Red
Ieri, domenica, organizzata dagli ambientalisti si è formata ”Una catena umana per Tuvixeddu”, una manifestazione per chiedere alle istituzioni di rinforzare i vincoli paesaggistici sull’area archeologica. Le organizzazioni sollecitano la revisione del progetto di edilizia residenziale in programma sul colle cagliaritano. La manifestazione è iniziata alle 10 sulla sommita’ del colle, prolungamento di via Bainsizza e si è conclusa in mattinata davanti alla Grotta della Vipera nel vico I Sant’Avendrace.
“La vicenda di Tuvixeddu e’ un caso nazionale di cattiva applicazione del codice paesaggistico”, ha affermato il presidente di Legambiente Sardegna, Vincenzo Tiana, organizzatore della manifestazione, assieme a Italia Nostra, Cagliari Social Forum, Wwf Sardegna e Studenti Universitari di Cagliari. “La finalita’”, hanno spiegato i promotori, “e’ promuovere la salvaguardia del colle di Tuvixeddu che ospita la necropoli punica piu’ vasta di tutta l’area mediterranea, dai piani edilizi che hanno gia’ avuto il via libera con l’Accordo di Programma sottoscritto nel 2000 fra Regione e Comune di Cagliari”.
Sulla vicenda Tuvixeddu, dopo la sentenza del Tar della scorsa settimana che ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’associazione Amici della Terra per difetto di legittimazione, pende ancora l’ultimo ricorso amministrativo di una lunga serie, quello presentato dalla societa’ costruttrice Coimpresa per ottenere la revoca dell’annullamento delle autorizzazioni paesaggistiche rilasciate dal comune di Cagliari (costituito in giudizio a sostegno di Coimpresa), disposto con decreto nel 2008 dalla Soprintendenza regionale. “Chiediamo al presidente della Regione di venire con noi a fare un sopralluogo all’interno della necropoli di Tuvixeddu”, ha detto Tiana che ha inviato una lettera a Ugo Cappellacci per sollecitare un incontro nel quale discutere il progetto.
“Vogliamo mostrargli nel dettaglio”, ha aggiunto il presidente di Legambiente Sardegna, “il vero, straordinario valore di tutta l’area”.
“Il colle di Tuvixeddu -Tuvumannu va tutelato nella sua interezza, non solo per piccole porzioni”, ha sottolineato Maria Paola Morittu, responsabile regionale per il patrimonio ambientale di Italia Nostra, che ha ricordato il numero di tombe puniche scoperte e censite per la prima volta negli ultimi dieci anni. “Sono stati 1.116 i ritrovamenti dal 1999 ad oggi”, ha affermato, “e di questi ben 431 tombe si trovano al di sotto di alcuni palazzi in viale Sant’Avendrace”.
Alla manifestazione hanno partecipato centinaia di cittadini, che interpretano però un sentimento diffuso. A questo punto, tuttavia, date ormai le sentenze non solo del Tar, ma anche del Consiglio di Stato che hanno annullato i provvedimenti della Giunta Soru, forse l’unica via d’uscita potrebbe essere quella di una trattativa con Coimpresa che metta sul tavolo una compensazione da altre parti. Si era parlato qualche mese fà di una permuta con immobili transitati alla Regione dal demanio militare. Fallite le altre vie, un approccio pragmatico per quanto non indolore pare l’unica via d’uscita. Certo è che la distruzione di Tuvixeddu è un delitto contro l’umanità e bbisogna tentarle tutte pur di scongiurarlo.
Salvare Tuvixeddu!
5 Aprile 2009
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