Che caos! In negozio con la mascherina, in spiaggia senza

21 Luglio 2020
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Amsicora

Dire che non ci capisco nulla di ciò che mi sta intorno è usare un eufemismo. Questo è davvero un pazzo, pazzo mondo. Vado in negozio a prendere due bistecche (ho il vizietto in campagna di fare arrosti all’antica con legna dura di macchia: lentischio, mirto, murdegu, alias cisto, corbezzolo, arrideli e simili) e il macellaio garbatamente mi dice che devo avere la mascherina.  “Non per me, ma per evitare guai“. L’altro giorno son dovuto uscire e scrivergli un bigliettino, mettendomi la maglietta in bocca per ritirare il malloppo (roba di prim’ordine morbida come il burro!). Poi vado in spiaggia, mi munisco di mascherina per paura di vigili arcigni, gardie firestali, inflessibili, barracelli duri come un tronco di ginepro. E invece nulla, niente di niente. Ognuno fa i ca…voli propri. Chi gioca a racchette, chi fa dei tiri col pallone, chi si avvicina e grida diffondendo migliaia di goccioline, veicolo di possibile contaggio. Molti hanno l’accento lombardo e sono particolarmente spericolati. Sabato scorso uno faceva giocare in spiaggia un cane da ceco. Una mia amica, molto ligia alle regole, gli ha detto che il cane non può giocare in spiaggia. E lui, supponente: “lei sta offedendo un sardo, perché il cane accompagna un sardo ceco, che ora è in acqua con la sorella”. “Va bene, dice la mia amica, ma che c’entra l’offesa e cosa c’entra il sardo. Lei non è ceco, grazie a dio, e gioca col cane in spiaggia. Non può farlo, perché il cane per ciechi deve solo accompagnare il non vedente, ma non gionzolare e tantomeno giocare con vedenti“. E quello che fa? “Io sono lombardo e delle vostre regole son stufo, me ne sbatto”. “Se continuate così, con rigore e divieti, voi in Sardegna lombardi non ne vedrete piu“. La mia amica, poverina, era mortificata, un po’ timida è diventata muta. Non sapeva che dire. Allora decido d’intervenire e dico una sola parola: “Che bello!“. Lui s’incavola, farfuglia di turismo in crisi, di ristoratori  sul lastrico ed altro, la butta sull’economia. Ed io “che bello!“, capisce che i suoi argomenti non ci toccano e gli conviene star zitto, e così ce ne andiamo.
Lui però ha fatto tutto questo senza mascherina. E allora dovete spiegarmi perché lui può giocare col cane in spiaggia senza museruola ed io dal macellaio a procurarmi la cena devo mettermela, ed anche quando vado a prender il pane. Misteri della fede!
Sapete cosa sto meditamdo? Di non scendere più in spiaggia e di starmene a casa a leggere o fare qualche lavoretto in giardino. Problema! Se c’è il mestralino, si può fare, ma se arriva il vento africano, quello che ha inghiottito nel deserto l’armata di Cambise nel 524 a.c.,  quello che continua imperterrito a battere le nostre coste in primavera e d’estate, che faccio? Sono incerto. Decisione ardua. Meglio vivere alla giornata, vedremo che aria tira…

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