Un ragazzo a Genova

21 Luglio 2020
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Peppe Sini, responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo

Il 20 luglio 2001 a Genova veniva ucciso Carlo Giuliani, un ragazzo di 23 anni.
Nessun essere umano dovrebbe mai essere ucciso, ed a maggior ragione un giovane che si affaccia alla vita.
L’orgia di follia ed orrore che si scateno’ a Genova avrebbe dovuto persuadere ogni persona senziente e pensante della necessita’ della nonviolenza.
Persuase allora alcuni parlamentari di tutti gli schieramenti politici ad accogliere e sottoscrivere la nostra richiesta che le forze dell’ordine fossero formate alla conoscenza e all’uso delle risorse della nonviolenza, ma le proposte di legge da allora ad oggi reiteratamente presentate ancora non sono mai state discusse in parlamento.
Nel ricordo di tutte le vittime, e per far si’ che le forze dell’ordine della repubblica democratica cosi’ come definita dalla vigente Costituzione antifascista adempiano pienamente al mandato loro proprio di proteggere e salvare le vite umane, la civile convivenza ed il bene comune disponendo delle risorse necessarie e adeguate a tal fine - e non vi e’ dubbio alcuno che la nonviolenza mette a disposizione risorse concrete e coerenti, fondamentali ed insostituibili - rinnoviamo ancora una volta la richiesta al parlamento italiano di legiferare la formazione di tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine alla conoscenza e all’uso delle risorse della nonviolenza.
Salvare le vite e’ il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’.
Chi salva una vita salva il mondo.

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