Dalla introduzione del libro di Andrea Pubusa
Nella cultura e nella storiografia sarda mantiene una posizione di rilievo la polemica tra Laconi e Lussu dei primi mesi del 1952. Tutto nacque da un saggio del Capitano dei Rossomori sul Ponte del 1951, diretto da Piero Calamndrei, sulla Sardegna. “Lussu nel suo articolo, con la sua penna sublime, traccia una storia intima della Sardegna, vista dalla campagna, da Armungia. Una storia sentimentale, popolata di re-pastori, fatta di disunione, di odi e bardane, che neutralizzano qualunque movimento autonomo e annichiliscono ogni forma di soggettività. Laconi invece fa un abbozzo di storia colta, da studioso, che stimola una ricostruzione della dinamica storica, collegandola alla lotta delle classi e dei ceti. Se non apparisse un invito all’inutile “volemose bene”, verrebbe da dire che hanno ragione entrambi, partendo da posizioni diverse. Nella contrapposizione ci sono però delle convergenze: il movimento angioyano, la nazione mancata e l’irrompere dei sardi (e non solo) nella storia con una soggettività esplicita col movimento sardista e socialista. Lussu considera il moto antifeudale come uno scatto improvviso e momentaneo, senza sviluppo e senza tracce, Laconi vede in Angioy e nel suo movimento l’accumulo e la sedimentazione di esperienze e riflessioni risalenti, di collegamenti col mondo in forte subbuglio in quell’epoca, dominata dalla Grande Rivoluzione. Non solo, ne intravede il lascito nelle vicende dell’Ottocento sardo, dai moti antifeudali alle rivolte urbane. Convergenza dei due invece sulla centralità del movimento sardista e socialista nella formazione di una consapevole irruzione nel moto storico della masse sarde. Convergenza…nella divergenza, tuttavia, perché per l’uomo di Armungia si tratta di un’entrata in scena improvvisa, senza prove, per Laconi invece è il fiume sotterraneo che riemerge alla luce del sole. Contro la prospettazione di Lussu, Laconi ritiene, pur senza individuarne i singoli passaggi, che l’emergere dei movimenti socialista e sardista sia l’esito di un andamento carsico della storia sarda nella quale emersioni e nuovi interramenti sono frutto di un unico e ininterrotto processo storico.
Convergenza…nella divergenza anche per la “nazione mancata”. Lussu la riconduce all’immobilità storica, all’assenza di protagonismo dei sardi, mentre Laconi “nell’amaro rimpianto per la “nazione mancata” vede il puntuale riflesso delle incertezze, delle contraddizioni intime, “la debolezza organica di una classe che veramente può dirsi mancata al suo compito, e alla sua funzione storica, quale appunto la borghesia sarda”.
La polemica lancia molte suggestioni e individua un focus: la questione della nazione e il movimento angioyano, il punto culminante della soggettività sarda. Un tornante della storia isolana molto tortuoso, ricco di asperità e contraddizioni”.[…]
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Di questo ed altro si parla nel webinar che si terrà domani ad iniziativa della Scuola di cultura politica F. Cocco
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