La tragedia di Tuvixeddu fra Antigone e Creonte

8 Aprile 2009
1 Commento


Antonello Gregorini

Prologo: la bella manifestazione di domenica

Cagliari e la Sardegna non vogliono perdere Tuvixeddu. Vogliono preservare il Colle, bene unico per la citta, per l’isola e per l’umanità. Lo dimostra il grande successo della Catena umana di domenica, organizzata da Lega ambiente ed altre associazioni politiche e culturali. Ecco il resoconto, giustamente molto soddisfatto, degli organizzatori.
Fin dalla mattina presto centinaia di persone hanno risposto all’appello delle associazioni ambientaliste Legambiente, Italia Nostra, Cagliari Social Forum, WWF e gli Studenti universitari di Cagliari, che nei giorni scorsi hanno invitano alla più grande partecipazione possibile i cittadini che hanno a cuore le sorti del Colle di Tuvixeddu, ed hanno affollato la sommità del colle di Tuvixeddu. Per molti si è trattato della scoperta di una grande terrazza panoramica sull’intera area cagliaritana.
Alle ore 10 si è formata  una lunga  catena umana dalla sommità del colle fino a Via Maglias ed oltre. Le persone hanno stretto tra le mani e srotolato un lunghissimo nastro bianco e rosso che vuole significare l’inizio simbolico dei lavori del cantiere del parco di Tuvixeddu.
Alla fine ci è voluto un nastro lungo un chilometro e le persone sono state più di  mille. Esiste una parte della città che non si arrende a un destino segnato dalla serie di ricorsi amministrativi per il colle e il sito archeologico racchiuso in esso, ed è convinta di dover ancora affermare un futuro di tutela per la più grande necropoli punico-romana del Mediterraneo basato sul riconoscimento dei suoi valori culturali e paesaggistici.
Si può dire che “La città ha realmente stretto  il colle in un grande abbraccio collettivo”. La manifestazione ha seguito un itinerario lungo il perimetro dell’area parco: Via Bainsizza, Via dei Punici, Via Is Maglias, Via Monte Grappa, Via Codroipo, Via Asiago, Via Montello, Via S. Donà, Via Monte Melaghetto, Viale S.Avendrace, Viale Trento,Via Vittorio Veneto.
La manifestazione ha avuto conclusione  in  Viale S. Avendrace  nei pressi della Grotta della Vipera dove sono intervenuti i rappresentanti delle associazioni promotrici: Vincenzo Tiana e Vittorio Cogliati Dezza (Legambiente), Luca Pinna (Wwf), Deplano (Italia Nostra). Giorgia Loi (studenti Universitari), Serafino Canepa ed Andrea Olla (Social forum) ed esponenti del mondo culturale.  E’ stato letto il messaggio di sostegno da parte di Giovanni Lilliu e sono intervenuti  Alfonso Stiglitz, l’ex assessore Maria Antonietta Mongiu, la docente Cristina Lavinio ed i consiglieri regionali Claudia Zuncheddu, Ben Amara,  Massimo Zedda, la consigliera provinciale Rita Corda, il cons. comunale Andrea Scanu e la parlamentare Amalia Schirru in rappresentanza dell’Osservatorio parlamentare per Tuvixeddu.
In conclusione tantissimi hanno invitato le associazioni a proseguire questa battaglia per far riconoscere un bene identitario della città e dell’intera Sardegna.  

