2020: annus horribilis…eppure

31 Dicembre 2020
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Andrea Pubusa

Che il 2020 sia stato un annus horribilis non richiede dimostrazione. Lo è e basta, per tanti buoni motivi e sembra trascinarsi dietro anche il 2021, almeno, si spera, solo nella prima parte. Eppure, a ben vedere, ci ha mostrato anche un volto mirabilis. Gli accadimenti anche quelli più tragici fanno emergere risorse nascoste, positività espresse ma non apprezzate nel giusto modo, veri e propri atti d’impegno e generosità.
Senza cadere nella retorica, la struttura sanitaria nazionale ha messo in luce, nella lotta al virus, una carica di operosità, di disciplina protesa alla cura e alla solidarietà, che, nella dimensione e diffusione vista, non era sospettabile. Chi ha avuto l’avventura di frequentare nosocomi sa che li dentro c’è gente che si dedica anima e corpo ai pazienti e lo fa con una umanità che travalica la pura professionalità. Ecco la pandemia ha avuto il “pregio” di mostrare questa ricchezza tutta d’un colpo e tutta insieme. E’ venuta alla luce del sole una massa enorme di uomini e donne su cui il paese può contare. Stiamo oggi a parlare dei sanitari no vax o obiettori, ma se non fossero i media a pompare la notizia non ci accorgeremmo di loro, tanto sono marginali e irrilevanti da tutti i punti di vista.
Di fronte a eventi epocali si è confermata la bassa levatura del ceto politico, che è lontano anni luce da chi si batte in silenzio sul fronte, e semmai, coi suoi Salvini e Renzi, assomiglia di più a quelle frange, piuttosto ampie, di persone che scambiano un drink alla solita ora o lo shopping con una libertà fondamentale, da posporre alla salute individuale e collettiva, questo sì diritto fondamentale.
Il 2020 ci dice, dunque, che non tutto è perduto, che esistono estese masse di uomini e donne di buona volontà, ancorché in assenza di organizzazioni e personalità capaci di ordinarle e incanalarle a finalità generali. Francesco è rimasto solo a compiere questo tentativo, ma la sua battaglia contro il vitello d’oro, i falsi idoli del consumismo, dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, della diseguaglianza mostra quanto ampio sia il fronte contrario anche fra coloro che pretendono d’essere parte del popolo di Dio. Per chi ha vissuto le grandi idealità del ‘900, la situazione attuale è di pura resistenza in attesa di tempi migliori. Il piccolo gruppo, se si sente parte di una rete più grande, diviene essenziale. Da questo punto di vista il 2020 per chi a Cagliari ha fatto la battaglia in difesa della Costituzione nel 2016 e poi ha dato vita al CoStat - Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria - l’anno che ci lasciamo alle spalle presenta qualche luce. Quel Comitato informale ha concepito un’associazione ed ha formato una Scuola di cultura politica, intitolandola a Francesco Cocco, nobile figura del movimento democratico cagliaritano. Ed abbiamo anche raggiunto un obiettivo insperato: l’acquisto e la realizzazione di una sede per l’attività. Un riferimento fisico per le energie democratiche indipendenti e libere della nostra città. Non è poco, anzi è molto.
La pandemia ci ha impedito di inaugurare la sede e di avviare l’attività, ma tutto è pronto e scalpitiamo per la voglia d’iniziare, covid sconfitto. Non siamo rimasti tuttavia inerti. In autunno abbiamo tenuto una serie di webinar di grande interesse, con una partecipazione straordinaria e altre iniziative abbiamo in serbo per la prima parte dell’anno prossimo. Non è la rivoluzione e neanche la rigenerazione del paese, ma è una tessera di quel grande mosaico formato dal mondo del volontariato che arricchisce la vita di molti e tiene viva la speranza. Insomma, dopo un attimo di smarrimento, ci siamo messi anche noi in cammino e intendiamo andare avanti. Lasciamo il 2020 con un buon bilancio e affrontiamo il 2021 con ottimismo. Rimaniamo vicini!

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