Anche Sassari alla destra. C’è qualcosa che non va nel centrosinistra?

1 Luglio 2019
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Andrea Pubusa

Non è come alla Regione o a Cagliari, è molto peggio. Col 56,22 % dei voti Nanni Campus stravince il ballottaggio ed è il nuovo sindaco di Sassari. Astensione alle stelle, vota solo il 41%.

Débacle del centrosiniistra anche a Sassari. Con la vittoria di Nanni Campus, le liste civiche che l’hanno sostenuto ottengono 21 seggi. Le opposizioni si fermano a 13 rappresentanti: 7 per Brianda, 3 a testa per centrodestra e 5 stelle.
Brianda non può neanche favoleggiare di riconteggi o simili fumisterie coma Zedda e Ghirra a Cagliari. «Ho appena chiamato Nanni Campus per complimentarmi per il risultato raggiunto, da oggi è il sindaco di Sassari, la mia città, per la quale spero che possa aprirsi una nuova stagione, ricca di progetti da realizzare». Così il magistrato, Mariano Brianda, candidato sindaco di Sassari del centrosinistra, il quale abbozza anche un’autocritica. «Non posso non rilevare che anche Sassari soccombe sotto un vento di destra, che investe tutta l’Italia». «Sono sicuro che il centrosinistra, che rappresenta ancora la democrazia autentica, a Sassari sia in una nuova fase e che stia cominciando un dibattito». Speriamo, noi non ce ne siamo accorti. «Credo che il Pd si debba rinnovare, tornare a stare tra la gente, con i concittadini - dice - le liste civiche, invece, dovrebbero strutturarsi». Facile a dirsi, ma difficile se non impossibile a farsi. Queste dichiarazioni routinarie muovono da un presupposto implicito, e cioé che il PD sia un partito di sinistra, casualmente sbandato sulla destra. Secondo questa credenza l’attacco al lavoro e ai diritti dei lavoratori, l’assalto alla Costituzione con in progetto neo conservatore che riassume lo spirito e le proposte della Mont Pelerin Society di Frederich Hayek e Milton Friedman, la immoralità e il malaffare generalizzati sono solo incidenti di percorso. Sbandate, facilmente correggibili a parole, senza tener conto che il PD ha un DNA incompatibile con la storia della sinistra, che nasce e si fonda sul mondo del lavoro e dei lavoratoti. Secondo Brianda, «è una fase che tutti coloro che credono nei valori del centrosinistra devono affrontare insieme». Ben detto. E quelli che stanno fuori? Quelli che delle parole, intrise di ipocrisia non sanno che farsene, che fanno? Continuano a considerarsi apolidi? Sì perché una grossa parte degli astenuti, lo sono per scelta consapevole, vittime della violenza invisibile del nichilismo del M5S nostrano e del “tradimento” del PD & C.
Basterebbe riflettere sul significato dell’astensione cosciente e politicamente motivata per capire tante cose. Intanto il fatto ch’essa rivela un furto di democrazia in danno di chi non trova nella proposta politica e nell’immoralità dominante alcun elemento di connessione con l’esercizio del diritto di voto. Apparentemente un’autoprivazione del voto, in realtà una limitazione imposta dalle leggi elettorali e dalla politica destrorsa dello stesso centrosinistra. Il gioco politico appare truccato. Sigle diverse, ma condotte e politiche simili.
Si è mai riflettuto sulla sofferenza individuale e sociale che l’impossibilità politica di votare crea? Si pensa che questo vero e proprio rancore razionale sia riassorbibile con quattro frasi di buoni propositi, smentite all’istante dai fatti?
Difficile vedere anche l’alternativa, dopo che il M5S ha allentato quella verve provocatoria che lo aveva caratterizzato negli anni scorsi. Qualcuno di loro perfino difende in giudizio la legge truffa regionale, anziché sostenere chi lotta per eliminarla! Anche i musi gialli nostrani tristemente e goffamente allineati e coperti a difesa dello scranno, anziché spiazzanti e irriverenti come il grande Beppe. Ma non c’è da disperarsi. Il centrosinistra tornerà a vincere. Ci sarà pur un momento in cui quelli di destra stufferanno l’elettorato. Allora sarà di nuovo il momento del centrosinistra. Una volta a te una volta a me. Questo è il duopolio della politica, signori! Non è un caso che il PD & C. gioiscano quando sono secondi. Basta attendere e tornerà il loro turno. Alternanza sul nulla. E intorno? Solo macerie, con l’astensione che aumenterà ancora. Poi ci si mettono anche i giudici a difendere queste leggi elettorali immonde, frutto di intese solo apparentemente innaturali, in realtà espressione di forze che compattamente mirano all’oligarchia, nella convinzione che la politica debba essere cosa di pochi. “Cosa nostra”, pensano.

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