Partecipate alla lotteria, gente! E’ per l’Abruzzo!

18 Aprile 2009
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A.P.

Che idea geniale la lotteria per l’Abruzzo! Non una lotteria qualsiasi, ma una estrazione dedicata ai terremotati! Lo ha annunciato il sottosegretario all’Economia Alberto Giorgetti, con delega alle Dogane e ai Monopoli, a dimostrazione che di cervelli nel Governo ce n’è tanti. L’iniziativa è allo studio dei Monopoli di Stato. C’è l’imbarazzio della scelta, ma si pensa a forme di estrazione settimanale (Lotto, Superenalotto).
E’ sempre meglio dell’ipotesi 5×1000, lanciata da Tremonti, che, in fondo, sposta risorse dal settore no profit all’Abruzzo. Ergo non aggiunge un centesimo. Giustamente dal Pd è giunta una voce finalmente chiara: indecente usarlo. Speriamo che sia di tutto il PD. Ma anche Casini dice no.
In effetti la misura è ”demagogica e populistica”. Ed è dannosa per tante associazioni gia’ impegnate in attivita’ di assistenza ai piu’ deboli. Si troverebbero senza introiti. Molte delle organizzazioni destinatarie del 5 per mille, non lo si scordi, sono impegnate proprio in Abruzzo in questo momento.
Dal terzo settore viene giustamente la proposta di lasciare il 5 per mille alla solidarieta’ e di finanziare la ricostruzione dell’Abruzzo colpendo le spese ”inutili e sbagliate” come quelle militari, le rendite finanziarie o le grandi opere. Particolarmente allarmate le associazioni che si occupano di sostegno a distanza, spesso di piccole dimensioni, e per le quali il 5 per mille e’ un supporto indispensabile, come la onlus La Gabbianella che chiede al ministro dell’economia Tremonti di ritirare la sua proposta. Insiste anche Andrea Olivero, presidente del Forum del terzo Settore: ‘’sono due anni che le organizzazioni attendono i soldi del 5 per mille della dichiarazione dei redditi del 2007: di questo passo qualsiasi aiuto attraverso il 5 per mille arriverebbe solo nel 2011”. Di ”trappola”, infine, parla Giampaolo Concari di Peacereporter, per il quale quella del governo e’ ”una manovra demagogica, con pochi effetti pratici e che sottrae risorse anziche’ fornirne di nuove”. Meglio sarebbe invece, sostiene, utilizzare i fondi dell’8 per mille. Ma su questo versante il governo è muto, perché sà di toccare il Vaticano e a tutto pensa fuorché a questo.
Dicevamo della contrarietà del PD. L’ha espressa Roberto Della Seta, senatore del Pd e capogruppo in Commissione Ambiente: ”E’ una proposta indecente e anche un po’ schizofrenica,ha commentato, speriamo venga abbandonata come altre idee balzane proposte dal questo governo”. ”In questi giorni tragici - ha soggiunto Della Seta - si e’ dimostrato una volta di piu’ che il volontariato, l’associazionismo sono pilastri insostituibili del ‘welfare’ italiano. Se la Protezione civile nel nostro Paese ha raggiunto livelli importanti di efficienza e capillarita’, lo si deve anche e molto a migliaia di associazioni grandi e piccole pronte a mobilitarsi con generosita’ e competenza nelle situazioni di emergenza. Togliere l’ossigeno a questo sistema, come avverrebbe decurtandogli il 5 per mille, sarebbe un atto di assoluta cecita’ e irresponsabilita’ e un atto schizofrenico: lo Stato per aiutare dei cittadini in difficolta’, interverrebbe penalizzando i servizi ai cittadini resi dal settore no-profit”.
Non si poteva dire nulla di meglio.
Ma anche Casini e Cesa stavolta fanno centro. E’ sbagliato pensare di destinare all’Abruzzo il 5 per mille oppure l’8 per mille, che gli italiani versano per le associazioni di volontariato e per la chiesa, che sottrarrebbe risorse alle associazioni che sono sul campo tra gli sfollati. E Casini sollecita giustamente ad evitare ” guerre tra poveri: non si trovano le risorse togliendole a qualcun altro”.
