Amsicora
C’è una generale soddisfazione nell’area del centrosinistra e dintorni, dall’alta alla media e bassa intellettualità, malandrini compresi. Siccome non c’è stata sulla questione riflessione preventiva, ma repentino cambio di posizioni, le ragioni dell’intesa sono contingenti e superficiali. Vale dunque la pena fare qualche congettura anche a rischio di cantonate.
Partiamo dai dati reali: il M5S è diventato il primo partito a spese del PD, mangiandogli l’elettorato più propenso all’innovazione e sensibile ai temi sociali e alla questione morale. Formato il governo con la Lega, questa ha prosciugato il M5S, mentre il PD è rimasto sostanzialmente stabile. Ora, M5S e PD, due forze in evidente difficoltà, si alleano improvvisamente dopo essersi combattuti senza esclusione di colpi. Il motivo fondamentale della convergenza non è peregrino: battere la Lega di Salvini, che, in un delirio di onnipotenza, voleva nuove elezioni e “pieni poteri”. La soddisfazione di tutta l’area del centrosinistra, compresi intellettuali spesso non allineati come Ferrajoli, Cacciari, Asor Rosa e Occhetto o associazioni sempre fortemente critiche e autonome come il Comitato per la democrazia costituzionale (ex Comitato per il NO), nasce proprio dallo stop a Salvini. Il risultato è ovviamente ottimo e, come diceva l’altro giorno Occhetto in TV, pur essendo frutto di una convergenza improvvisa e non l’esito di un avvicinamento meditato, in corso d’opera, può cambiare segno e inaugurare una fase nuova di aggregazione di forze per il cambiamento. Insomma, si può rigenerare un blocco progressista.
Ovviamento questo è l’auspicio di tutta l’area democratica, ma c’è anche uno scenario, meno ottimistico, di cui è bene tener conto.Il M5S in calo e il PD in crisi possono essere stati indotti all’incontro, i primi per tamponare Salvini, i secondi per evidente crisi di astinenza governativa. Il M5S rinuncia a pascolare nei prati elettorali del PD, ormai quasi esauriti, mentre questo partito rinuncia a riprendersi i voti dal M5S, ormai transitati alla Lega. Entrambi sperano in un riflusso della Lega, fuori dal governo, onde rinvigorire le proprie truppe ormai esauste. Insomma, il M5S corre in soccorso al PD e viceversa. Mutuo soccorso. E’ un gioco non insensato, ma pericoloso, a forte rischio sconfitta. La possibilità di successo è solo una, e cioè che il nuovo governo faccia molto bene, galvanizzi l’area progressista tradita, ridia fiato alle sogno grillino, dia agli italiani la speranza di aver trovato un nuovo equilibrio capace di creare equità e progresso. Se tutto questo non avverrà, è inevitabile il successo di Salvini, che ora rimane e sarà l’unico soggetto alternativo. Potenzialitù e rischi della nuova alleanza sono legati alla risposta a questi quesiti: riuscirà il M5S a rinverdire lo smalto critico e innovativo del vaffa…? E il PD ce la farà a cambiar pelle? Dalle mie parti si dice “esti traballosu“, per dire che ci vuole molto impegno e che è difficile assai.
2 commenti
1 Aladinpensiero
9 Settembre 2019 - 07:58
Anche su aladinpensiero online: http://www.aladinpensiero.it/?p=100195
2 Tonino Dessì
9 Settembre 2019 - 10:46
Caro Amsicora, due antipatie non fanno una simpatia nemmeno se coalizzate contro un’antipatia più forte.
A me la formazione di questo governo non ha fatto diventare più simpatico un PD antipopolare nè un M5S populista.
Quindi niente sconti, mettiamolo in chiaro fin d’ora.
Però neanche ipocrisie.
Al Paese in larghissima misura nemmeno la “sinistra-sinistra” risulta particolarmente simpatica e tuttora la parte progressista della società e dell’opinione pubblica resta senza rappresentanza politica.
Esiste e resiste a prescindere, ma ha rischiato, proprio a causa della pessima immagine della sua presunta rappresentanza politica, senza eccezione alcuna, di essere sopraffatta e questo rischio non è assolutamente scongiurato.
Occhio, eh.
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