Incostituzionale contingentare la presenza dei parlamentari alle sedute

11 Marzo 2020
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Dichiarazione di Massimo Villone

Presidente del Coordinamento per la democrazia costituzionale

 

Il Presidente della Camera informa che per ragioni di coronavirus è stata decisa con il consenso di tutti i gruppi “una riduzione concordata nel numero di deputati che affluiranno a Montecitorio che garantisca la proporzionalità fra i gruppi stessi e il plenum della maggioranza assoluta dei componenti”. È un vero e proprio contingentamento degli accessi, radicalmente e insanabilmente incostituzionale.

Il diritto di partecipare ai lavori e di votare è l’essenza della funzione di ciascun parlamentare, e quindi della funzione di rappresentanza dell’assemblea. Non c’è nessuna autorità, monocratica o collegiale, che possa privare di tale diritto il parlamentare, fuori dei ristrettissimi casi che i regolamenti contemplano, a fini essenzialmente sanzionatori (Camera, art. 58 segg.; Senato, art. 66 segg.). Meno censurabile appare la decisione del Senato, che fa riferimento a un “voto per scaglioni e attraverso appello nominale”, tale quindi – a quanto sembra di dover intendere - da consentire comunque il voto a tutti i senatori.

In ogni caso, colpisce la stupidità politica di una scelta che tutela la sicurezza dei parlamentari al di sopra della necessità che l’istituzione Parlamento dia al paese un esempio di fermezza e di capacità di resistere in una condizione difficile. Un regalo ai nemici della “casta” e a chi vorrebbe sostituire il Parlamento rappresentativo con gli strumenti – attaccabili solo dai virus informatici - della democrazia diretta in rete.

 

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