Il terremoto, Annozero e la libera informazione

17 Aprile 2009
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Antonello Murgia

Come di consueto nelle tragedie italiane, il terremoto si sta trascinando oltre ai problemi strettamente attinenti ad esso, anche una sequela di polemiche sulla prevedibilità dell’evento, sulla congruità dei soccorsi, sulla strumentalità delle critiche da un lato e della gestione del caso dall’altro.
Vorrei sgombrare subito il campo rispetto all’accusa di essere prevenuti. La storia della gestione dei terremoti nell’Italia repubblicana (dal Belice in poi) è costellata di episodi di malaffare e di utilizzo distorto di ingenti risorse pubbliche. La vita politica dell’attuale Premier, dal canto suo, è costellata di promesse non mantenute (valga come esempio il contratto con gli italiani firmato nel salotto di “Porta a porta”). Il bonus di fiducia è, dunque, esaurito da tempo; noi critici siamo prevenuti, ma di una prevenzione ampiamente giustificata dagli antefatti. Se poi parliamo di giornalismo, la diffidenza, l’andare oltre le dichiarazioni del potente di turno per andare a verificare sul campo, dovrebbe essere fra i requisiti principali di un buon cronista. Nei Paesi civili i giornalisti hanno il diritto/dovere di indagare anche su fatti assolutamente privati, alla ricerca di comportamenti che possano mettere in discussione la credibilità di un politico nei suoi atti pubblici. Così fu ad es. nel caso Bill Clinton/Monica Lewinsky: al di là dei risvolti scandalistici, Clinton venne indagato non per la sua condotta sessuale, ma perché accusato di aver mentito sotto giuramento.
Detto questo, vorrei sottolineare alcuni elementi che faticano a trovare spazio in un mondo dell’informazione dominato da chi sappiamo e con fenomeni di omologazione e di autocensura sempre più preoccupanti.
Non so quanto possa essere affidabile il metodo del radon proposto da Giampaolo Giuliani. Ho visto, però, che gli americani spendono milioni di dollari l’anno per monitorare la presenza improvvisa di questo gas1 e che anche altri operatori del settore hanno ripetutamente segnalato, negli ultimi mesi ed in particolare i giorni prima del terremoto, la presenza di indizi preoccupanti. Carlo Diana in un articolo su Liberacittadinanza2 riporta il resoconto dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia “il terremoto è stato localizzato con i dati di 22 stazioni della rete sismica nazionale dell’ING.” Dell’attività anomala “la protezione civile e’ stata costantemente informata. Gia’ dall’inizio di marzo la successione e l’incalzare delle scosse nell’Aquilano, in media a 10 km. di profondita’, avrebbe dovuto preoccupare la protezione civile. Da meta’ marzo, poi, le scosse si intensificano e nei giorni precedenti il 5 aprile la magnitudo si alza e la profondità aumenta. Ripetutamente si registrano scosse importanti nelle ore precedenti l’evento catastrofico ( alle 20,48 del 4/4/2009 magnitudo 3,9 – ore 22,39 magnitudo 3,5 ) poi la scossa tremenda alle 1,32 del 5/4/2009 magnitudo 5,8. Solo un irresponsabile poteva far finta di nulla”.
Probabilmente Giuliani aveva pretese eccessive rispetto alla corrispondenza tra livelli di radon e tempo e luogo dell’evento sismico. Però quel metodo aveva segnalato lo stesso problema che negli stessi giorni andavano segnalando i sismologi. Ed è stato frettolosamente liquidato da Guido Bertolaso con la definizione di imbecille. Perché il Presidente del Consiglio vuole che si trasmettano rassicurazione e serenità, gli uccelli del malaugurio lo infastidiscono. In un comunicato stampa del 7 aprile3 Carlo Podda, segretario nazionale della Funzione Pubblica CGIL, e Adriano Forgione, Coordinatore Nazionale FP CGIL Vigili Del Fuoco affermano: “… poiché siamo convinti che le criticità emerse siano anche il frutto di una pesante deformazione dei compiti del Dipartimento di Protezione Civile, il quale ha minimizzato l’impegno sul fronte della salvaguardia dei cittadini e dell’ambiente dai rischi antropici