condizione dei gravi razionamenti e nella lunga dipendenza dal mercato nero, un quadro nazionale a cui riferisi in ogni momento, per emanciparsi dal fascismo e prepararsi alla democrazia. E ci sono i ministri appartenenti alla sinistra ‘a presidiare’ dicasteri importanti durante il governo Parri e i primi governi De Gasperi quando, come dice ancora Giovanni De Luna, ‘legittimati dal referendum e dalla partecipazione popolare alle elezioni politiche, i partiti italiani nascevano, assumendo immediatamente un rilievo costituzionale: una realtà inimmaginabile solo pochi anni prima e che segnava quanto vasto fosse stato il terremoto che aveva investito il sistema politico italiano’. Essendo stato il loro ‘vero banco di prova’, la direzione ‘politico-militare della Resistenza armata contro i tedeschi e i fascisti’.
Perché i partiti, ‘nel passaggio dal fascismo all’Italia repubblicana, si imponevano come l’unica, vera rottura istituzionale’, sì da far assumere alla partecipazione politica ‘dimensioni qualitative e quantitive mai registratesi in precedenza’. Così per lo stesso Spriano, mentre allarga lo sguardo alle componenti della sinistra, ‘una guerra di liberazione che segna il momento in cui i comunisti assumono finalmente il rilievo di protagonisti nella storia d’Italia’, incidendo fortemente nella vita del paese’. Dalla svolta di Salerno dell’aprile 44, ‘volontà ed attese per il dopoliberazione’, a partire dalla questione ‘della democrazia progressiva, formula che racchiude l’indicazione strategica del movimento comunista nella guerra di liberazione’: così comincia ‘la penetrazione del partito nella società nazionale’ . E poi il rinnovo del Patto di unità d’azione PCI-PSI, ‘nelle elezioni per l’Assemblea costituente i partiti di sinistra ottengono la maggioranza nelle grandi città del Nord e nelle regioni del Centro’ e il dialogo tra sinistre e cattolici, certo ‘tutte formule squisitamente politiche’, come dice ancora De Luna, ‘fondate su un intesa di vertice’. Ma importanti in vista e durante la scrittura di una ‘Costituzione materiale che attribuiva ai partiti un ruolo necessario e pressoché esclusivo di tramite fra il binomio Stato-governo da un lato e società civile dall’altro.
1 commento
1 Aladinpensiero
10 Gennaio 2021 - 09:42
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=117453
Lascia un commento