A.P.
Era nell’aria. La Rwm, che fabbrica bombe a Domsunovas, nei prossimi mesi manderà a casa 160 lavoratori. La notizia è stata data con un comunicato inviato a tutti i dipendenti. La ragione del drastico taglio di forza lavoro viene motivata con il divieto di export di armi verso l’Arabia Saudita. L’inibizione consegue alle risoluzioni internazionali, oltre che al dettato della nostra Costituzione e della legge italiana. I paesi della UE non possono esportare armi a paesi in guerra con altri Stati, come l’Arabia Saudita, che sta conducendo una guerra brutale in Yemen con bombe sganciate anche sui civili. Il divieto imposto dal Parlamento italiano nel luglio scorso è dunque un tardivo adeguamento alle risoluzioni e ai trattati internazionali.
«Dal 15 settembre – si legge nel comunicato RWM – il ritmo produttivo attuale di tutte le linee di produzione diminuirà, necessariamente, in modo significativo. L’azienda si impegnerà affinché le eventuali misure di contingenza a sostegno dei lavoratori temporaneamente sospesi siano accessibili a tutti i lavoratori facenti parte dello staff della Rwn Italia a luglio 2019, indipendentemente dalla effettiva data di sospensione del rapporto di lavoro».
L’azienda stima una riduzione del personale di 160 unità. «Comprendo perfettamente che la situazione sia molto difficile, soprattutto per chi tra di voi ha famiglia” – commenta il direttore generale Fabio Sgarzi rivolgendosi ai propri dipendenti, invitando alla calma anche perché, a rigore, l’azienda dovrebbe bloccare tutte le produzioni dirette fuori dall’Europa.
Ora la palla passa al governo nazionale e alla giunta regionale. Occorre subito la riconversione. Bisogna mettere in campo progetti e realizzarli immediatamente. Viene in considerazione qui il deficit di iniziativa sulla riconversione di sindacati e forze politiche, che abbiamo da tempo denunciato. Era vano sperare che le leggi e i divieti internazionali che valgono per tutti, anche per la Germania, potessero avere una deroga speciale a Domusnovas. La riduzione delle produzioni era annunciata e certa. La riconversione andava preparata da tempo, anziché attardarsi nella difesa di produzioni er esportazioni illecite. Ora bisogna recuoperare tutti insieme il tempo perduto. Occorre pensare a produzioni pulite. In questa direzione devono spingere anche le associazioni e i movimenti che si sono battuti per la cessazione della produzione di bombe. Dobbiamo far sentire ai lavoratori una solidarietà non solo a parole, ma anche con la mobilitazione permanente.
1 commento
1 Aladin
12 Settembre 2019 - 07:58
Anche su Aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=100284
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