Amsicora
Cari continentali che siete venuti nella nostra isola ospitale in vacanza-virus o virus-vacanza, a voi che vi siete riversati in allegria nelle nostre belle spiagge, fuori da ogni prudenza e rispetto non solo delle regole, ma anzitutto di noi isolani, a voi è destinato questo scritterello, apparentemente pungente, in realtà amichevole. Credetemi non posso, per mia natura e per la mia fede democratica, essere contro di voi, ma ho il dovere di dirvi che la vostra condotta non è accettabile. E allora? Allora, in Toscana il presidente ha fatto un’ordinanza per indurvi a tornare a casa, io, da sardo, a voi applicherei la Carta de Logu della nostra amata giudicessa Eleonora. La Carta de Logu? Cos’è mai?, direte voi, convinti che qui si sia vissuto come nella giungla fino a poco tempo fa? La Carta de Logu è un codice in lingua sarda del Giudicato d’Arborea, che fu promulgata, nella sua prima versione, da Mariano IV d’Arborea, poi aggiornata ed ampliata dai figli Ugone III ed Eleonora verso la fine nel XIV secolo; è rimasta in vigore fino a quando venne sostituita dal Codice feliciano, del massacratore di patrioti sardi e non solo, Carlo Felice, nel 1827.
Voi obietterete, ma a quei tempi i virus e la loro diffusione non erano conosciuti, ergo Eleonora nulla poteva dire sul caso. Sì, questo è vero. Ma il codice di Eleonora si può attualizzare. Interpretazione storico-evolutiva? Certo, un po’ forzata, ma ci provo.
Siccome allora i virus non erano conosciuti, si può interpolare l’art. V, che punisce l’avvelenamento, ossia si occupa di colui che provoca la morte o l’infermità di una persona, uomo o donna, mediante la somministrazione di sostanze tossiche o di un veleno. “De chi darit, ovver fagherit dari ad alcuna persona tossigu, over venenu“, questa la rubrica dell’articolo. In fondo chi, come voi, dal nord Italia viene da noi senza motivo valido, lavorativo o altro, e si trattiene in violazione del decreto Conte, sa che può infettare altri sardi, diffondere l’epidemia, uccidere o far del male a uno o più sardi, all’intera natzione sardesca. Ma chissene… avete pensato voi, furboni, nel prendere la nave o l’aereo per scappare dalle vostre case e venire da noi. E allora, continentali di tutto il settentrione e di tutte le bandiere, che, a ben vedere, siete venuti qui in combriccola, con provviste, auto e caravan, manifestando poco rispetto e un non molto celato razzismo, come i sabaudi dei tempi di Giommaria che consideravano i noostri avi “sardi molentis“, somari, ecco a voi dico, solennemente, cosa prevede per i malfattori come voi il più longevo codice del mondo, un monumeto alla civiltà giuridica, la Carta de Logu della nostra amata giudicessa Eleonora.
Cosa sanciva, dunque, per gente come voi la Carta? E’ molto semplice e chiaro: se l’infettato muore, chi ha propagato il virus “si est homini cussu, chi hadi fattu su dittu mali, siat infurcadu, ch’indi morgiat; e si esserit femmina sia arsida, e non campit pro dinari alcunu“. Traduzione per lumbard e dintorni: “s’è uomo quegli, che ha fatto detto male, sia inforcato, che ne muoja, e se fosse donna sia arsa, e non campi per danaro alcuno“. Quindi, attenti!, nessuna conversione in pena pecuniaria: forca per voi maschi, rogo per voi femmine.
E se l’infettato non muore? “E se colui, a chi se gli desse detto tossico, ovvero veleno, non ne morisse, nè ne avesse mancamento nella persona, siagli tagliata la mano destra, e per danaro alcuno non iscampi, che non gli sia tagliata“; testo originale: “siat illi segada sa manu destra, e pro dinari alcunu non campit chi nolli siat segada“.
E i complici, ossia l’allegra brigata di famigliari o amici, amiche, amanti e simili scesi festosamente insieme a voi in terra sarda? “Et in su simili siat condennadu cussu, chi si accattarit in culpa, et in consentimentu di tali casu…“. “E nel simil modo sia condannato quegli, che si trovasse in colpa, ed in consentimento di tal caso“.
Non basta, amici e amiche scesi chiassosameente dal Nord. Ci sono anche i danni? Certo, Eleonora ha pensato a ogni cosa. “E intendesi, che quegli che avrà commesso detto maleficio, paghi, e pagar debba le spese, mancamenti, danni, ed interessi, che avrà avuto, ed incorso colui a chi fosse dato quel veleno“. E come stabilire il risarcimento? Niente paura donna Eleonora a tutto provvede, anche a questo. Consulenza tecnica d’ufficio! Per stabilire le spese per medici e medicine ed altre cure necessarie sarà nominato un collegio tecnico, precisamente il danno sarà quantificato “a provvisione de duos o tre bonos hominis elettos per sa Corti“.
Amici e amiche settentrionali calati con sentimenti negativi, sentite a me: finché siete in tempo, torrei de abui seis benius, tornate donde siete venuti. Chiedervi di chiedere scusa, capisco che è troppo! Per il resto, amici come prima.
1 commento
1 Aladinpensiero
14 Marzo 2020 - 08:38
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=105449
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