Perché in Sardegna centrosinistra e centrodestra non si confrontano sui problemi?

11 Aprile 2009
1 Commento


Gianfranco Sabattini

Il Prof. Gianfranco Sabattini c’invia un intervento che propone una visione molto pragmatica dei rapporti tra gli schieramenti a livello regionale. Tale approccio, in una situazione assai diversa da quella attuale, è stato in passato produttivo di intese su grandi battaglie autonomistiche, non ultima quella sul Piano di Rinascita. Tuttavia, una convergenza sui grandi temi, come quella che negli anni ‘60 e ‘70 intercorse fra le maggiori forze di maggioranza e di opposizione DC e PCI, allora antagoniste, non ci pare oggi, allo stato, riproponibile. Alla base dell’intesa di allora c’era un comune sentire costituzionale ed autonomistico, oggi inesistente per le posizioni a dir poco a-costituzionali del PdL.
Essendo interessati alle opinioni fuori dal coro, pubblichiamo tuttavia ben volentieri il contributo del Prof. Sabattini, come sempre ricco di spunti per la riflessione ed il dibattito.

Esiste un atteggiamento critico col quale superare il confronto politico tra il Centro-Destra ed il Centro-Sinistra affrancato da ogni tentativo di reciproca delegittimazione e più orientato all’esercizio di una governabilità democratica? La cosa più ovvia parrebbe quella di considerare il Centro-Destra come “Partito conservatore” ed il Centro-Sinistra come “Partito riformista”; sennonché, anche questa contrapposizione tra conservatorismo e riformismo coglie solo in parte la realtà, in quanto sia il Centro-Destra che il Centro-Sinistra nascondono nel loro grembo due “anime”: il Centro-Destra un’”anima autoritaria e comunitarista” ed il Centro-Sinistra un’”anima costruttivista ed universalistica”. Le “anime-residue”, quella non-autoritaria e non-comunitarista presente nel Centro-Destra e quella non-costruttivista e non-universalistica presente nel Centro-Sinistra, tendono a considerare i problemi delle società civili al cui interno operano come esito della storia, per la cui soluzione non sono orientate a ricorrere a categorie logiche ed operative universali, ma a categorie logiche ed operative pragmatiche, adatte a risolvere i problemi espressi dai singoli contesti sociali attuali.
Ciò non significa, tuttavia, attitudine del Centro-Destra e del Centro-Sinistra a risolvere i problemi politici sulla base di categorie logiche ed operative informate a un relativismo valoriale improponibile; significa solo attitudine, per iniziativa delle “anime-residue”, a formulare risposte ai problemi, di volta in volta nascenti, adeguate ad evitare gli esiti destabilizzanti di uno spiccato nuovismo o di uno spiccato conservatorismo e delle soluzioni ideologiche ossificate da qualunque parte esse siano adottate. Ci si può solo augurare, perciò, che le due “anime-residue” del Centro-Destra e del Centro-Sinistra siano sempre sorrette da una spiccata propensione al gradualismo, aperto alle esigenze del cambiamento del sistema sociale in condizioni di certezza e di stabilità delle opportunità offerte ai componenti della società civile. Tutto ciò, quando sarà opportunamente riconosciuto ed accettato, potrà solo contribuire alla tanto auspicata normalizzazione politica del Paese.
Quanto sinora detto può essere di una qualche utilità per l’arricchimento del dibattito, ora in corso su questo “Blog”, dopo la vittoria in Sardegna del Centro-Destra. Le critiche portate da “Democraziaoggi” alla Giunta Soru ha sicuramente concorso alla sconfitta di un disegno autoritario, centrato sull’”Uomo solo al comando”. Oggi, a sconfitta avvenuta, che senso ha demonizzare il Centro-Destra uscito vittorioso dalla consultazione elettorale solo sulla base di pregiudizi ideologici? Che credibilità hanno coloro che nel centrosinistra, sino ad alcuni mesi addietro, hanno criticato a fondo gli interventi di quelli che rifiutavano l’autoritarismo e la illibertà dell’azione politica di Soru? Perché costoro non hanno indicato allora, all’interno del Centro-Sinistra regionale, un’alternativa a Soru? Oggi, tutti costoro, col senno di poi, intendono mettere in dubbio gli impegni assunti dalla nuova Giunta di Centro-Destra. Perché non mettere alla prova la nuova Giunta regionale? Perché non augurarsi e, se necessario, non operare al fine di rimuovere gli errori di Soru, favorendo in tal modo l’attuazione del programma elettorale che ha riscosso la fiducia degli elettori della Sardegna? Sarebbe questo un impegno auspicabile per tutti quelli che si augurano realmente un rilancio della crescita e dello sviluppo della società civile della Sardegna. Tale impegno, tra l’altro, servirebbe a “mettere nell’angolo” tutte quelle Cassandre che, pur di riconquistare presto le posizioni di potere elettorale perso, non esitano oggi a spargere nuove lacrime sulla presunta calamità che si sarebbe abbattuta sull’isola; lacrime, queste, che sono però prive di ogni utilità politica e portatrici solo di confusione sul piano culturale e su quello operativo.

1 commento

  • 1 Sergio Ravaioli
    11 Aprile 2009 - 09:25

    Caro Pubusa,
    tu personalmente hai pieno titolo per criticare le posizioni a-costituzionaliste del PDL, ma non in nome del centrosinistra. Del centrosinistra Sardo e Romano (sopratutto) che non ha avuto imbarazzo nel proporre ai Sardi come presidente la persona che, con la legge statutaria, ha abbattuto il pilastro centrale di tutte le costituzioni democratiche: l’ EQUILIBRIO DEI POTERI.
    Ed inoltre si fa un grande regalo al PDL se si riduce questa maggioranza al solo PDL. Non mi stancherò mai di ripetere che di fronte al 30% dei voti del PDL sta il 26% degli altri partiti. E che se Soru fosse stato meno arrogante ed autocrate (e se il PD fosse esistito) si sarebbe potuto alleare con PSI, UDC e PSd’Az, conquistando la maggioranza.
    Quindi il “NO TU NO, PERCHE’ NO !” nei confronti di questa maggioranza mi sembra la peggiore politica possibile. Dico peggiore per la Sardegna, non per il centrosinistra che a questo punto mi sembra per un verso un concetto astratto (quando interpretato da persone che ragionano), per altro un club di tifosi (rancorosi).

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