Vittorio Emanuele III, per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia Imperatore d’Etiopia, decreta la ‘Costituzione del Comune di Carbonia’

22 Settembre 2019
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Gianna Lai 

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Carbonia

Nell’80° anniversario, proseguiamo nell’appuntamento domenicale sulla storia di Carbonia con la rievocazione della costituzione del Comune. I precedenti post il 1° l’8 e il 15 settembre. 

  Il Regio Decreto Legge del 5 novembre 1937, n.2189, istituisce il nuovo Comune di Carbonia, in località Monte Fossone, che comprende nella sua circoscrizione, oltre all’intero territorio di Serbariu, anche alcune parti di quello di Gonnesa e di Iglesias. A firma del re e di Mussolini. ‘Ritenuta la necessità urgente e assoluta di provvedere alla costituzione in provincia di Cagliari di un nuovo Comune con denominazione Carbonia, udito il Consiglio dei ministri, sulla proposta del Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato, Ministro segretario di Stato per gli affari dell’Interno, di concerto con quelli per i lavori pubblici e per l’agricoltura e le foreste. Abbiamo decretato e decretiamo…‘.
L’enfasi dell’intonazione sulla pressante esigenza di fondare al più presto la città fa parte del bagaglio ideologico del regime e della monarchia, ma mette già in luce la logica aziendalistica che sottende la nascita del nuovo Comune, privato fin da subito di poteri importanti, come quello di espropriazione in base alla stessa legge istitutiva, che lo trasferisce direttamente all’ACaI, nella formulazione dell’Art. 4: ‘Per assicurare, con la trasformazione agraria dei terreni circostanti, il risanamento igienico dell’abitato di Carbonia, l’Azienda Carboni Italiani è autorizzata a espropriare i terreni che saranno determinati, anche con più decreti successivi, dal ministro dell’Interno di concerto col Ministro per l’agricoltura e le foreste. I decreti anzidetti tengono luogo del provvedimento di approvazione del piano particolareggiato di esecuzione e potranno contenere la dichiarazione di urgenza e di indefferibilità, ai fini dell’applicazione degli articoli 71 e seguenti della legge 25 giugno 1865, n. 2359‘. Un potere di espropriazione pieno all’ACaI, che non è ente pubblico, compresa la facoltà di dichiarare l’urgenza e la indefferibilità delle opere da realizzare e che consente l’immissione nel possesso, prima ancora dell’esaurimento del procedimento di espropriazione.
Proprietaria del territorio del Comune, poiché incaricata di sviluppare la ricerca e la produzione di carbone e di promuoverne consumo e commercializzazione, dovendosi allargare l’intervento pubblico, l’ACaI aveva garantita pure la titolarità delle nuove acquisizioni. E così, proprio col riconoscimento all’Azienda del potere di espropriazione, seppure limitato a fini agricoli, epperò direttamenete sottratto al Comune, si impediva quasi del tutto all’Ente pubblico la possibilità di creare in modo autonomo un suo patrimonio, anche per il futuro. Il fatto è che la città-azienda di Carbonia deve essere, per volere espresso di Mussolini, completamente subordinata all’ACaI: sotto il suo controllo diretto minatori e abitanti, persino vietato ai privati l’avvio di una qualunque nuova attività produttiva, la sua sede sempre lontana dalla miniera, sempre confinata nella Penisola.

Quando il Comune viene istituito, solo da pochi anni è stato celebrato il primo ‘decennale della rivoluzione’, mentre le elezioni del ‘34 avevano sancito, con plebisciti, il consolidamento del regime. Nel 1936 la nascita del cosidetto Impero e la partecipazione alla guerra civile spagnola e, ’sulla scia dell’espansionismo tedesco, la convinzione del regime di allargare con le armi la propria influenza’. In tale contesto, il territorio del Sulcis sembrava destinato piuttosto a dover sopportare un nuovo padrone invasivo ed esigente, che scende da Roma a capovolgerne le sorti e definirne unilateralmente l’assetto futuro. Perlomeno fino a quando il fascismo non fosse sconfitto, fino a quando l’Italia non divenne una Repubblica democratica: anche allora si sarebbe dovuto, tuttavia, di nuovo affrontare il problema del patrimonio edilizio cittadino, passato nel dopoguerra direttamente alla SMCS.
Terza città di fondazione della Sardegna, dopo Mussolinia e Fertilia, Commissario Prefettizio del Comune di Carbonia è il dottor Ovidio Pitzurra, nominato dal Prefetto di Cagliari T.C. Canovai. L’anno successivo Podestà, per nomina del Ministro dell’Interno.

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