Benetton una sconfitta, ma non una disfatta

17 Luglio 2020
2 Commenti


Andrea Pubusa

     

Il vecchio Karl rimproverò i comunardi perché dopo aver preso Parigi non hanno schiacciato i reazionari prendendo anche Versailles. Il monito era di facile comprensione: se il nemico non lo metti completamente fuori combattimento, se gli lasci anche una piccola forza, può riorganizzarsi, proporsi la rivincita e ottenere la vittoria finale. Anche il celebre Segretario fiorentino la pensava allo stesso modo. Un avversario ancora vivo è un pericolo permanente.
Perché scomodare i grandi per la vicenda Autostrade?  Perché l’accordo raggiunto nella notte tra martedì e mercoledì dal governo con Autostrade per l’Italia sul futuro della concessione autostradale è giudicato in vario modo. Si passa dalle celebrazioni, una grande vittoria del governo, che sarebbe riuscito a imporsi su una delle più potenti famiglie imprenditoriali italiane, alla demonizzazione, soltanto grossi debiti e guai per i contribuenti. Tuttavia, una cosa è certa: i Benetton sono ridimensionati, ma non morti. Questo è il punto.
L’accordo, in sostanza, prevede che Autostrade per l’Italia (ASPI) – società privata che gestisce in concessione quasi 3mila chilometri di rete autostradale, controllata da una holding di cui la famiglia Benetton è socia di riferimento – cambi radicalmente assetto societario con l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti, una società controllata del ministero delle Finanze, e con un grosso ridimensionamento della quota dei Benetton.. Costoro (tramite la holding Sintonia, che è quella con cui detengono le quote in Atlantia) scenderanno così intorno al 10 per cento delle azioni totali della nuova società. Autostrade. ASPI sarà poi quotata in borsa e lo Stato ne rimarrà socio di riferimento riprendendo quindi il controllo di una grossa parte delle autostrade, a vent’anni dalla privatizzazione.
Questo 10% però mantiene Benettono in partita. Cosa accadrà domani? Non occorre essere preveggenti per capire che più o meno tutto l’establishment punta ad un forte ridimensionamento dei 5 Stelle, che son gli unici ad avere tenuto ferma la barra in uno scontro in cui Atlantia ha mostrato di avere appoggi un pò dappertutto. Le forze moderate italiane hanno fatto di Autostrade una trincea da mantenere a tutti i costi per una futura ripartenza contro le tendenze ad una ripresa di un ruolo pubblico in esonomia. In questa direzione il ridimensionamento dei musi gialli è un passaggio obbligato: rimescolerà le carte, riaprendo completamente la partita. Lì i Benettono e tutte le forze di cui sono parte possono rialzare la testa. Se pensiamo che hanno sfrontatamente avanzato pretese e ottenuto una trattativa col governio pur in presenza della terribile responsabilità per una sciagura, che ha commosso e indignato l’Italia intera, si compende che questa forza è tale da potersi ancora rioganizzarsi e palesare in un quadro politico fortemente mutato. E loro, se ne può essere certi, non faranno prigionieri.
Ecco perché è innegabile la vittoria del governo e del M5S, ma per i Benetton non è una disfatta irreversibile. Bisogna esserne consapevoli.

2 commenti

Lascia un commento