A.P.
Alcuni compagni, che stimo molto, sono intervenuti, con brevi commenti, per manifestare dissenso sul mio punto di vista sulla condotta parlamentare di Gianni Marilotti in ordine al decreto sicurezza. Confesso che nei confronti di alcuni compagni coi quali ho intrecciato la mia attivita’ politico-culturale non riesco ad essere severo. Vedo nella loro vicenda, tormentata come la mia in questa disfatta della sinistra, una accettabile coerenza di fondo. Si tratta pur sempre di compagni, che costituiscono un prezioso presidio per la nostra maltrattata democrazia.
C’e’ poi un’altra grave preoccupazione che mi assila, l’individualismo, la tendenza al frazionamento, alla polverizzazione delle forze. Oggi, che affrontiamo un passaggio delicato della nostra vicenda nazionale, emerge con evidenza il male della nebulizzazione. In questo contesto il ragionamento di chi (Gianni, ad esempio) richiama il valore dello stare nel gruppo, anche se con difficolta’, mi sembra saggio, essenziale.
Si tratta di fronteggiare una destra aggressiva e in fase di ricompattamento. Salvini non dve passare, va battuto. In questo passaggio mi sembra fondamentale che il M5S mantenga la sua compattezza, che il Pd la ritrovi, insieme all’area esterna, che con Grasso mi pare abbia espresso un punto di vista importante in se’ e nell’avviare un nuovo rapporto fra le forze democratiche.
Di fronte a tutto questo credo che la polemica individuale, pur importante, sia secondaria.
1 commento
1 Aladinpensiero
13 Agosto 2019 - 10:56
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