Obama potenzia la scuola per uscire dalla crisi, l’Italia l’affossa

8 Maggio 2009
Nessun commento


Cristian Ribichesu

Che fà Obama sulla scuola? “Tuttoscuola”  ce lo dice in un articolo. Obama semplicemente mette la scuola come fattore centrale nella fuoriuscita dalla crisi. Mentre oltreoceano si cambia, da noi si prospetta la riduzione massiccia degli organici. Il programma realizzato da “Presa diretta”, Rai Tre, dal titolo “La scuola tagliata”, fa bene il punto della situazione e crea una comparazione con i sistemi scolastici di altre nazioni d’Europa. In molti di essi gli insegnanti hanno spazi appositi per studiare e correggere i compiti nella scuola, possono fare ricerca e vengono pagati decisamente meglio, dai 2200 ai 3000 euro al mese. Ben lontano dai 1260 euro dei precari che oggi, dopo laurea, specializzazione biennale, corsi di perfezionamento pagati, e per gli onesti, ogni sera passata sui libri per migliorarsi. Per di più i precari non hanno alcuna sicurezza sul posto futuro che dovrebbe essere assegnato a fine agosto, vengono reclutati stando in un corridoio dove, presenti tutti, si viene chiamati uno alla volta (una macelleria, con la tensione di non arrivare al posto), e spesso viaggiano coprendo centinaia di chilometri al giorno, nelle strade italiane, e da noi sarde, con le carenze che tutti conoscono, senza indennizzi e infine senza buoni per i libri. Non si capisce l’importanza del miglioramento delle condizioni degli insegnanti e del sistema scolastico, anche con l’introduzione di un tetto massimo di alunni per classe, di 15 o 16 allievi. Perfino la Corea del sud ha investito parte importante dei finanziamenti americani nell’istruzione, superando economicamente la Corea del nord, che partiva avvantaggiata. Pazienza. Ma non molliamo.

Ecco ora l’articolo apparso su “Tuttoscuola” domenica 3 maggio 2009

Obama: la scuola strumento di costruzione del futuro

Nonostante i gravi problemi finanziari ed economici del paese, il Presidente Obama nei primi 100 giorni del suo mandato ha dedicato molta attenzione e cospicue risorse alla scuola, ritenuta decisiva per rispondere alle nuove necessità e alle nuove domande di un mondo in cambiamento.
L’istruzione viene considerata dall’amministrazione Obama come uno dei pilastri fondamentali della politica antirecessiva. Prevedere quando potrà finire la crisi è certamente importante, ma Obama ritiene molto più utile predisporre le condizioni per costruire il futuro. Non stupisce quindi che quasi il 15% dell’intero pacchetto finanziario investito per stimolare l’economia sia destinato all’istruzione. Il finanziamento è a disposizione degli Stati che potranno utilizzarlo nel rispetto delle condizioni poste dal governo federale per camminare in un’unica direzione.
I finanziamenti sono finalizzati a migliorare gli standard educativi, a favorire la raccolta di informazioni sul sistema scolastico, a sostenere le scuole indipendenti, le cosiddette “charter schools”, e a introdurre meccanismi che colleghino lo stipendio degli insegnanti ai livelli di apprendimento degli alunni. L’amministrazione stima che gli investimenti, qualora fossero utilizzati totalmente, consentiranno di salvare, tra l’altro, centinaia di migliaia di posti di insegnante.
Da notare il fatto che buona parte di questi obiettivi (con un finanziamento, però, più limitato) erano stati perseguiti anche dalla precedente amministrazione Bush, a conferma dell’approccio bipartisan alle questioni educative che risale al 2001, quando la legge “No Child Left Behind Act”, voluta dai Repubblicani, passò con il sostegno dei Democratici.

0 commenti

  • Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.

Lascia un commento