Amsicora
Cari amici e compagni, in questi giorni di “domiciliari”, rifletto molto sui casi della vita, ma il virus mi è entrato nel cervello, anche perché vengo sollecitato dall’esterno, radio, TV, stampa, messaggi, non ne posso più, è un chiodo fisso, l’idea mi tormenta. Scusatemi davvero, non posso fare a meno di pensarci e di parlarne.
Sentite questa, dopo il post sulle pene della Carta de Logu per i continenatali in vacanza-virus da noi, mi ha telefonato un continentale-sardizzato (chiamiamolo Bruno per la privacy), un compagno ed amico, che risiede e lavora qui da noi da molti anni. Quante battaglie insieme! “Amsicora - mi ha detto - non hai tutti i torti ad essere incazzato coi settentrionali calati in massa in Sardegna a divertirsi, sono incavolato anch’io, ma la Carta di Eleonora è troppo antica, è un testo medievale…“. “Si - borbotto io - ma ha avuto vigore fino al 1827“. E lui: “Ma dai! Non è credibile! E’ eccessivamente severo, forca per i malfattori maschi, rogo per le femmine, o, se l’infettato non muore, taglio della mano destra, per di più senza possibilità di commutare la sanzione in pena pecuniaria!“. Non so cosa rispondergli, forse ha ragione, penso fra me e me. E Bruno: “Non puoi trovare qualcosa di meno crudele? Quante cose puoi prendere da codici e pandette, per non parlare della letteratura! “. Che coglione! grido a me stesso, battendomi i pugni in testa. Sempre con questa Carta de Logu! In effetti, dico fra me e me, ci avrei dovuto pensare prima, anch’io - confesso - avevo qualche dubbio sull’applicazione della Carta. Ma da sardo…Eleonora viene prima di tutto e tutti.
“Caro Bruno, ci penso, forse hai ragione“, gli ho risposto, ma già mi ha consolato il fatto che lui, sardizzato ma pur sempre continentale, non mi abbia preso a male parole; vuol dire che il comportamento dei virus-vacanzieri anche a lui è parso sconsiderato e meritevole di sanzione, morale anzitutto. Se ci pensate bene, le restrizioni di Solinas, che tante peripezie ha comportato ai sardi di rientro, deriva dalla loro sconsideratezza.
Credetemi, quella telefonata mi ha tormentato per una sera, mi è rimasta in mente quell’indicazione di Bruno: la letteratura. E così, col pensiero, sono andato ai nostri classici, che lo studio delle fredde leggi non mi hanno fatto scordare. A ben vedere, avrei dovuto pensare anche a quel classico della civiltà giuridica, “dei delitti e delle pene“; in effetti, il buon Beccaria bandisce la pena di morte e le sanzioni corporali. Niente corda dunque o fuoco e neanche taglio della mano. Bando ai boia! Ha ragione il mio amico Bruno.
Mentre sono assorto in queste riflessioni, ecco, d’improvviso, un’illuminazione! Che fesso! C’è Dante, l’Inferno, dove contempla tutti i malfattori. Li ci sono anche quanti son calati dal nord, con auto e bagagli, per stare al mare o in montagna, senza preoccuparsi della fragilità del nostro sistema sanitario o della possibilità di propagare il virus in terra sarda. Dante non Eleonora! Ci avrei dovuto pensar prima, ma posso rimediare. Il sommo Poeta, dunque. Ci sono però dei nodi da sciogliere, e bisogna stare attenti: va individuata con precisione la fattispecie, per attagliare il giusto contrappasso. Non si può sbagliare o essere approssimativi., ci vuole senso della giustizia, proporzionalità fra delitto e castigo.