ed ambientali, per occuparsi dei grandi eventi mediatici, chiediamo che venga valorizzato e rilanciato il ruolo dei Vigili del Fuoco nel Sistema di Protezione Civile, che si riprendano adeguate politiche di investimento, di coinvolgimento attivo delle istituzioni territoriali e della popolazione negli interventi di messa in sicurezza degli edifici, di monitoraggio dell’ambiente, di programmazione e di ricerca, di potenziamento di mezzi ed organici, dedicati soprattutto al soccorso ed alla protezione della popolazione. Altrettanto andrebbe fatto nell’approntamento dei piani di d’emergenza e nella simulazione dei piani stessi, come ad esempio accade in Giappone, ed in generale nei Paesi più sviluppati ad alto rischio sismico”.
Podda e Forgione spiegano anche che a fronte di un fabbisogno di vigili del fuoco, secondo gli standard europei, di circa 45.000 unità, la dotazione attuale è di soli 30.000 e che quelli effettivi sono solo 26.000, “a causa della mancata restituzione del turn-over, che il Ministro Brunetta, quello che dà del fannullone e dell’assenteista a tutti i dipendenti pubblici, ha pensato bene di restituire nella misura massima del 10%”
I dati di fatto sono che il Governo ha tagliato le risorse per la Protezione civile, non solo come personale: infatti, gli stanziamenti nel 2009 sono stati ridotti da 793.270.000 a 604.020.935 euro4 (che vuol dire una riduzione del 25%). Berlusconi ha quindi poca credibilità quando riferisce “un dolore lancinante” per il terremoto abruzzese o quando va in giro a promettere ricostruzioni mirabolanti, accompagnando il tutto con i suoi atteggiamenti da “priogu risuscitau” tipo la disposizione, davanti alle telecamere, di andare a comprare 2 tailleurs neri per le due signore senzatetto e addebitare la spesa sul suo conto. E’ evidente che la sua preoccupazione non è dare conforto alla popolazione, quanto propinare l’ennesimo spot promozionale (quante analogie con i servizi dell’Istituto Luce del ventennio!). In una situazione come questa le trasmissioni come Anno Zero danno fastidio: e allora via con gli insulti a Santoro e alla sua redazione! Nell’Italia berlusconiana non è ammesso che il giornalista possa fare le pulci al potere o possa raccontare il Paese reale. Il giornalista deve trasmettere sicurezza!
Per quel po’ che può valere, anche la mia piccola esperienza personale mi dà queste sensazioni: il giorno del terremoto chiamo la CGIL che stava già organizzando un gruppo operativo e do la mia disponibilità a partire (chi mi conosce sa che sono medico pneumologo, cosa che mi sembra potesse essere utile nelle condizioni date). La risposta, inviata dal segretario nazionale Lorenzo Mazzoli il 9 aprile dice “… Da parte di tante strutture ci è stata segnalata la disponibilità di tante persone a recarsi nei luoghi del sisma per mettere a disposizione la propria professionalità. Grazie, ma la Protezione civile impedisce, per il momento, qualsiasi intervento che non sia stato deciso centralmente. Questo potrebbe essere comprensibile per evitare confusione e per poter coordinare meglio le cose, purtuttavia ci vengono segnalate diverse circostanze di disfunzioni organizzative che mettono in luce carenze che potrebbero essere ovviate …”
Il contenuto della lettera di Mazzoli, le critiche riportate da Anno Zero, la veemenza degli attacchi di Berlusconi e Fini a Santoro (e ora i provvedimenti censori della Rai e il licenziamento di Vauro), il rifiuto degli aiuti esterni, mi fanno pensare che Governo e Direzione della Protezione civile siano preoccupati più di nascondere l’immondezza sotto il tappeto che di portare aiuto a chi sta soffrendo.

Note:
1) http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Lettere&op=esteso&id=6040
2) http://www.liberacittadinanza.it/articoli/terremoto-gravi-responsabilita2019
3) http://www.fpcgil.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10171
4) http://www.energia.in/Finanziaria-2009/Protezione-civile.php

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