227 migranti deportati a Tripoli, via ai respingimenti della vergogna

8 Maggio 2009
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Red

Mentre il premier si sollazza con le fanciulle, iil Ministro Maroni fà il lavoro sporco contro i migranti in violazione della Costituzione e dei principi di civiltà giudica e di solidarietà che stanno alla base di tutte le Carte costituzionali moderne a partire dalla Carta dell’ONU. I fatti sono di tale gravità che basta riportare le notizie come lanciiate dalle agenzie si stampa (Ansa). Non occorrono commenti per comprendere in presenza di quale vergogna ci troviamo. Unite questa deportazione alla disciplina razzista sulla sicurezza e alla proposta dei tram e bus per i migranti fatto dalla leghista Salvini a Milano ed il quadro è completo. L’Italia viene ricacciata dal Governo Berlusconi nel buio torbido che ha caratterizzato altri momenti della storia d’Italia, in particolare la fine degli anni ‘30 con le leggi razziali.

Ieri il via ai respingimenti, quando tre barconi con a bordo 227 persone (40 donne di cui tre incinte) sono stati soccorsi in acque maltesi da motovedette italiane al largo di Lampedusa e, dopo l’ok di Tripoli, i migranti sono stati riportati in Libia da dove erano partiti (ma nessuno di loro e’ libico). ”E’ - ha esultato Maroni in una conferenza stampa convocata al Viminale - un risultato storico, un successo del nostro Governo cui abbiamo lavorato per un anno. Ora si attuera’ sempre questo principio del respingimento nel caso qualche barca sfugga al pattugliamento a ridosso delle coste libiche. Ci sono quindi le condizioni per un rapido calo degli sbarchi. E voglio che questo diventi un modello europeo”. Se si rafforza il contrasto a questo canale usato dal racket dei trafficanti di uomini, ha aggiunto il ministro, ”le organizzazioni criminali cercheranno altre rotte per i loro traffici”.
Basta con i rimpatri, difficili, lenti e costosi. Inizia l’era dei respingimenti. I migranti a bordo delle carrette del mare diretti verso le coste italiane da ora in poi saranno respinti prima che entrino in acque nazionali e riportati nel luogo di partenza, la Libia. La nuova strategia e’ stata battezzata come una ‘’svolta storica” dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ma e’ stata duramente criticata dall’Alto commissario Onu per i diritti umani (Unhcr), dalla Cei e dall’opposizione, per le scarse garanzie sul rispetto dei diritti umani nel Paese di Gheddafi.

DAL 14 PATTUGLIAMENTI CONGIUNTI CON LIBIA - Ed il 14, ha annunciato il titolare del Viminale, partiranno i pattugliamenti congiunti tra Italia e Libia davanti alle coste libiche; misura prevista nell’accordo siglato tra i due Paesi nel dicembre 2007, ma da allora in stand by. Gli equipaggi libici sono a Gaeta da due settimane per familiarizzare con le sei motovedette della Guardia di finanza che l’Italia cedera’. Il 14 partiranno alla volta della Libia. A bordo, ha fatto sapere il ministro, saranno presenti anche italiani con funzioni di addestramento ma non con compiti operativi. E Maroni ha annunciato che, insieme al suo collega maltese Carmelo Mifsud Bonnici ed al commissario europeo per la Giustizia e Liberta’, Jacques Barrot, sara’ in Libia entro due settimane. L’accordo con l’Italia prevede anche la fornitura a Tripoli di un radar satellitare per il controllo delle sterminate frontiere meridionali del Paese africano.

UNHCR, GRAVE PREOCCUPAZIONE; CEI, MIGRANTI A RISCHIO - La ‘’svolta storica” non e’ pero’ piaciuta all’Unhcr. L’Alto Commissario Antonio Guterres ha espresso ”grave preoccupazione” e ”profondo rammarico per la mancanza di trasparenza che ha caratterizzato lo svolgersi di questo episodio”. Il riferimento e’ ai migranti rispediti in Libia. ”E’ di fondamentale importanza - ha riferito Guterres - che il principio internazionale di non respingimento continui ad essere integralmente rispettato”. Ha quindi ricordato che la Libia non ha aderito alla Convenzione sui rifugiati del 1951, non dispone di un sistema nazionale d’asilo efficiente, ed ha esortato ”le autorita’ italiane a riconsiderare la loro decisione e a far si’ che questa prassi non si ripeta”. Critica anche la Cei, secondo cui ”va verificato l’effettivo trattamento di chi viene mandato in Libia”, dato che e’ uno dei pochi Paesi al mondo che non ha sottoscritto la Dichiarazione fondamentale dei diritti dell’uomo. I Radicali si dicono pronti a denunce in sede internazionale contro i rimpatri forzati di immigrati. Per Roberto Zaccaria (Pd), ”Maroni porta l’Italia fuori da ogni legislazione nazionale ed internazionale e dalla comunita’ dei Paesi civili”, mentre secondo Paolo Ferrero, segretario del Prc, ”Maroni ha ben poco di cui vantarsi, anzi dovrebbe vergognarsi di quello che ha fatto”.

MARONI, VERIFICHE SU ASILO SPETTANO A LIBIA - Chiamato in causa, il ministro dell’Interno parla di ”polemiche infondate” e liquida le critiche con poche battute. ”I migranti soccorsi a largo di Lampedusa - ha osservato - non sono arrivati sul territorio nazionale italiano, ma in Libia e li’ ci sono le organizzazioni che potranno verificare se sono presenti richiedenti asilo. Siamo in linea con i trattati internazionali”. Quanto alla sorte dei 227 migranti, afferma, ”cio’ che succede in altri Paesi non puo’ essere preoccupazione del Governo italiano, noi ci occupiamo di chi arriva qui”. Il ministro ha anche replicato alle preoccupazioni espresse da Save the Children sulla possibile presenza di minori a bordo dei tre barconi. ”Non mi risulta - ha detto - che ci fossero bambini a bordo”. E sostegno e’ arrivato dal vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, che ha definito un ”buon segnale per tutta l’Ue” la decisione della Libia di riprendersi i migranti partiti dalle sue coste, mentre il presidente del Senato, Renato Schifani, ha parlato di ”primo passo importante che vede coronata una importante strategia dell’intesa bilaterale tra Italia e Libia”.

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