C’e’ chi chiude ai lumbard e dintorni, noi sardi apriamo, chiedendo un piccolo gesto di responsabilita’ e di attenzione. E’ troppo?

1 Giugno 2020
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Andrea Pubusa

L’altro giorno mi sono recato all’oncologico per un prelievo. Tutto perfetto, all’ingresso un addetto, con mascherina e guanti, mi misura la temperatura, mi mette il gel nelle mani e mi indica una signora per l’accettazione. Nome e cognome e altre poche domande. Abituato alla politica di un tempo, volta anzitutto a capire la realta’, faccio un’intervista, un’ inchiesta volante. Come va?, chiedo alla signora. “Va tutto benissimo!”, risponde pronta. E soggiunge: “speriamo che Solinas non faccia venire i milanesi! Se qui avviene un contagio siamo finiti. Tutto va a carte quarantotto!”.
Preoccupazione anche in sala prelievi. Al computer arriva la richiesta di analisi da parte di un ex covid. “Qui - dice l’addetta - non ci mette piede, c’e’ un servizio ad hoc da un’altra parte! Se qui c’e’ solo un sospetto di possibile contagio, dobbiamo chiudere, sanificare e non ce lo possiamo permettere di sospendere cure, terapie da cui dipende vita o morte di tanti pazienti”. Capisco che fra gli operatori c’ e’ preoccupazione vera, non vogliono creare motivi di interruziore di un servizio sanitario decisivo per molti malati. Si vede che tengono ai pazienti impegnati in una dura battaglia esistenziale.Ecco li’ ho capito come chi sta in trincea non crede si debba essere superficiali o lassisti sul fronte anticovid, basta un nonnulla per compromettere un equilibro sanitario molto precario e delicato. Servizi essenziali da salvaguardare, diritto alla salute in carne ed ossa, con nome cognome e un volto, non in astratto, non un numero per statistiche. Ecco perche’ misure prudenziali non devono essere viste come odiose esclusioni o come anacronistiche ripicche, frutto di viscerali antipatie regionali. Queste vanno condannate senz’appello, al pari della opposta e omologa posizione di chi vuol venire in un’isola senza neppure farsi carico di un un controllo medico.
Del resto, avete visto la Grecia? Apre agli italiani, esclusi quelli delle regioni piu’ colpite, Lombardia in testa. Lo fanno mossi da razzismo regionale? O perche’ prendono atto di una realta’ incontrovertibile? Quella realta’ che si rifiutano di considerare Sala, Fontana e compagni. Zaia risponde malamente ai greci, come Sala a noi: di veneti  in Grecia non ne vedrete piu’!”. Basterebbe discutere dei fatti e in un attimo cesserebbero tutte le polemiche. si darebbe ai sostantivi e agli aggettivi il giusto significato. Ci si sforzerebbe di trovare le parole adeguate e di comunicare. E forse si perverrebbe a qualche utile risultato. Meglio tardi che mai!

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