Piazza del Carmine? Che fare per renderla di tutti?

25 Gennaio 2020
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Red

Su piazza del Carmine se ne sentono di tutti i colori. Molestie a una cameriera. Minacce a due espositori intervenuti in difesa della donna. Latrina a cielo aperto: chi la fa al riparo delle macchine parcheggiate, chi sul muro delle poste. Spaccio. Poi scontri verbali e manuali, diffoltà di passaggio per i pedoni, mai una panchina libera per una pausa.
Lungi da noi invocare misure repressive, ma bisogna ammettere che ci sono gli estremi perché l’opposizione in Consiglio comunale faccia un’azione ragionevole e ferma perché questo stato di cose cessi. Cagliari non ha vere piazze, piazza del Carmine è forse l’unico grande spazio centrale dove si può andare a passeggiare da soli, con amici o coi bambini. Non può essere inaccessibile. Bisogna ammettere che anche solo attraversarla in piena mattina crea qualche disagio.
Cosa si deve fare? Certo, ad esempio, occorre evitare azioni repressive di stampo propagandistico. Non si deve neppure pensare ad una occupazione manu militari. Tuttavia un presidio permanente o intermittente ad alta frequenza questo sì, fino a quando la piazza torna ad essere un luogo di ritrovo, come deve essere.
La sedicente sinistra radicalshic non si pone il problema ed anzi pensa che qualunque azione volta a restituire gli spazi pubblici al decoro e alla normalità sia in fondo repressivo. Non pensano però i signorini che, mentre per loro la condizione di questi spazi è indifferente perché hanno altre frequentazioni, per i normali cittadini invece si tratta di questione importante. Come la vivibilità dei quartieri storici da Marina a Castello. Ora questo è il punto: un’azione e un programma di sinistra si deve far carico di tutti i problemi che riguardano la gente normale, i semplici cittadini. Volare troppo alto rischia di far perdere il contatto e il senso della realtà.
Aspettiamo, dunque, un segnale. Una battaglia per rendere liberi i cagliaritani di girare e fermarsi in qualunque parte della città in sicurezza sarebbe già una bella prova di maturità e di saggezza. Come quella di ampliare gli spazi per le attività culturali. Insomma, un poò il contrario di quanto si è fatto finora.

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