Gianna Lai
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Di domenica un post sulla storia di Carbonia, dal 1° settembre 2019
E si sviluppa, durante quella campagna elettorale della primavera del 1946, anche il discorso sulla Consulta regionale, che deve essere “organo elettivo, espressione della volontà del popolo sardo”, in un clima di autonomia e nel contesto di “una saldatura democratica tra Nord e Sud”. Per i comunisti, verso la “creazione di uno Stato democratico progressivo”, la nuova formula riportata dallo storico Paolo Spriano nell’ultimo volume della sua Storia del Partito Comunista Italiano.
A Cagliari il primo comizio di Renzo Laconi, il 3 marzo, per presentare la lista socialcomunista attraverso le parole d’ordine “democrazia e autonomia”: elevare il livello di vita materiale e culturale delle classi più povere, la ricostruzione come processo di crescita e di sviluppo dell’intero paese. E poi il suo intervento su Antonio Gramsci, il 28 aprile 1946, al teatro Eden, per il 9° anniversario della morte: i temi della “Quistione meridionale” e della rivoluzione nazionale, che pongono al centro la classe operaia alleata dei contadini, il Mezzogiorno e la Sardegna e la questione sarda. Ricordando che “Gramsci aveva conferito a quel problema una valenza nazionale e lo aveva assunto a termine tipico di paragone in rappresentanza di tutto il Mezzogiorno”. E poi l’autonomismo come antifascismo, e “la lotta nazionale, nell’unità del paese, per la conquista della vera democrazia”. E la classe operaia alla guida del popolo sardo, protagonista della ricostruzione, al passo con la classe operaia del Settentrione, nell’Italia liberata dal fascismo. Questione meridionale e questione sarda, unità fra classe operaia e masse contadine, teoria gramsciana e azione, per lo sviluppo del nuovo partito di massa su tutto il territorio regionale.
Ancora in piazza Jenne, il 29 maggio, Laconi interviene sulla Costituente, le elezioni come misura dell’esperienza di un popolo, dopo guerre e dittatura imposte dalle classi dirigenti e da un’economia che si afferma tra capitalismo e Stato autoritario. Cui rispondere con la forza della Resistenza partigiana, per l’affermazione dei diritti e per lo sviluppo democratico . I contenuti del programma comunista, a richiamare le parole di Palmiro Togliatti, secondo cui vero protagonista di quelle elezioni è il movimento operaio: ‘Chi ha conquistato all’Italia la Repubblica, facendo compiere a tutto il popolo italiano un decisivo passo in avanti sulla via del progresso politico? L’ha conquistata la classe operaia, insieme coi gruppi sociali ad essa affini e alleati delle campagne, e con l’apporto di alcuni gruppi progressivi non proletari delle città’.
E fiduciose si mantengono le popolazioni in tutta l’isola, “masse sterminate e tranquille riunite nelle piazze ad ascoltare gli oratori”, come dice Girolamo Sotgiu, così il prefetto Sacchetti, in riferimento alle “parecchie migliaia di persone di varie tendenze politiche”, in quel tempo coinvolte nella campagna elettorale: “intensa la propaganda dei partiti, nell’ordine più perfetto e, con la massima regolarità, vivaci i contradditori” e, quindi, “nessun incidente ha turbato l’ordine pubblico”. A maggio anche “re Umberto a Cagliari”, non dimenticando l’autorità governativa, e con grande preoccupazione, i disagi del razionamento tra la popolazione oppressa dalla fame, “200 grammi di pane al giorno, 500 di pasta al mese, allo stesso modo 200 grammi di formaggio e 150 di sapone”. In piena infestazione di cavallette, già fin dal mese di aprile.
A Carbonia vanno tutti a votare, in fila per ore di fronte ai seggi, un desiderio di partecipazione troppo a lungo compresso: il metodo è quello proporzionale, grande l’impegno dei partiti perché si affermi la democrazia. E il primo Consiglio comunale in città esprime una maggioranza di sinistra e un sindaco comunista, Renato Mistroni, secondo tra gli eletti, dopo che Renzo Laconi, “mantenendo sempre fortissimi i rapporti con la città” optò per la Costituente, dove siederanno anche Velio e Nadia Spano.
E netta risuta la vittoria della ‘Lista del popolo’, lista PCI-PSI che ottiene “il doppio dei voti rispetto alle altre liste messe insieme”, a ribadire i rapporti di forza già definti da tempo in città. La Lista del popolo conquista a Carbonia il 58,8% dei voti, nonostante il carattere “poco benevolo” della campagna elettorale di DC e Psd’az nei suoi confronti, come si legge in ‘Bandiera rossa su Carbonia’, l’articolo che Il Lavoratore pubblica il 16 aprile 1946, per annunciare la vittoria delle sinistre. Così l’esito del voto alla Costituente in città, PCI voti 4.618, PSIUP 1.195, DC 1745, Psd’az 1245, Uomo Qualunque 1046, Lega sarda 159, Unione democratica nazionale 202 5). Così l’esito al Referendum che sancisce, in città, la vittoria della Repubblica.
1 commento
1 Aladin
13 Dicembre 2020 - 09:57
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=116507
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