Legambiente Sardegna- Italia Nostra Sardegna - Cagliari Social Forum - Studenti Universitari di Cagliari - WWF Sardegna         

Ecco sulla vicenda una riflessione  di Antonello Gregorini, seguita, a mo’ di epilogo, da una nostra chiosa  

Domenica si è svolta una manifestazione denominata “UNA CATENA UMANA PER TUVIXEDDU”: immagine forte di un popolo che distende i corpi a difesa dei propri diritti. Il diritto di proteggere i luoghi delle proprie radici.
La disputa sorta in questi anni attorno al sito potrebbe rammentare, per analogia, quella che in Antigone, Sofocle illustra come l’eterno dissidio tra legge etica e legge dello stato.
La “legge dello stato”, con sentenze delle varie corti, ha riconosciuto per più di dieci volte il diritto, del privato, di realizzare ciò che, il Comune, la Regione, lo Stato, gli hanno concesso con un accordo di programma.
Antigone, per analogia, le associazioni, ritengono che questo significherebbe andare in contrasto con il diritto naturale che é radicato nell’animo di ciascuno di noi. Lei, loro, non possono astenersi dal rivendicarlo.
Messa in questi termini non sarebbe difficile, almeno per i romantici e gli idealisti, sapere da parte stare: come davanti a un film, l’animo tende a schierarsi dalla parte del debole, così, qui, si é portati verso questa prospettiva.
Per chi ha seguito negli ultimi anni le vicende del sito, per lo scrivente, la realtà percepita appare invece differente e per comprenderne le ragioni occorre rammentare che:
- Il sito, oggetto dell’accordo di programma, é vasto circa 40 ettari. Di questi più della metà furono ceduti al pubblico per la realizzazione di un parco archeologico.
- Le costruzioni, originariamente consentite, furono più che dimezzate.
- In molteplici studi della sovraintendenza é provato che la parte restante di necropoli, quella salvatasi dalle attività di cava, é situata all’interno del parco.
- Le 431 tombe scoperte di recente, perlopiù realizzate su terra, sono appunto all’interno di quest’area.
- Il privato per più di dieci volte si é visto dare ragione da parte dei giudici.
- Nella precedente legislatura fu introdotto un vincolo esteso alle aree di Tuvumannu e Via Is Maglias esterne al continuum topografico e urbanistico.
Sempre per analogia, sembrerebbe che la nostra Antigone cagliaritana voglia non solo seppellire il proprio familiare secondo tradizione ma, pretende, che venga seppellito nel migliore e più grande dei siti a spese del re Creonte, della ricca Coimpresa e del Demos.
Su questa disputa, con punte di parossismo patologico, la città, il coro del Demos, ha irriso Antigone ma, nel corso della vicenda, é sembrata cambiare posizione e spostare le sue attenzioni su Creonte.
La tragedia procede mentre il pubblico in sala si preoccupa per l’aumentare del prezzo del biglietto, il cui costo, ormai é chiaro, sarà preteso all’uscita.
Un atto di liberalità; una sepoltura più modesta? Cosa porrà fine alla corsa del tassametro.
Le minoranze devono riconoscere che l’atto persuasivo di supporto all’applicazione della legge, insito nelle nostre democrazie, non può essere eterno. Disegnare Cualbu come il “brutto cementificatore” é un operazione che non paga e, in un contesto di città aperta, partecipata e discussa, non ha alcun senso: diventa anzi dannoso.

Epilogo

Gregorini in modo immaginifico riassume il contrasto fra ragioni dell’impresa e tutela di Tuvixeddu, evocando l’eterno dissidio fra legge etica e legge dello Stato della tragedia di Sofocle.
La composizione, a mio avviso, a questo punto (dopo le sentenze pro Coimpresa) non può che avvenire sulla base di una transazione nella quale Coimpresa cede i suoi diritti su Tuvixeddu in cambio di una contropartita. I compromessi, se diretti a fini di utilità generale, sono positivi e auspicabili. E’ invece irrealistico - qui ha ragione Gregorini - illudersi, a questo punto, di salvare la necropoli a spese esclusive di Coimpresa. Se n’era parlato anche nei mesi scorsi e l’allora presidente Soru dichiarò di aver aperto una trattativa con Coimpresa. Ma a noi risulta fosse una notizia ad uso dei giornali, ma non rispondente a verità.
Ed allora o si indica una soluzione praticabile (legge? Atto amministrativo legittimo?) d’altro genere oppure si dia il via ad una onesta trattativa per salvare il Colle punico.
Certo, in una società giusta e razionale il profitto non dovrebbe prevalere sui beni comuni. Lo dice anche l’art. 9 della Costituzione. Ma, questa non è una società giusta né razionale. E’ semplicemente una società capitalistica, incattivita dal neolibersimo, fondata essenzialmente sul profitto. La Costituzione poi (anche per le nostre indulgenze) è stata ridotta a carta straccia. Ed allora su Tuvixeddu si tratta non di aprire una discussione filosofica sulle sorti del mondo (semmai da mantenere aperta a fini generali), ma semplicemente di fare in modo che quando la società dell’avvenire sarà finalmente realizzata, il Colle abbia superato indenne (o quasi) gli anni bui che ci è dato di vivere. Facendo leva sui soli principi etici sarà difficile ormai spuntarla; vediamo se ci riusciamo sulla base del gelido calcolo dare/avere (a.p.).

