Socialismo di Stato ai ricchi. Liberismo ai poveri

14 Aprile 2009
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Sergio Ravaioli

Un paradigma neocon che in Italia tarda a morire è quello per cui la tariffa dei servizi pubblici deve coprire tutti i costi. Corollario di questo teorema dovrebbe essere: le imposte servono a pagare i privilegi della “casta” e gli sprechi, i servizi pubblici si pagano a consumo.
Sorprende, pur in questo sorprendente paese, che tale teorizzazione sia portata avanti da neofiti liberisti che si autodefiniscono di sinistra. Esempio familiare: nella “sinistra” Firenze un mio nipote paga 700 euro al mese per portare il figlio in un asilo comunale! Essendosi sposato (…peggio per loro!) lui e la moglie portano a casa più di 2.000 Euro al mese e quindi per il Comune sono ricchi, allora è giusto che paghino 700 Euro di asilo (senza matrimonio la ragazza madre lo avrebbe avuto gratis), che vanno a sommarsi agli 800 di affitto ed ai non so quanti di benzina. Ecco i neoricchi nell’Italia del XXI secolo!
Non abbiamo bisogno di uscire dalla Sardegna per trovare esempi pertinenti. Molto si è già detto per le tariffe acqua di Abbanoa. E che dire della tariffa per i rifiuti solidi urbani, in molti Comuni pari a circa 10 volte quella che si paga in Germania (la quale importa munnezza da Napoli)?
Ma l’esempio più intrigante, perché complesso, viene dalla recente polemica sulla metropolitana di Cagliari, imputata di costar troppo e di non aver una base di utenza sufficiente a coprire i costi.
Premetto di aver conoscenza dell’argomento solo attraverso i giornali e preciso che conoscendo come persone di valore alcuni dei docenti che hanno contestato il progetto CTM credo (..spero) che i resoconti siano imprecisi.
Sul costare troppo non mi pronuncio: sarà certamente possibile studiare soluzioni meno costose, senza però fare il bis di Firenze (ancora lì) che ha speso 350 milioni e distrutto un’enormità di alberi http://www.salviamofirenze.it/dblog/default.asp per realizzare una moderna tranvia (di contro ai 600 milioni di Brescia per una moderna metropolitana: http://www.metro.bs.it/ ).
Sulla base di utenza però, che è una contestazione strutturale, registro una sottostante ideologia neocon del tipo prima stigmatizzato. Il punto debole della contestazione è la pretesa di far tornare i conti dell’investimento rispetto al bilancio costi – ricavi del progetto, e cioè sulla base di un’analisi finanziaria, anziché di un’analisi costi-benefici.
Chi volesse una prima informazione su quest’ultima può farlo facilmente grazie ad una bella voce di Wikipedia (bellissima in lingua inglese) cliccando qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/Analisi_costi-benefici
Riporto un passo che mi sembra significativo:
“… Vi sono molti benefici e costi che sono rilevanti per la collettività nel suo insieme, intesa anche in senso intergenerazionale, e che tuttavia il mercato non è in grado di registrare o non riesce a rilevare in modo fedele; e infine altri che, seppure rilevati, non vengono considerati importanti dai privati. È l’adozione del punto di vista della collettività nella valutazione dei progetti che vale a contraddistinguere l’analisi costi-benefici in senso stretto dall’analisi finanziaria, con cui condivide molte metodologie e l’approccio di fondo with-or-without della valutazione….”
Due ore al giorno perse in macchina varranno pure qualcosa, o no? E il carburante? E l’inquinamento? E la qualità della vita? Tutti costi privati che nella valutazione finanziaria costi – ricavi non compaiono.
La parte ancor più debole della contestazione è però quella sul dimensionamento della domanda di trasporto, calcolata sulla serie storica dell’utenza CTM, in assenza della struttura che si vorrebbe realizzare. Meno male che Ryanair non ha seguito questo criterio, altrimenti non avrebbe mai attivato i collegamenti dalla Sardegna per Pescara o per Verona (serie storica uguale a zero).
Giusta l’osservazione che un’area metropolitana ha bisogno di una rete di trasporti efficienti e non di una sola tratta. Ma, anche qui! vogliamo smetterla con il “benaltrismo” che ha portato l’Italia alla paralisi ed i partiti di sinistra all’estinzione. Ricordiamoci almeno del “compagno” Kennedy: mille miglia cominciano con un passo!
Serietà, please! E anche un po’ di competenze in più non guasterebbero.

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