Simonetta Fasoli, Caterina Gammaldi, Rosamaria Maggio
La politica si affida ai “saggi” per risolvere i tanti problemi della scuola italiana, ma questo è un mondo ricco di associazioni, di persone che nella scuola hanno insegnato e combattuto una vita. Si deve dunque pensare ad una “saggezza collettiva” più che a pochi personaggi, che per quanto colti ed esperti, non possono racchiudere in sé il deposito di sapienza e di esperienza di migliaia di persone e delle formazioni sociali di cui sono parte. Ecco perché ci pare importante questa lettera aperta, perché è inviata da chi ha una legittimazione a parkare di scuola acquisita sul campo, in tanti anni di insegnamento e di impegno nel CIDI. Questo mondo, colto e specificamente esperto, dovrebbe essere dal Presidente del Consiglio e dalla Ministra Azzolina chiamato al capezzale della scuola malata onde individuare e praticare i rimedi più appropriati.
Siamo state insegnanti di scuola secondaria per 40 anni e stentiamo a credere che si possa di nuovo proporre l’esperienza dei “saggi” (questa volta 9) a cui chiedere i farmaci per la scuola ammalata.
Siamo stanche di dovere ogni volta richiamare il mondo della politica e della cultura alla cura di un bene comune da cui dipende il futuro del paese.
Non vorremmo che per questa via si fingesse di cercare rimedi che non corrispondono al diritto al sapere di una generazione di bambini e di adolescenti già privati dell’esperienza educativa, dei loro Maestri.
Ignorare che esistano le associazioni degli insegnanti (disciplinari e generaliste ) frequentate da migliaia di insegnanti riflessivi che si pongono domande sull’apprendimento di chi sa e di chi è in difficoltà è segno di superficialità.
La curiosità di conoscere, la dispersione scolare si curano a scuola nella relazione, nel gruppo dei pari. Per questi obiettivi vanno impegnate le risorse economiche.
Sostenere gli insegnanti non significa proporre loro corsi di formazione sulla sicurezza e sul digitale general generici. Sostenere la scuola e gli insegnanti esige una proposta che sappia vigilare sulla cultura della scuola, sul sapere disciplinare, sulla didattica in quanto scienza dell’insegnamento. C’è bisogno di più lingua, di più storia, di più diritto e economia, di più matematica e scienze per costruire le competenze culturali di base, che non decadano nel tempo.
L:’essenzialita, la significatività, la progressività è già nei curricoli. Sostenerne la progettualità e la ricerca è compito di chi governa la scuola.
La scuola attende da troppi anni scelte politiche contrarie ai tagli lineari di un recente passato che hanno penalizzato il tempo scuola e le risorse professionali, che hanno impoverito i modelli pedagogici che hanno fatto la scuola che riflette, sperimenta, ricerca.
La scuola, quella che non si arrende, lavora per cittadini colti, consapevoli non sudditi, che sappiano esercitare fino in fondo i diritti costituzionalmente garantiti. Un impegno per noi insegnanti e i governanti che discende dalla Costituzione, troppo spesso disatteso dalla politica e dal mondo della cultura, ora più evidente a causa dell’emergenza sanitaria.
Chiediamo una scuola che non sia intrattenimento, che non cerchi facili scorciatoie, che dia a tutti e a ciascuno il sapere utile per la cittadinanza.
SIMONETTA FASOLI
CATERINA GAMMALDI
ROSAMARIA MAGGIO
3 commenti
1 Aladinpensiero on line News
30 Luglio 2020 - 08:42
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=110753
2 Giacomo Meloni
30 Luglio 2020 - 16:54
GIUSTO SENTIRE TUTTE LE VOCI PRESENTI NELLA SCUOLA,AD INIZIARE DALLE VARIE ASSOCIAZIONI DEGLI INSEGNANTI COME IL CIDI, MA VORREI SENTIRE ANCHE UN COMMENTO SULLE SCELTE SCELLERATE A CUI STIAMO ASSISTENDO.
Una cosa voglio affermare: le grandi menti di scienziati e politici hanno trascurato i bambini, anzi sono stati non solo indifferenti, ma “crudeli”. Avere imposto la mascherina ai bambini e aprire una grande discussione ora - a scoppio ritardato o, come diciamo noi, a Babbu mortu, sulla scuola ad iniziare da quella della infanzia, dandosi da fare solo ora per “salvaguardare la salute dei nostri figli” , è una ipocrisia grande come una casa. Se avessero parlato di salvaguardare la salute degli insegnanti e del personale scolastico adulto, sarei stato più d’accordo. Ma cosa c’entrano i bambini? Con la scusa dei bambini e ragazzini si stanno facendo spese folli per i banchi, che solo uno scemo può progettare nei modi che ci sono stati finora presentati. Se poi risultasse vero che ogni banco costa 300 euro, mi vesto da Geppetto e propongo 30 euro a banco! Togliere la gioia di vivere, giocare insieme e fare amicizia fin dalla giovane età è un “crimine “. Sono convinto che, se non si interviene radicalmente e subito come psicologi, educatori, pedagogisti, le nuove generazioni saranno più individualiste e meno propense alla solidarietà .
Giacomo Meloni Segretario della CSS
3 Salvatore Coluccia
30 Luglio 2020 - 18:34
Concordo pienamente!
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