Solinas a Pontida a giurare. Per chi e per cosa?

17 Settembre 2019
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Amsicora

Gente di Sardegna, non so a voi, ma a me ha incuriosito tanto la presenza di Solinas a Pontida. Cosa avrà pensato, come sardo, ripetendo la sacra formula bossiana: «Oggi, sul sacro suolo di Pontida di fronte alla sua millenaria abbazia e alla sua storia, dopo otto secoli or sono i nostri comuni riunirono in lega e giurarono di combattere contro il potere straniero noi rappresentanti dei popoli padani si giura di difendere la libertà dei nostri popoli padani dal potere romano e ciò si fa giurare anche ai nostri figli».  Noi rappresentanti dei popoli padani!? Chissà, forse Christian avrà pensato di poter introdurre una variante “noi popoli campidani“, per difendere la libertà dei nostri popoli campidani, contro chi? E qui casca l’asino: vada contro il potere romano, ma il “potere straniero” è anche quello delle centrali nordiste? E li c’è o no la Lega?  Il partito di Salvini è magna o parva pars di quel potere? Insomma un guazzabuglio dal punto di vista dei sardi e ancor più dei sardisti.
Ma ci avrà pensato Christian? O avrà solo pensato che, in fondo, se noi abbiamo il porcetto loro hanno le cotolette alla milanse, che sono - è vero - altra cosa, ma sono anch’esse buone. Con una precisazione però che le cotolette alla milanese posso piacere a un giovane, ma un sardo d’altri tempi, non le avrebbe certo gradite. Non sono contemplate nella sardità. I nostri vecchi uomini di campagna la carne la mangiavano cucinando la parte della bestia, mai facendo bistecche o fettine. Queste sono un prodotto della modernità. I sardi mangiavano la bestia intera o in parti organiche, senza ulteriori frazionamenti. La società  era lenta. Non esisteva la cottura veloce in padella nella paus pranzo.
Ma, ahime!, stavo parlando di Solinas a Pontifda e la finisco a discettare di porcetti, cotolette e simili. Sarà che Solinas più che per la testa colpisce per la panza? Sarà che la sua faccia evoca grandi tavolate campestri? Anche le riunioni sui grandi tavoli istituzionali, quando inquadrano la sua faccia per prima fanno pensare subito ad una crapulata in corso, al vino che scorre a fiumi, e agli arrosti in grandi contenitori di sughero. A tutto pensi fuorché ad una riunione politica, a un luogo in cui si usa il cervello. Ecco forse la convergenza con Salvini, che evoca le stesse sensazioni, sta tutta qui, nella panza. Cotolette o porchetto poco importa. O no?

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