Lussu uomo d’azione, di programma e di organizzazione

21 Novembre 2020
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Giuseppe Caboni

Continuamo la pubblicazione delle notazioni di Giuseppe Caboni sulla figura di Emilio Lussu. Il Capitano solitamente viene ricordato per le sue gesta sull’Altopiano, ma fu un dirigente politico capace di un’alta elaborazione programmatica e di organizzazione.

L’impegno politico di Lussu, la sua volontà di interpretare, sulla base delle conoscenze acquisite, il suo ruolo di dirigente popolare, si è tradotto costantemente nell’elaborazione di testi programmatici.
Le tesi della sezione di Cagliari, del primo P.S.d’Az., certamente influenzate da Lussu, erano le più radicali nel partito, in tema soprattutto di riforma agraria, uso delle risorse industriali, e demaniali, autonomie istituzionali, repubblica, laicità e diritti civili.
Ma questi temi trovarono una maturazione e una definizioni più ampia, nazionale, nelle elaborazioni dell’emigrazione politica: dal convegno, di Parigi del ’31, rivolto ai sardi in Francia e a tutti gli antifascisti, alle elaborazioni in G.L. (a cominciare dal saggio sul “Federalismo”, del ‘33), al  documento “La ricostruzione dello Stato”, con cui, nel giugno del ‘43, Lussu proponeva, al nascente partito d’Azione e alle altre forze politiche, basi democratiche di profondo rinnovamento per la nuova Italia.
Aspetto fondamentale, che Lussu aveva imposto anche ai socialisti e comunisti nel precedente accordo di Lione del marzo ‘43, era il superamento del potere sociale e delle forze economiche e istituzionali che avevano reso possibile il fascismo, delle cause “strutturali” del regime.
Tutta la presenza parlamentare di Lussu, sino al ritiro nel ‘68, è caratterizzata da uno sforzo di elaborazione programmatica: l’impegno per la riforma regionale, l’indipendenza internazionale dell’Italia, la laicità dello Stato, e soprattutto la pace, il disarmo, i diritti dei popoli.
La lettura della ricca elaborazione è necessaria per chi voglia capire davvero cosa è stata la capacità di Lussu di interpretare il suo ruolo di dirigente popolare, sempre con proposte adeguate al momento storico.
Inoltre, Lussu ha sempre considerato l’organizzazione uno strumento indispensabile per l’azione politica.
Anche qui, per necessaria brevità, mi limito a richiami:
- le camicie grigie e i ciclisti di Monserrato, presidio da lui organizzato contro le violenze fasciste (sei squadre, almeno 250 ciclisti), nei primi anni ‘20;
- nella guerra di Spagna la necessità di forme organizzative precise, di una disciplina militare organica, da Lussu raccomandata con determinazione;
- il suo progetto di insurrezione in Sardegna, nei primi anni ‘40, era fondato su analisi e proposte organizzative molto dettagliate: lo sbarco a Siniscola di un’avanguardia, la disponibilità di un gran numero di ex combattenti, nelle diverse zone dell’isola, i collegamenti e le radio;
- l’attenzione all’efficacia ed effettività delle dinamiche relazionali nei partiti a cui ha appartenuto, alle loro alleanze. Sempre ha sottolineato la necessità che le forze organizzate a cui si faceva riferimento fossero reali e non solo ipotizzate (16);
La sua visione strategica è sempre stata diretta ad un accordo organico fra le forze di sinistra: dalle intese G.L. - PSI – PCI nell’emigrazione, all’alleanza PSI e PCI nell’esperienza repubblicana;
- tutta la sua attività come parlamentare e dirigente politico (dal P.S. d’Az., al PSI e al PSIUP) ha compreso l’attenzione costante ai problemi organizzativi: la rete necessaria di funzionari, le riunioni degli organi, la soluzione delle controversie, ecc. Molte sue lettere, tra quelle che ho raccolto, sono dedicate a questi problemi e attività.
- un episodio esemplare, in questo senso, è quello dell’incontro – convegno dei dirigenti di G.L. PSI e PCI a Lione, ai primi di marzo del ‘43: Giorgio Amendola fu stupito, e anche molto preoccupato, per la larghezza delle strutture e delle attività; di accoglienza, curate soprattutto da Lussu.

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