Questa volta l’editto bulgaro parte da L’Aquila

13 Aprile 2009
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Red

Il presidente Rai Paolo Garimberti e il dg Mauro Masi hanno avviato ‘gli approfondimenti “di legge’ su Annozero. In una nota poi, Garimberti e Masi ribadiscono ”pieno e forte sostegno alle azioni svolte dalla Protezione Civile per il terremoto in Abruzzo, solidarieta’ peraltro gia’ espressa sin dal primo momento”. Due componenti della Vigilanza, Merlo (Pd) e Lainati (Pdl), in perfetta sintonia, avevano sollecitato l’intervento dei vertici dell’azienda radiotelevisiva contro Santoro. Appiatimento bipartisan, dunque, su Berlusconi. Al Cavaliere non bastano le tante telecamere, che, minuto per minuto, ne hanno esaltato le gesta in terra d’Abruzzo. Anche una sola che mostri cose diverse gli dà fastidio. Così il cavaliere torna ad attaccare la stampa libera e colpisce di nuovo un suo antico bersaglio: Michele Santoro. “Non parlo più di questo, ma mi sembra che i fatti mi abbiano dato ragione: la tv pubblica non può comportarsi in questo modo”: così il presidente del Consiglio, in visita alla tendopoli di Monticchio, vicino L’Aquila. Stavolta gli tiene bordone anche Gianfranco Fini: “Annozero - sostiene il presidente della Camera - è stata semplicemente indecente, l’unica cosa stonata in questa tragedia. Non si può speculare sulla tragedia come qualcuno ha fatto per trarre vantaggio per la sua audience”. Insomma, chi va oltre la facciata, sta fuori dal coro e non accetta ill “pensiero unico” viene messo all’indice. Ed ecco prontamente l’annuncio zelante della presidenza e la direzione generale della Rai (Garimberti ei Masi): l’indagine è gia scattata!.
La risposta di Sandro Ruotolo non si fa attendere ed è affidata a Facebook: “Indecente - scrive Ruotolo sul Social network più famoso nel mondo - è la terza carica dello Stato che attacca, per la seconda volta in pochi mesi, un programma di informazione. Nei paesi democratici l’informazione critica il potere e non viceversa. E nessuno dice niente”. L’informazione “equilibrata” gradita al potere è quella rappresentata dal vero e proprio “santino” del presidente del Consiglio, andato in onda oggi pomeriggio, su RaiUno, a Domenica in. Ma su queste trasmissioni del “servizio giornalistico” sulle lacrime di Berlusconi davanti alle 300 bare abruzzesi il presidente Garimberti (che qualcosa di giornalismo obiettivo sa) e il direttore generale Masi (che qualcosa di regole dell’editoria pubblica e privata conosce) non indagano.
La trasmissione non è piaciuta neppure al Vescovo dell’Aquila. Anche Sua Eminenza ha protestato, stando invece muto per le case e gli edifici pubblici costruiti con la sabbia marina. Dal coro si dissociano per ora soltanto Vincenzo Vita, della sinistra PD, e Giuseppe Giulietti, esponente di Articolo 21, che invece ritengono “grave” l’attacco del premier. Ed anche il leader del Idv, Antonio Di Pietro, interviene, stigmatizzando come “indecenti le pretese di Fini e Berlusconi”.
Ma cosa è successo ad Annozero?
Michele Santoro, giovedì scorso nella puntata di Annozero, si era posto le domande che si pone gran parte dell’opinione pubblica, anche in Abruzzo, ma che sono state omesse dai TG nazionali in nome dell’emergenza terremoto e dalla necessità di non rompere il clima da “unità nazionale” che si è voluto subito suscitare attorno al tragico evento. In particolare ci sono alcuni fatti che inquietano: dopo la riunione della Commissione Grandi rischi con la Protezione civile, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, decide di chiudere le scuole con una settimana di anticipo. All’Aquila, infatti, quasi tutte le scuole sono state chiuse il 31 marzo, con oltre una settimana di anticipo sulle vacanze pasquali. Si ricordi che il terremoto è del 6 aprile. Nella notte del 5, dopo aver fatto effettuare verifiche sulla stabilità di altri edifici scolastici, lo stesso sindaco ha chiesto a una tv locale di mandare, in serata, un “serpentone” per avvisare gli studenti di altri istituti che il giorno dopo non dovevano andare a scuola. Perché questo provvedimento? Cosa è emerso nella riunione della Commissione Grandi Rischi?
