Il partigiano “Geppe”. Ricordo di Nino Garau

1 Agosto 2020
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Cecilia Novelli

Nino Garau è venuto nel settembre 2016 a fare la lezione inaugurale nel nostro Dipartimento, Scienze Politiche e sociali, quando ero Direttore. L’ho invitato su suggerimento del mio Vicedirettore Francesca Pubusa che lo conosceva bene. Confesso che non lo avevo mai sentito nominare: è stata una rivelazione.
Nel Teatro del Dipartimento il partigiano “Geppe” ha parlato per due ore agli studenti che erano ammutoliti ed ascoltavano con il massimo interesse. Erano più di duecento e ricordo benissimo l’emozione e il coinvolgimento del suo racconto. Dalla nativa città di Cagliari era andato a studiare nell’Accademia Militare che era stata trasferita a Forlì. Da lì, nella concitazione dell’agosto 1943 era finito a Modena dove vivevano i nonni materni. In quella città, con alcuni amici aveva fondato una brigata partigiana, della quale era divenuto comandante.
La sua sembrava una storia romanzesca, molto simile a quella del partigiano Johnny immortalata da Beppe Fenoglio, che nel romanzo ricostruiva la sua esperienza personale. Fenoglio, chiamato Johnny perché parlava inglese ed amava la letteratura di quel paese, aveva combattuto in Piemonte nelle Langhe, mentre il nostro Geppe combatté in Emilia, ma a parte questo le due esperienze sono molto simili. Anche Geppe, come Johnny era un militare e conservò un certo rigore anche nella lotta partigiana, difendendo l’idea della libertà, il rispetto per gli altri, il futuro democratico dell’Italia.
Nel dicembre 1944 Geppe viene catturato dai tedeschi e torturato nel carcere di Verona. Nello stesso inverno Johnny rimase solo sui monti, perché i suoi compagni erano stati uccisi o catturati L’inverno 1944-45 fu decisamente il più duro, nel suo famoso comunicato il generale inglese Harold Alexander aveva detto di scomparire per poi riapparire in primavera e dare la spallata finale all’esercito tedesco. Sicuramente anche Geppe nel novembre 1944 aveva ascoltato il proclama rivolto alla resistenza italiana, sulla campagna invernale. Dopo la fuga dal carcere, Geppe, rimase alcuni mesi in convalescenza e poi anche lui tornò a combattere nella primavera del 1945 e insieme alla sua brigata liberarono il paese di Spilamberto vicino Modena.
Poi il partigiano Johnny e il partigiano Geppe, o per meglio dire Fenoglio e Garau, erano tornati alla vita civile cercando sempre di difendere quelli ideali di libertà e democrazia che li avevano animati durante la resistenza.  Garau si è laureato e poi ha lavorato per tutta la vita nell’appena nato Consiglio Regionale della Sardegna con lo stesso rigore e la stessa serietà che lo avevano animato negli anni eroici della resistenza.
Il suo ricordo è rimasto indelebile nella mia memoria e in tutti gli studenti che lo avevano ascoltato come un esempio di eroismo ma anche di serietà e di correttezza. Non avevo mai conosciuto un partigiano ed è stato un vero onore.

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