Fra questi altri c’è anche il Vaticano. Infatti, la proposta non piace neppure a Bagnasco, almeno riguardi all’8 per mille: ”Anche dal prossimo otto per mille sara’ possibile ricavare ulteriori fondi per l’emergenza sisma”. Il presidente della Cei, ha manifestato questa opinione a margine dell’incontro avuto questa mattina con il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, presso la scuola della Guardia di Finanza a Coppito. Bagnasco ha precisato che la voce ”emergenza” ha da sempre un capitolo inserito nella donazione attraverso il pagamento delle tasse. ”A maggior ragione in una situazione come questa” ha concluso il cardinale.
Questa presa di posizione ci tranquillizza perché - com’è noto - il Cardinale detta la “linea”. E’ dunque probabile che Tremonti indietreggi e pensi ad altro. Ed infatti viene fuori l’idea  del 5 per mille bis, che scongiurerebbe “la lotta fra poveri”.
In tempo di ‘caccia’ ai paradisi fiscali (il G20 li ha formalmente ‘eliminati’) si pensa ad una nuova edizione dello scudo fiscale (come ha confermato il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta) che consentirebbe di far rientrare in patria capitali freschi ‘allettando’ i connazionali che hanno soldi all’estero con una piccola aliquota da pagare (era al 2,5%). Mettendosi così al riparo anche da eventuali accertamenti fiscali (per questo si chiama ’scudo’). Ma il problema, come spiegava pochi giorni fa lo stesso Silvio Berlusconi, è che lo ’scudo’ “non è una misura fiscale immediata”. Ci vorrebbe cioé troppo tempo per reperire risorse. Insomma il Cavaliere è restio. Per cui è probabile che non se ne farà nulla.
Altra ipotesi? Una tassa ad hoc, ‘una tantum’ a valere sull’Irpef. Ma si tratta di una via complessa. I critici di questa ipotesi ricordano infatti che sul reddito delle persone fisiche ‘pesano’ infatti già le addizionali locali. E poi Berlusconi non vuole apparire come uno che impone balzelli.
Meglio la tassa per i ricchi. Si tratta di un contributo ‘obbligatorio” una tantum sui redditi oltre i 130-140mila euro. Secondo gli ultimi dati disponibili, la platea interessata (quella nella fascia di reddito da 120mila a oltre 200mila) è di circa 300mila persone, di cui 80 mila con partita Iva. A conti fatti, se la maggiorazione fosse del 1% si potrebbe incassare oltre 500 milioni di euro. Ma Palazzo Chgi precisa: “E’ assolutamente infondato e del tutto falso che sia stata presa alcuna decisione in merito ad una tassa sui ricchi diretta a qualsiasi scopo”. Il Cavaliere è ben attento a non scontentare il suo elettorato e a non perdere la nomea di essere un uomo antitasse. Senza questo antidoto, certamente avrebbe pensato ad una tassa di solidarietà da imporre ai lavoratori!  Ma sarebbe troppo grossa, anche per lui. 
Ed allora? La lotteria sembra la soluzione più probabile. Ed in fondo anche la più onesta. E vedrete che sarà anche ricca. Mi ricorda l’autofinanziamento della Sezione “Lenin” del PCI di Carbonia, ai primissimi anni ‘60: la domenica si ballava e veniva messa in palio una stupenda torta, preparata dalla moglie del segretario. L’incasso era sicuro: nobile la causa, ottima la torta, unanime l’acquisto del biglietto. Grande consenso e soddisfazione di tutti.
Rimane un “però”: chi controlla la destinazione dei fondi? Alla Sezione “Lenin” c’era il cassiere e il segretario e il direttivo e tutto avveniva in pubblico, davanti ai compagni e alle compagne. Qui, qualche problema c’è. La ricostruzione è una fase molto delicata. Parola del Procuratore de L’Aquila, che ha messo in guardia da inflitrazioni mafiose. Ma l’emergenza, può suggerire procedure “speciali” e “snelle” per gli appalti. Insomma, a parte la mafia, tante occasioni per elargire favori a costruttori e fornitori. Volano milioni, mica noccioline! Non è che il Governo voglia chiudere “Annozero” proprio per questo, per impedire il controllo mediatico? Chissà quali vignette irrispettose farebbe Vauro! A ben vedere, senza Santoro, chi rimane in TV a fare inchieste controcorrente? Forse “Report”. Troppo poco.

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