L’orizzonte smarrito del presidente Solinas

27 Ottobre 2020
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Pietro Casula - Presidente Movimento per la Sardegna

Non è certo una bella fotografia quella di queste ultime settimane e mesi: il virus ripartiva con prepotenza e la politica che giocava a chi faceva l’annuncio più forte.
Il presidente Solinas, sopravvalutando completamente la sua forza (politica), si espone troppo e si fa male da solo. Nella lotta contro il Coronavirus ha annunciato, promesso molto di più di quanto poteva mantenere.
E questo è grave.
Non si può certo negare che in una crisi del genere, che dura da quasi un anno, anche i responsabili commettono errori: il lavoro eccessivo, lo stress amministrativo o semplicemente scarsa conoscenza sul Coronavirus sono ragioni comprensibili che portano a commettere errori. Gli eventi in Sardegna e le situazioni che ora tengono tutta la Repubblica col fiato sospeso, in ansia e paura, però, appartengono alla categoria  degli errori evitabili.
Se offri test su larga scala (per l’intera Regione) devi anche sprecare un pensierino su come e quando le persone ottengono i risultati. Il fatto che gli esiti dei test rimangano per settimane sconosciuti è più che un problema tecnico; questo è fallimento del governo su un ampio fronte ed in particolare sul fronte della programmazione e potenziamento del settore Salute.
Ora non si dovrebbe dare per scontato che il presidente Solinas e l’assessore Nieddu (ma siamo sicuri che questa figura esista realmente?) che dal marzo scorso “combattono” contro il virus e per la salute dei cittadini, tutte le dichiarazioni in TV e tutte le misure - annunciate e poi ritratta - servano solo al narcisismo dei firmatari. Bisogna chiarire però: la messa in scena della politica non serve solo a farsi notare magari in vista di una ennesima task force, ma a fornire informazioni concrete alla popolazione.
Signori, la situazione è drammatica, proviamo ad uscire dalle politiche dell’annuncio e imbocchiamo con umiltà il terreno del pragmatismo e della concretezza senza tentazioni di dittatura illuminata.
Di frontre a una pandemia che si diffonde in modo e quantità cosi differente, è più che evidente la necessità di misure di prevenzione e cure mirate - Regione per Regione -senza sfuggire alle proprie responsabilità politiche oltreché etiche e morali.
La cooperazione tra Stato, Regione e Comuni, quindi, è assolutamente doverosa e indispensabile. Di fronte alla grave emergenza che stiamo affrontando, invece di prevedere misure specifiche e circoscritte - ma comunque all’interno di un quadro di coordinamento nazionale - continuiamo a vivere un persistente e confuso conflitto istituzionale e deplorevole scaricabarile di responsabilità.
La Sardegna, cosi come le altre Regioni, conosce i problemi del proprio territorio e grazie alla sinergia tra Sindaci, RAS e le forze di Polizia di cui si ha bisogno e che sono disposte dal Prefetto che, a sua volta, risponde al Ministro dell’Interno, si può combattere al meglio la battaglia contro la pandemia.
Una serie di problemi strettamente legati alla salute pubblica e alla sanità è chiara competenza delle Regioni (cumpresu Nieddu?). Significa che l’Assessore deve provvedere al buon funzionamento degli ospedali, rafforzare il reparto medico del territorio, organizzare - in sintonia con i Comuni - il trasporto pubblico in sicurezza, individuare con prontezza i focolai e provvedere al tracciamento dei contagi. Misure, queste, che coinvolgono chiaramente la sicurezza pubblica, e qui i nostri amministratori sono provate figure di primo piano!
Insomma, un quadro istituzionale caotico dove nessuno fa ciò che dovrebbe per sua competenza e mentre i contegi aumentano e s’impennano in modo esponenziale, è lo specchio di una mala politica.
Ancora non si riesce a capire perchè fare i test rapidi, nonostante disponibili e autorizzati dal Ministro Speranza, diventano miraggio nelle amministrazioni d’opposizione.
Il caos di questi giorni nasce anche da qui. Una condotta rigorosa lontana da una indecorosa sceneggiata politica migliorerebbe non di poco il rapporto dei sardi con le proprie istituzioni rappresentative.


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