Il Tar ribadisce il divieto d’importare in Sardegna rifiuti ordinari

28 Agosto 2020
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Andrea Pubusa

Mauro Pili s l’Unione di qualche giorno fa ho dato enfaticamente notizia di un’ordinanza cautelare del TAR Sardegna in materia di scarico a Magomadas di rifiuti importati dalla Puglie. E’ una decisione importante certamente, ma - tutto sommato - in linea con i precedenti.
Quale è lo stato dell’arte sulla materia in Sardegna? Tutto sommato semplice anche nel suo svolgimento storico. A seguito di indicazioni da ambienti governativi sulla ottimalità della nostra Isola e soprattutto delle vecchie miniere come siti per stoccare scorie nucleari, ci fu una capillare mobilitazione che indusse il Consiglio regionale ad approvare una legge n. 6/2001 che, all’art. 6, comma 19, proibiva l’importazione di rifiuti di qualsiasi genere in Sardegna. Il messaggio era chiaro: niente scorie nell’isola. Il governo tuttavia investì la Corte costituzionale, censurando proprio la parte della disciplina che vietava l’importazione di rifiuti speciali. La Consulta, con la sentenza n. 12/2007, accolse la prospettazione del governo, ritenendo che sui rifiuti speciali la competenza sfugga alle singole regioni e rifluisca sullo Stato. La ragione è semplice: per i rifiuti speciali ogni regione non può fare da sé, ci vuole una disciplina unitaria, che solo lo Stato può assicurare. Diversa invece la posizione sui rifiuti ordinari, per i quali ogni regione deve provvedere a smaltire i propri. L’esito dell’intervento del Giudice delle Leggi tolse alla Sardegna (e ad ogni altra regione) il riparo verso le scorie nucleari e ogni altro rifiuto pericoloso, ma mantenne il divieto verso l’importazione di rifiuti ordinari. Ecco perché a Magomadas non possono sversarsi le melme pugliesi, così come era contraria alla legge, a suo tempo, l’importazione di immondezza campana, decisa d’imperio da Soru, d’intesa col governo d’allora. La Puglia oggi, come la Campania ieri, hanno in materia gli stessi poteri delle altre regioni e dunque è legittimo che una legge regionale vieti l’importazione di “monnezza” non speciale da altre regioni.
Questo è lo stato della disciplina sulla materia in Sardegna e bene ha fatto il Tar a ribadirlo, anche se si è trattato di un’ordinanza cautelare non di una sentenza. Attendiamo, dunque, la definizione del giudizio, che presumibilmente avrà anche un ulteriore passaggio: al Consiglio di Stato.

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