A questo punto “Annozero” ha chiesto, visto che l’emergenza era così acclarata, perché i Piani dello Protezione civile fossero ancora soltanto sulla carta, beccandosi - il giorno dopo - gli attacchi di Libero (che lo ha chiamato “sciacallo”) e dello stesso Giornale di Berlusconi, il cui direttore, Mario Giordano, era presente in trasmissione e aveva già criticato alcuni passaggi della puntata. Poi l’attacco di Berlusconi in persona.
La domanda di Santoro, al di là del polverone mediatico, è comunque pertinente: perché, sapendo tanto, si è fatto così poco? E - aggiungiamo noi - perché non si è chiusa anche la Casa dello studente e non si è fatto come a Faenza anni fà, quando, in presenza di uno sciame sismico, per precauzione, la gente è stata invitata dalle autorità a dormire nelle tende apprestate per l’occasione. Quesiti pertinenti, dunque, quelli di Santoro, che dovrebbero investire non un singolo conduttore o una trasmissione tv, ma il grosso della stampa italiana di fronte ad un evento catastrofico che ha causato 300 morti e 40.000 sfollati. Così come non costituisce lesa maestà, ma corretta informazione, mettere in risalto, accanto all’operosità e ai meriti della Protezione civile, anche i ritardi, come ha fatto in collegamento dall’Aquila Sandro Ruotolo, quando ha messo in luce che, a quattro giorni dal terremoto, in alcuni paesi non avevano ancora tendopoli e in alcune mancavano i bagni chimici, le cucine, l’acqua. Ad Isola di Gran Sasso, “a mezzogiorno non c’erano ancora le tende”. Del resto Ruotolo ha dato atto che nell’insieme la macchina dei soccorsi ha dato buona prova: “Il grosso è stato fatto - ha concluso - ma ci sono paesi in cui la gente continua a dormire in macchina”.
Ed allora perché accalorarsi tanto contro Annozero? A ben vedere, Santoro e Ruotolo hanno seguito il monito del Presidente della Repubblica. “Nessuno”, ha detto Napolitano durante la sua visita in terra d’Abruzzo, “deve chiudere gli occhi. Né chi costruisce, né chi acquista, e tantomeno chi è chiamato a fare i controlli”. E uno dei controlli più importanti in democrazia è proprio quello che esercita la libera stampa, il vero giornalismo d’inchiesta, che, da che mondo e mondo, stà fuori dal coro. Anzi mette in luce ciò che gli altri nascondono. Ma è proprio questo che infastidisce Berlusconi, che, per la seconda volta, in pochi giorni miaccia giri di vite sulla libertà di stampa solo perché c’è qualche giornalista, che, anziché osannarlo, fa il proprio dovere.

1 commento

  • 1 Antonello Murgia
    13 Aprile 2009 - 23:57

    Se non bastasse quanto scritto sopra, i vigili del fuoco de l’Aquila hanno lamentato che la Protezione civile ha in gran parte abbandonato i suoi compiti di prevenzione, che Bertoloaso fa soprattutto chiacchiere e che il Governo nella L. finanziaria ha tagliato i finanziamenti anche alla Protezione civile. L’on. Merlo però ha detto che chi chiede a Bertolaso di dimettersi dovrebbe vergognarsi. Io di una cosa mi vergogno davvero e molto: di essere rappresentato dall’on. Merlo

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