Primo problema: come li consideri tu coloro che, mentre la patria è mobilitata in una battaglia campale contro un nemico subdolo e invisibile, se ne fottono e vengono nella nostra ospitale isola a divertirsi? Rifletto, ci penso sù. In quale girone vado? C’è poco da arrovellarsi. La mente corre ai traditori, al canto trentaduesimo dell’Inferno, prima e nella seconda zona del nono cerchio, nella ghiaccia del Cocito, dove sono puniti rispettivamente i traditori dei parenti (Caina) e quelli della patria (Antenora). Che ne dite, compagni e amici? Sono i virus-vacanzieri traditori della patria, impegnata nella battaglia o dei parenti? Ma, io propenderei per la prima, in effetti, rischiando di favorire l’estensione dei contagi, tradiscono lo sforzo collettivo degli italiani contro la pandemia. Traditori dei parenti andrebbe bene, ma solo per i residenti in continente che sono sardi d’origine. E per gli altri? Quelli non sono parenti, sono ospiti. Dante è micidiale, prevede anche le sfumature, c’è anche la Tolomea, che raccoglie i traditori degli ospiti. Ci penso bene per non sbagliare (si tratta di dare pene, non noccioline!), ed, olpà, la soluzione. Nella Tolomea ci mettiamo i settentrionali che non hanno parenti in Sardegna, loro tradiscono solo la mitica ospitalità sarda. O no?
Che ne dite, ho qualificato bene le diverse fattispecie? Sìì? Ora vediamo le pene, il contrappasso.
Il contrappasso dei traditori è generale ed è simile per tutte le quattro zone del cerchio, c’è solo qualche specificazione secondaria tra zona e zona e in alcuni casi tra dannato e dannato. Ma individuiamo la pena. Tutti i traditori indistintamente devono stare al gelo; ne sono avvolti a causa del freddo e della durezza “del cuore” di chi compia con lucidità un tradimento, magari nella freddezza della premeditazione, in contrapposizione con il calore umano (o il fuoco della carità, come Dante la ritrarrà personificata nel Paradiso terrestre, sulla sommità del Purgatorio). Inoltre essi rappresentano il massimo della degradazione umana, essendo il loro peccato il più grave dell’Inferno. Per questo sono retrocessi nella loro immobilità, quasi come “pietre-umane“.
Gelo, dunque, freddo… e allora ecco il contrappasso per i virus-vacanzieri nordici. Distinguiamo fra chi è venuto al mare e chi ha preferito la montagna. I primi immersi nell’acqua del mare ignudi e immobili, con solo la testa fuori. E per quelli che sono andati in montagna? Qui non c’è l’omologo del gelato lago Cocito. E allora? Allora a costoro andrebbe bene tenerli immobili, fuori di casa dal tramonto al sorgere del sole o, se vogliamo essere buonisti, dal calar del sole fino a mezzanotte…e poi, per tutti indistintamente, a casa senza riscaldamento e senza TV! Solo libri…sulla storia e la cultura sarda! Anzitutto una bella Carta de Logu!
Mi sembra una buona idea. Del resto, Dante è il vate nazionale, se lo ha detto lui, chi può contestarne la validità.
Sentite che forza i versi per i traditori degli ospiti:
Inf. XXXIII, 92-99
Noi passammo oltre, là ‘ve la gelata
ruvidamente un’altra gente fascia,
non volta in giù, ma tutta riversata.
Lo pianto stesso lì pianger non lascia,
e ‘l duol che truova in su li occhi rintoppo,
si volge in entro a far crescer l’ambascia;
chè le lagrime prime fanno groppo,
e sì come visiere di cristallo,
riempion sotto ‘l ciglio tutto il coppo.
E’ chiaro? Col viso rivolto verso l’alto le lacrime gelano e formano un tappo, come visiere di cristallo, e riempiono tutto il ciglio. Niente male per questi traditori. Niente boia, ma bene comunque.
Felice, chiamo, Bruno per dargli la novella. “Pronto, Bruno? Ho trovato, li metto nell’Inferno, fra i traditori“. E lui, di rimando: “andrebbe bene, ma è pur sempre un’opera medievale. Non sai trovare qualcosa più vicina…“. “Vedrò ” - rispondo deluso e abbacchiato. E lui: “poi, scusa Amsicora, Dante è pur sempre continentale, non sai trovare qualcosa di veramente sardo? Ci sarà pur qualcosa di non medievale in Sardegna applicabile a loro!“. Lì per lì, mi coglie alla sprovvista, pensavo fosse d’accordo per Dante. Farfuglio: “Va bene, ci penso, ti chiamo fra qualche giorno“.
Amici e amiche, vi lascio, Bruno forse, ancora una volta, ha ragione, devo pensare ad una sanzione tutta sardesca, ma di epoca meno antica. Ora ho bisogno di concentrarmi. Vi farò sapere. Alla prossima! E statemi bene, buoni, a casa!
1 commento
1 Franco Meloni
16 Marzo 2020 - 11:24
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=105532
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