Covid. Solinas ha una sola grande colpa: non aver tenuto la barra dritta

2 Settembre 2020
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Andrea Pubusa

Il fatto quotidiano in un ampio servizio sull’azione anticovid di Solinas, lo attacca su tutta la linea senza fare dei distinguo o delle precisazioni che invece andrebbero fatte. In una parola il giornale di Travaglio aderisce sostanzialmente ad un generale indirizzo pregiudiziale antisardo, evidenziato in modo inaccettabile in un articolo di qualche mese fa di Massimo Fini. Questo giornalista non solo sposava la posizione di Sala, ma rincarava la dose, invitando tutti a fare come lui: andare in vacanza in Corsica anziché nella nostra isola, dove - a suo dire - una volta visto un nuraghe non c’e’ altro da visitare. E’ vero che il direttore Travaglio aveva preso le distanze da quell’articolo, ma la posizione pregiudiziale contro di noi rimane.
I fatti sono noti. Solinas inizialmente propose di aprire la Sardegna solo ai turisti muniti di idonea documentazione medica anticovid. Parlò di “passaporto sanitario” e tutti gli saltarono addosso. Proposta incostituzionale per violazione dell’art. 120 Cost.  che inibisce alle regioni di limitare la libertà di movimento cittadini. Il ministro Boccia insorse, seguito più o meno da tutti i media. Sala minacciò ritorsioni. Un coro scomposto e indecoroso, fondato su basi fragili.  In realtà Solinas utilizzò impropriamente il termine “passaporto” per riferirsi ad una attestazione medica che garantisse l’assenza di contagio. Non intendeva adottare egli stesso il provvedimento, certamente illegittimo per contrasto con l’art. 120 Cost., più semplicemente invocava un intervento statale ammesso dall’art. 16 Cost, che proprio per motivi di sanità e sicurezza pubblica prevede che lo Stato con legge possa limitare la libertù di circolazione e soggiorno. Una previsione pensata proprio per situazioni quali quella creata dal Covid. Si poteva dunque ragionare pacatamente, anche perché la proposta mirava a tutelare i sardi dal virus, nell’isola quasi inesistente.
Le regioni forti hanno imposto la loro linea, quella della libertà assoluta di movimento, e ora se ne vedono i risultati nefasti. Esito questo però imputabile a Solinas soltanto perché non ha mantenuto con forza l’originaria posizione cedendo alla spinta contraria di tutti gli altri, non perché quella proposta fosse insensata sul piano sanitario e su quello giuridico. Ora, addirittura, la posizione viene ribaltata attribuendo alla Sardegna la responsabilità di aver agevolato la propagazione del virus ai turisti di ritorno!
Sarebbe bene una volta per tutte che la Sardegna venisse considerata per quello che è e che fa senza pregiudizi. In particolare, sarebbe bene amare non solo la Sardegna, le sue spiagge, il suo mare, ma anzitutto i suoi abitanti, o almeno rispettarli. La Sardegna non e’ una espressione geografica, e’ una comunita’, un popolo con una sua storia e cultura.

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