La Maddalena: oggi serrata per le opere e i risarcimenti. E poi?

4 Maggio 2009
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A.P.

Corteo stamane contro lo spostamento del G8 a L’Aquila. Sono migliaia le persone scese in piazza a La Maddalena, per la manifestazione bipartisan voluta dal comitato di lotta costituitosi dopo il trasferimento del G8 a L’Aquila. Organizzata anche una serrata generale dei commercianti. Nonostante l’invito, né il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, né il presidente del consiglio regionale, Claudia Lombardo, hanno partecipato.
Il centrodestra è rappresentato dai consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu (Pdl), Renato Lai (Fortza Paris) e Franco Cuccureddu (Mpa). Sul luogo sono presenti anche esponenti dell’opposizione di centrosinistra, sindacati e organizzazioni professionali.
La protesta ha coinvolto non solo gli enti locali e le autorità politiche dell’isola, ma anche i cittadini. Gli studenti delle scuole della città hanno aderito in massa all’invito del sindaco, Angelo Comiti, che dal palco allestito in piazza Comando ha annunciato una marcia di protesta attraverso i cantieri del G8.
Come si è detto, a La Maddalena si è formato un comitato spontaneo di lotta, molto agguerrito. Gli obiettivi? Completamento delle opere e infrastrutture previsti per il G8 a La Maddalena, risarcimento dei danni gli operatori economici colpiti dalla cancellazione dell’evento, spedita della risorse Fas per le opere di viabilità, realizzazione del summit sull’ambiente, come promesso dal premier. Sono queste le richieste, che ricalcano quelle avanzate qualche giorno fà da Massimo Putzu, presidente di Confidustria Sardegna.  “Vanno risarciti anche gli operatori economici colpiti dalla cancellazione dell’evento - aveva detto Putzu - da mesi gli imprenditori sardi hanno assunto impegni economici e finanziari, e personale per assicurare il necessario supporto logistico e operativo. Lo spostamento del G8 determina un danno economico enorme del quale si deve necessariamente tener conto”. “Occorre certezza anche sulle risorse Fas 2007-20013 - aveva osservato il presidente di Confidustria Sardegna - soprattutto per la parte che doveva finanziare importanti opere infrastrutturali necessarie allo sviluppo della nostra Regione (con particolare riferimento alla realizzazione Sassari-Olbia, completamento della strada 131, realizzazione della statale 195, completamento della statale 125, completamento della 389). Si tratta di risorse attribuite alla nostra Regione per colmare definitivamente il gap infrastrutturale esistente e che riteniamo vadano immediatamente confermate e rese disponibili in modo da avviare immediatamente gli interventi”.
Quindi completamento opere e risarcimenti. Le prime rispondono ad esigenze antiche e largamente trascurate. Sacrosanta la richiesta, G8 o no. Sacrosanto è anche il risarcimento in virtù del principio (anche giuridico) che nessun organo pubblico può, senza ristoro dei danni, rimettere in discussione le proprie decisioni che abbiano creato un legittimo affidamento nei destinatari. Nel caso di La Maddalena certamente operatori vari avevano fatto affidamento sull’evento e in vista di esso avevano orientato le proprie scelte: investimeni, prenotazioni etc. Il governo deve farsi carico del pregiudizio arrecato con la modificia di programma.  Ma qui sorgono vari problemi. Anzitutto la quantificazione. Il danno, in linea di principio, và provato. Quanto spetta a ciascun operatore? Si dirà: in questo caso il quantum dev’essere necessariamente determinato forfettariamente. Certo, ma così c’è chi ci perde (ha meno di quanto ha sofferto) e chi ha di più (cioé un arricchimento indebito a danno dell’erario).
C’è poi il danno all’immagine. A quanto ammonta? E in favore di chi và risarcito? All’Amministrazione comunale in nome e per conto di tutti? E poi siamo proprio certi che il G8 dà un ritorno d’immagine, se - come accade - è occasione di scontri? Genova ha avuto un ritorno d’immagine positivo dall’essere associata ad una delle pagine più nere della democrazia italiana?
Si obietterà che questi sono argomentazioni da legulei. Ed è vero. Ma, siccome si stà parlando di soldi pubblici e le risorse sono scarse, bene le rivendicazioni, ma sulle erogazioni e ancor prima sulle specifiche richieste è il caso di attivare un serio controllo popolare. Ecco in concreto un’occasione per sperimentare forme di democrazia partecipativa. Una giuria popolare formata con sorteggio, ad esempio, che controlli domande di risarcimento ed erogazioni.
Bene completamento delle opere, giusti i risarcimenti. Ma poi? Salvo fare del G8 un feticcio, è evidente che la conversione di La Maddalena da base militare in luogo turistico richiede un programma, un’azione preordinata allo scopo che realizzi sinergie fra enti pubblici (dallo Stato al Comune), imprenditori e lavoratori. Ora, su questo punto si scontano i più gravi ritardi ed emergono evidenti superficialità. Si può pensare che un evento mondiale di pochi giorni sia il toccasana di tutti i mali e assicuri un duraturo  flusso turistico? Sarà, insomma, capace di sostituire il sicuro arrivo, ogni mese, delle risorse militari (stipendi, lavori etc.)? Ragionevolemnte sembra proprio di no. Il G8 avrebbe sicuramente ampliato la conoscenza del luogo, con qualche benifico effetto, ma niente più. E la creazione di alberchi per nababbi nell’exArsenale e nell’exOspedale militare? Avrà ricadute sulla comunità? Certo qualche piccolo effetto lo avrà. Ma queste dimore esclusive per ricchi dapertutto hanno mostrato di privatizzare i luoghi, ma di non socializzare gli introiti. Si tratta di circuiti chiusi in cui prenotazioni, rifornimenti e pagamenti avvengono fuori piazza, cosicché alle comunità rimangono gli impatti negativi,, ma poche ricadute positive. Ed allora? C’è tanto da riflettere, progettare e fare. Ma in questi giorni si sente solo la rivendicazione in termini monetari. Sulla prospettiva invece poco e niente.
Non sembra lontano dal vero quanto mi ha detto un mio conoscente maddalenino (modesto artigiano), che ho interpellato telefonicamente sulla protesta. Mi ha detto : “sono schermaglie politiche in vista delle prossime elezioni communali, tutti gridano forte per avere più voti”. Mi sembra un eccesso, ma forse, al fondo, c’è pure una parte di verità: molto rumore, ma poche idee.

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