Un Primo Maggio contro la crisi globale, contro il capitalismo senza regole

2 Maggio 2009
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Red

Nonostante tutto il Primo Maggio non ha perso il suo carattere originario di giornata di lotta dei lavoratori contro il sistema capitalistico e per la democrazia. Quest”anno è stato caratterizzato dalla preoccupazione per gli effetti della crisi economica globale causata da una feroce corsa al guadagno dei grandi gruppi finanziari e dei grandi manager. Un Primo Maggio contro il supercapitalismo senza regole; un sistema ferocemente antisindacale, senza i manager “statisti” di un tempo, volti a contemperare profitto e utilità sociale, in una visione funzionale dell’impresa. Un capitalismo caratterizzato dai manager-pescecane, che hanno portato a casa cifre colossali (fino a 62 milioni di dollari), provocando - come in Francia - la reazione perfino degli azionisti, alleggeriti dei loro dividendi. E ciò non solo in caso di gestioni positive, ma anche in presenza di gravi insuccessi e perfino in occasione di fallimenti. La rabbia dei lavoratori affiora talora in forme di lotta primitive, come il sequestro dei manager pescecane in Francia. Oltralpe se ne occupato anche il cinema col film Louise-Michel, dove i lavoratori di un’azienda delocalizzata vanno alla ricerca del responsabile del loro licenziamento per giustiziarlo, ma scoprono che il padrone e immateriale, è…un fondo pensione!  Un ipercapitalismo insidioso anche perchè non intercettabile dai lavoratori e dai sindacati. Che però va contrastato con fermezza, anche perché responsabile dei disastri attuali. Occorrono regole e limiti alla “mano invisibile”, protesa ormai alla rapina sproporzionata e senza riguardo per i lavoratori: lo dice oramai anche il Presidente degli USA, impegnato a riportare il sistema entro ambiti di accettabilità.
In questo contesto drammatico, il Primo Maggio è stato meno celebrativo e più combattivo rispetto agli anni scorsi. Non sono mancati neppure gli scontri violenti fra manifestanti e forze di polizia. I tafferugli, in particolare a Istanbul e in alcune città tedesche, hanno provocato anche numerosi feriti tra gli agenti ed i manifestanti, ed hanno dato luogo a decine di arresti.
A Dortmund il corteo della confederazione sindacale Dgb è stato attaccato da circa 200 militanti di estrema destra: quasi 150 le persone fermate. In Germania molti i cortei e forte il loro malcontento per la peggiore recessione dal dopoguerra. Gli scontri in città come Berlino e Amburgo tra la polizia e i manifestanti che protestavano contro la crisi economica si sono conclusi con almeno 50 agenti feriti.
In Turchia undici agenti sono rimasti feriti a Istanbul, dove gruppi di centinaia di manifestanti si sono scontrati per parecchie ore con la polizia, lanciando pietre, bottiglie molotov e bulloni, infrangendo vetrine di banche e negozi nel centro città. Sessantotto le persone arrestate. Per disperdere i manifestanti, la polizia è ricorsa all’uso di idranti, veicoli blindati e gas lacrimogeni. Circa ventimila gli agenti mobilitati nella città.
Scontri con la polizia anche ad Atene e Salonicco in manifestazioni all’insegna della denuncia del carovita e a difesa dell’occupazione. Il partito (di opposizione) socialista ha denunciato in un messaggio la crisi del ‘capitalismo casino” e stigmatizzato la politica economica del governo. Nella capitale greca, che già nei mesi scorsi fu investita da un ampio movimento di protesta sopratutto giovanile per l’uccisione da parte della polizia di unoo studente, alcune centinaia di giovani hanno lanciato bottiglie incendiarie contro la polizia che ha reagito con lancio di gas lacrimogeni. A Salonicco gruppi di anarchici hanno tirato oggetti e uova contro i leader sindacali. Nel cimitero di Atene c’è stato un concentramento di forze democratiche per commemorare il trentatreesimo anno della morte in un incidente stradale sospetto, il primo maggio 1976, di Alessandro Panagoulis simbolo dell’opposizione democratica al regime dei colonnelli.
In Russia, a S. Pietroburgo (Leningrado) la polizia ha fermato un centinaio di simpatizzanti di estrema destra e di militanti che intendevano manifestare contro l’immigrazione. Sfilate si sono svolte in molte città russe.
Migliaia di manifestanti anche a Madrid e in altre città spagnole per un Primo Maggio segnato dalla crisi e definito dai sindacati iberici come “il più importante” da 15 anni. A Vienna circa centomila persone hanno partecipato al tradizionale raduno organizzato dal Partito socialdemocratico davanti al municipio: al centro la lotta per la”equità fiscale”.
Come sempre originali i cubani. Raul Castro, parlando ai manifestanti, ha chiesto alla popolazione di sviluppare una “cultura del risparmio” e una “maggiore dedizione al lavoro”.

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