Caro PD, non ti voto oggi, per votarti meglio domani

5 Maggio 2009
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Massimo Marini

Le difficoltà, le frustrazioni, il disagio che i giovani democratici, ma più in generale tutti gli elettori di centrosinistra, stanno provando in questo periodo storico è un qualcosa di talmente tangibile e reale che oramai rischia di offuscare ogni prospettiva di rilancio dell’iniziativa politica giovanile, e soprattutto sta soffocando sul nascere ogni tentativo di rinnovamento reale del modo di fare politica in questo Paese. A nulla sembrano servire le continue batoste che nelle amministrative locali il PD continua a prendere, se non a detronizzare un Veltroni troppo fragile per resistere e non disintegrarsi tra il martello della base e l’incudine della dirigenza. La sensazione è quella di avere di fronte un Partito gestito da una classe dirigente impaurita, spaventata in primo luogo dalla base che preme per un rinnovamento che a questo punto dovrebbe essere pressoché totale per essere realmente credibile, ma soprattutto dai poteri forti del centro cattolico italiano e dai baroni che dal territorio dettano le condizioni infischiandosene di inchieste, questioni etiche e critiche, forti della loro potenzialità da decine di migliaia di voti sicuri. Da qui a fine anno, tra europee, referendum e alcune amministrative, ma soprattutto con il Congresso di ottobre, si deciderà il futuro di questo progetto politico nato con l’ambizioso obiettivo di rinnovare il linguaggio politico italiano, di superare l’ideologia a vantaggio dell’idealità di una generazione nuova, matura, capace di coniugare Berlinguer e Moro, Gramsci e De Gasperi, ma anche di formulare delle soluzioni nuove specie su temi fondamentali come sviluppo, ambiente, cultura, integrazione, diritti. Da qui a fine anno si capirà definitivamente se la strada che la dirigenza PD vuole far percorrere a questo Partito sarà quella fin qui tracciata, che a poco o nulla ha portato e che a sempre meno sembra tendere, o se avrà il coraggio di fare quell’indispensabile passo indietro per consegnare la gestione del Partito a chi veramente ha tutti i diritti di esercitarla: la base. Non dimentichiamoci che l’attuale dirigenza risulta essere abusiva proprio alla luce dei regolamenti e dell’ispirazione politica fondamentale del nuovo Partito Democratico, ovvero la rappresentanza determinata da primarie. E’ una dirigenza da “Assemblea Costituente” ma che ora non ha più nessuna ragione di occupare, tra l’altro in modo del tutto inconcludente, posti che non gli sono stati attribuiti in modo regolare dalla base.

Il clima che si respira oggi sembra purtroppo prefigurare un futuro uguale al presente, con magari la guida solo formalmente più progressista di un Bersani oramai fuori tempo massimo, e con il continuo ciondolare tra apertura e chiusura, come fatto ai recenti incontri con i Circoli e come si evince dalle candidature per le europee, tra centro cattolico e progressismo laico, tra opposizione reale in Parlamento e imbarazzanti regalie a vantaggio della maggioranza di centrodestra.

Probabilmente è arrivato il momento di imporre un ultimatum all’attuale dirigenza del PD, e solo gli iscritti possono farlo. Si fissi una percentuale minima da raggiungere in questa tornata elettorale europea. Se tale percentuale non dovesse essere raggiunta, sarebbe la prova definitiva dell’incapacità dell’attuale dirigenza di rappresentare le istanze del popolo progressista italiano, e pertanto tutta la dirigenza dovrebbe rassegnare in blocco le dimissioni e promuovere il rinnovamento totale, a seguito primarie, del Partito Democratico. Dato che la base vuole fortissimamente questo rinnovamento radicale, dovrebbe impegnarsi affinché tale percentuale non venga raggiunta.

Pertanto l’invito è il seguente: italiani democratici iscrivetevi tutti al Partito Democratico ma il giorno delle elezioni europee rimanete a casa ed inviate una mail al Partito con le vostre generalità e il vostro numero di tessera, scrivendo che per queste elezioni non voterete il PD perché volete contribuire al vero rinnovamento della politica italiana. Caro PD non ti voto oggi, per votarti meglio domani.

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