Red
Un nuovo respingimento, il secondo nel giro di tre giorni dopo l’accordo tra Italia e Libia, è scattato nei confronti dei 162 migranti, tra i quali 49 donne e due neonati, soccorsi ieri a largo di Lampedusa. Sono queste, infatti, le disposizioni del Viminale, anche se la decisione non è stata comunicata ufficialmente. Gli extracomunitari si trovano a bordo del Pattugliatore Spica della Marina Militare, che sta facendo rotta verso il Nord Africa, come è successo mercoledì scorso con altri 227 immigrati, tra i quali 40 donne, trasferiti a Tripoli a bordo di tre motovedette. E’ difficile, tuttavia, che il governo libico autorizzi una nave militare italiana a fare il suo ingresso in acque territoriali. Quasi certamente i migranti saranno trasbordati sulle motovedette libiche.
Il governo conferma dunque la linea dura. Un indirizzo ribadito anche dal premier, Silvio Berlusconi: “non vedo alcuno scandalo nel riportare nei paesi da dove sono partiti immigrati clandestini trovati in acque internazionali”.
Una politica contrastata fermamente dalle Ong e dalla CEI, che attacca anche il ddl sulla sicurezza.Il nuovo pacchetto sicurezza del governo, e in particolare l’introduzione del reato di immigrazione clandestina, preoccupa i vescovi italiani, secondo i quali le norme, oltre a mettere a repentaglio i diritti umani degli immigrati, mettono in pericolo, più in generale, il riconoscimento dei diritti “fondamentali” alla salute e all’istruzione di tutti i cittadini. Lo ha detto ieri il direttore dell’Ufficio per la pastorale degli immigrati della Cei, padre Gianromano Gnesotto, alla Radio Vaticana. ”Se questo presunto reato di clandestinita’ non viene in qualche modo modificato - ha aggiunto Gnesotto - subiremo delle conseguenze notevoli non soltanto per quanto riguarda gli immigrati, ma anche per quanto riguarda i diritti fondamentali uali quelli, appunto, della salute o dell’istruzione”. Questo, secondo l’esponente della Cei, rischia non solo di creare una fascia di cittadini di ‘’serie B” ma di fare degli immigrati delle ”non persone”. Gnesotto parla di un ”grande snodo culturale che in qualche modo e’ terremotato, qui in Italia”: Un Paese dove non e’ piu’ scontato ”guardare all’immigrato primariamente come ad una persona, in quanto tale depositaria di diritti fondamentali che non possono essere assolutamente negati perche’ togliere i diritti ad alcune persone, in qualche modo impoverisce tutti”.
Al governo dà manforte invece Fassino: ‘Respingere i clandestini? Ma quale razzismo, é legittimo’. E soggiunge il respingimento degli immigrati senza permesso «non é un´idea improvvisa, non nasce oggi. È un´azione di contrasto e di dissuasione dei clandestini che é prevista in tutti i documenti dell´Unione europea. E l´Italia l´ha applicata anche» ai tempi dei governi di centrosinistra. L’ex segretario dei Democratici di sinistra, responsabile esteri del Partito democratico, sui respingimenti - e anche sulle impronte digitali - ha la stessa posizione del ministro dell´Interno Roberto Maroni. Si oppone al segretario del suo partito Dario Franceschini anziché al governo. E sapete cosa pensa il furbone? Che così aggiunge ai voti di sinistra un pò di consensi a destra!
Che pena! Un tempo i comunisti ritenevano che le masse di tutto il mondo dovessero unirsi per combattere il sistema capitalistico che li sfrutta o li emargina. Fassino ha fatto un bel passo… indietro. Oggi pensa che i poveri del mondo più che organizzati vadano dispersi. Più a sinistra di lui anche Casini, che denuncia le pulsioni razziste del governo. Ci vuol molto a capire perché la sinistra è ridotta al lumicino?
1 commento
1 angelo aquilino
11 Maggio 2009 - 15:56
Maroni l’africano
Duemila e duecento anni fa un militare romano, di nome Publio Cornelio Scipione, salvò l’Italia dal cartaginese Annibale costringendolo a tornare in Africa. Malgrado gli elefanti messi in campo dal generale punico, Scipione lo sconfisse con l’aiuto della cavalleria del re numida Massinissa. Per questa impresa il generale romano acquisì il soprannome di AFRICANO. In questi ultimi giorni le vecchie glorie della grande Roma sono state rinverdite da un signore di razza padana,che ha dedicato molto tempo della sua vita politica,pardon del suo cursus honorum a sparlare di Roma ladrona Ai tempi di Scipione,la battaglia venne condotta dai legionari romani e dalla cavalleria numida contro i veterani di Annibale,che per anni avevano sconfitto e distrutto interi eserciti romani. Il nostro odierno eroe,Maroni ha mandato navi militari,motovedette e truppe d’assalto contro gommoni e barconi semi affondati con a bordo un’accozzaglia di poveracci, con donne anche incinte e bambini al seguito. Stavolta l’aiuto non è stato dato dal numida Massinissa, ma dal prode colonnello Gheddafi. Dopo un’epica battaglia il nemico è stato respinto in Africa ed è stato lasciato all’alleato libico l’onore di disperdere,tra i vari paesi di provenienza, il feroce esercito che aveva disceso il deserto (non le valli, stavolta) con orgogliosa sicurezza. Gli Italiani tutti si aspettano che al grande stratega padano di nome Maroni venga attribuita la massima onorificenza della Repubblica, una medaglia d’oro,la gratitudine eterna del paese ed un adeguato soprannome in modo che passi degnamente alla storia come uno dei salvatori della patria. Poiché,secondo Bossi Garibaldi era un cretino, i libri di storia vengano riscritti,ed al noioso Nizzardo venga sostituito il grande strayrga e pifferaio padano in modo che il ministro Gelmini assistito da Renzo Bossi lo possa far distribuire agli studenti di ogni ordine e grado in un miliardo di esemplari come ipertesto scaricabile da internet. Ovviamente gli studenti dell’ultimo anni delle superiori potranno giovarsi della lunga esperienza (di esami di maturità) del giovane Renzo che potrà curarne la prefazione, Naturalmente venga presto irrogata una severa punizione a coloro che hanno considerata questa impresa come un’altra porcata di questo governo. Stavolta non solo Franceschini e Di pietro ma anche l’ONU e la perfida ed ingrata conferenza episcopale italiana devono essere adeguatamente sanzionati. È evidente che Il titolo di Africano debba essere attribuito al prode Maroni, non sono però molto sicuro che venga reso trasmissibile ai discendenti. Potrebbe accadere che i suoi figli si possano vergognare delle imprese del genitore.
Lascia un commento