I fantasmi di Nughelles

23 Marzo 2020
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Bokkatzu

 Amici miei, l’epidemia è antica quanto l’uomo. Si può sfuggire in vario modo. Per scampare dalla peste scoppiata a Firenze nel 1348, ben si sa,  dieci giovani decisero di andare in campagna, di soggiornare per due settimane in due residenze nel contado, dove trascorrono il tempo tra balli, canti e il racconto delle novelle. Ogni giornata ha un re o una regina eletti a turno tra i novellatori, che decide il tema delle novelle che dovranno essere raccontate, mentre alla fine viene intonata una ballata e si sceglie il re della giornata seguente. Noi non possiamo andare in campagna nè al mare, non possiamo ballare e cantare insieme. Dobbiamo stare isolati e lontani. Possiamo però narrar novelle e leggere.

Si narra che nel cimitero di Nughelles, che allora stava vicino alla Chiesa sulla collina, ad un certo punto accadde una cosa strana. Il paese aveva un fiume e due ponti d’ingresso nel lato ovest, dove passavano i contadini che avevano le terre e gli armenti oltre il fiume. Il ponte della parte alta passava davanti al cimitero, vicino alla chiesa. Dall’altro lato, invece, proprietari, braccianti e servi pastori potevano rientrare senza problemi perché non c’era fiume e quindi ponte da attraversare e sopratutto non c’era il cimitero che di notte fa sempre paura.
Tutto si volgeva serenamente, secondo su connottu, l’antico modo, finché un bel giorno accadde qualcosa di imprevisto, il solito tran tran fu interrotto e la novità fu sorprendente e raccappriccinate per quella gente semplice e timorata di Dio. La voce si sparse in baleno in ogni casa. Per questa ragione i contadini presero a non passare da quel ponte dopo il calar del sole; era il ponte che stava a nord e che attraversva il fiume proprio all’altezza del cimitero. Al buio preferivano fare un lungo giro e entrare dal ponte sud, risalendo poi il paese per chi abita nella parte alta. I morti è meglio lasciarli in pace sopratutto se decidono di uscire dalle tombe e d’incontrarsi. Infatti la novità è che nel muro di cinta del cimitero hanno preso a comparire  i fantasmi, anzi, per la precisione, a detta di chi li ha visti, non tanti ma solo due, ricoperti d’un ampio lenzuolo bianco.
Dicono però che, come d’incanto, i fantasmi comparvero, scomparvero e poi ricomparvero. E le date delle comparse e delle scomparse non parvero proprio casuali.
C’erano in quel tempo in Nughelles due giovani, Giuannica e Perdu, che, a quanto si diceva,  si erano innamorati. Una cosa seria. Lui, insieme a babbo e mamma, l’aveva chiesta in sposa, ma era unu massaju e lei la figlia de su meri. Il matrimonio non s’ha da fare, non si può fare. Un bracciante non può amare una merixedda, una padroncina, e lei non può mare lui. Così andava il mondo a quei tempi. L’amore non ammetteva sbilanciamenti: i figli dei padroni con padroncine, i braccianti con figlie di braccianti e così via. E così i genitori di lei vanno alla ricerca di un marito all’altezza, di un altro paese però, così pensano, per lei è più facile dimenticare. E poi il solo parlare di quel matrimonio mai nato, l’aveva già disonorata, difficile trovare in paese un buon proprietario da darle in sposo. La ricerc è lunga, si prendono in considerazione tutte le famiglie della zona e finamente si trova un possibile sposo a Villmassargia,  un possidente naturalmente. Fidanzamento e sposalizio vengono concordati in men che si dica, da padre a padre. Giuannica è così moglie e presto madre. Nascono due figli, uno dopo l’altro. Ne possono nascere altri. Il suo destino è tracciato, immancabilmente senza varianti o fantasie.
Anche nel cimitero di Nughelles, come per incanto, tornò finalmente la pace, tutto diventa tranquillo, niente più rumori, niente più fantasmi, solo il rumore dell’acqua del fiume, nella notte. I contadini ripresero a passare nel vecchio ponte anche di notte. Però ogni tanto ci sono apparizioni di lenzuola bianche, e guarda caso, solo quando lei, Giuannica, torna in visita dai genitori. Che l’antica fiamma sia ancor accesa? Le voci - si sa - nei piccoli paesi corrono e rimbalzano di villa in villa. Saltano i monti. Giungono anche a Villamassargia e così un bel giorno, Giuannica torna in paese su un carro a buoi, con la cassa sulcitana contenente il corredo e senza figli. Così si divorziava in quei tempi. E così i fantasmi ripresero a comparire nel cimitero vecchio di Nughelles…Oggi non c’è più il fiume, il ponte e il cimitero e non ci sono più neanche Giuannica e Perdu.

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