Eureka: la Liberazione è uno stimolo a superare questi momenti difficili

10 Maggio 2020
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Eureka - Rete degli Studenti Medi Cagliari

Nonostante quest’anno non sia stato possibile scendere in piazza, a nome di Eureka - Rete degli Studenti Medi Cagliari, vorremmo dare il nostro contributo per fare in modo che questa giornata venga ricordata, soprattutto in questi momenti difficili.
A distanza di 75 anni dalla liberazione dal regime fascista e dall’occupazione nazista, è importante non solo ricordare il 25 Aprile, ma anche rivivere lo spirito dell’antifascismo in modo tale da impedire che vengano sopraffatti nuovamente i diritti e le libertà che ci siamo guadagnati dopo anni di oppressioni. Infatti, se oggi possiamo celebrare questa giornata è grazie coloro che hanno versato il loro sangue o messo a rischio la loro vita in nome della libertà.
Anche in un periodo difficile sia a livello politico che economico come questo, segnatoprincipalmente dall’emergenza sanitaria SARS-CoV-2, non possiamo abbassare la guardia; infatti, nonostante l’impossibilità di scendere in piazza, è necessario che ognuno di noi tenga accesa dentro di sé la fiamma della Resistenza.
Una volta usciti da questo periodo di crisi, ci auspichiamo che ci si ricordi di quanto possa essere fallace un sistema che promuove il lavoro precario in nome del profitto, e che non è in grado di garantire a tutte e tutti le stesse opportunità, atteggiamenti che vanno contro i principi che hanno cercato di portare avanti le nostre madri e i nostri padri costituenti.
Soprattutto tra i giovani è fondamentale la consapevolezza di quanto successo e la volontà di lottare affinché non riaccada; questo è possibile solo grazie all’istruzione e alla cultura, ora più che mai indispensabili. Nonostante queste siano le armi più potenti contro l’indifferenza, il diritto allo studio viene spesso messo in secondo piano, e durante questo periodo è emerso quanto le diseguaglianze sociali possano minare il percorso di formazione delle studentesse e degli studenti. Infatti, non tutti hanno i mezzi adeguati per poter seguire le lezioni, e lo stesso vale per gli insegnanti, che nonostante abbiano un ruolo di primaria importanza per poterci formare come cittadini ed esseri umani, non ricevono adeguati strumenti per poter svolgere al meglio il loro lavoro. Con la crisi che stiamo vivendo è emerso come il diritto allo studio sia sempre stato precario, soprattutto qui in Sardegna, e i tassi di abbandono scolastico ne sono la dimostrazione, e sicuramente, l’impossibilità di poter assistere alle lezioni per via telematica, rischia di far aumentare vorticosamente la dispersione scolastica nel territorio sardo.
Un po’ come il sistema scolastico, anche il sistema sanitario, che da decenni subisce costanti tagli, è in crisi. Tutto il personale ospedaliero e medico-sanio è a rischio perché non ha gli strumenti necessari per potersi difendere dai contagi. Speriamo ci si possa ricordare di tutte quelle persone che per mesi sono state chiamate “eroi” quando questo periodo sarà finito e si dovrà pensare a quanto investire sulla sanità pubblica.
Il settore della ricerca, invece, nonostante sia sempre stato vitale per la crescita del nostro Paese, e ora più che mai stia lavorando per salvare la vita a tutte e tutti, viene ignorato dalle istituzioni, e le ricercatrici e i ricercatori continuano a vivere nella precarietà e senza alcun tipo di garanzia.
In questi tempi in cui tutti quanti dobbiamo restare a casa per il bene collettivo, inoltre, è emerso quanto per tante persone restare a casa sia una condanna; infatti, i casi di violenza di genere e di femminicidio sono ancora all’ordine del giorno, e sono tante le persone, che, abbandonate dalle istituzioni e senza la possibilità di lavorare rischiano di finire sul lastrico. Per altri, invece, restare a casa non è contemplabile, perché una casa non ce l’hanno.
Questo non è il mondo che vogliamo, né quello per cui le forze partigiane hanno lottato, né quello che le nostre madri e i nostri padri costituenti avevano costruito per noi.
Nonostante la distanza e le difficoltà che stiamo affrontando, anche in questo 25 Aprile così diverso, non ci si può dimenticare delle proprie radici e della storia che ci caratterizzano. L’antifascismo è memoria storica, cultura, ma soprattutto è lotta, una lotta che va portata avanti con forza e orgoglio, la cui alleata principale è la cultura.

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