1 commento

  • 1 enzo cugusi
    8 Aprile 2009 - 16:48

    Non capisco perchè quando si parla della vicenda Tuvixeddu non compaia mai il nome Impregilo. E’ lo stesso dell’ospedale dell’Aquila, della Alta velocità Bologna-Firenze(C’è una recente condanna per gravi reati ambientali), la Salerno-Reggio Calabria, Il ponte di Messina e tanto altri cantieri in tante città italiane compresa quella in cui vivo.I principali soci di Impregilo: Ligresti e Gavio. Vi allego la scheda su Tuvixeddu tratta dal sito del Gruppo Impregilo:

    “”RIQUALIFICAZIONE URBANA DEI COLLI DI SANT’AVENDRACE, CAGLIARI

    Ente Appaltante:
    INIZIATIVE COIMPRESA S.r.l.

    Periodo di costruzione:
    2004-2010

    Descrizione dei lavori:

    Impregilo Edilizia e Servizi S.p.A. detiene una partecipazione del 75,525% nella società “Nuova Iniziative Coimpresa S.r.l., la quale ha come oggetto lo sviluppo immobiliare delle aree interessate dal progetto di riqualificazione urbana ed ambientale dei colli di Sant’Avendrace, ubicati nella parte nord occidentale del Comune di Cagliari, in prossimità del centro cittadino.

    Il bacino urbanistico d’intervento ha una estensione complessiva di 490.000 m² circa, e include diverse destinazioni d’uso integrate in un unico contesto programmatico attuabile per Comparti:

    un Parco ed un Museo Archeologico tesi a valorizzare la necropoli punica;
    un Parco Urbano attrezzato che sarà a servizio dell’intera città di Cagliari;
    servizi pubblici e parcheggi;
    servizi generali e di interesse collettivo (Università);
    residenze.
    La volumetria totale prevista dall’Accordo di Programma è di 565.000 m³, compresa quella di competenza comunale e di altri. Di tale volumetria Nuova Iniziative Coimpresa S.r.l. detiene, secondo l’Accordo di Programma, il diritto edificatorio su un totale di 86.642 m² di aree fondiarie, per 272.000 m³ da destinare a:

    edilizia residenziale
    servizi connessi alla residenza
    servizi generali ad iniziativa privata (Università).
    La bonifica dei terreni è stata completata.

    Per quanto riguarda la progettazione sono stati approvati:

    i progetti di tutte le opere di urbanizzazione primaria;
    il progetto del Parco Urbano;
    il progetto del Parco Archeologico e del Museo, i cui lavori sono già stati appaltati dal Comune.
    Attualmente è in corso di definizione con l’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario il contratto relativo alla realizzazione di un primo stralcio di immobili da adibire a residenza per studenti, per 330 posti letto”".

    Leggo ancora a pagina 6 del Codice Etico del Gruppo Impregilo:

    “Onestà, correttezza,integrità,trasparenza,imparzialità.riservatezza,rispetto e salvaguardia dell’ambiente sono i valori che caratterizzano l’opera del Gruppo”

    Saluti Enzo Cugusi

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