Elezioni europee. Esito disastroso: Lega primo partito, crollo 5 stelle, al Pd le città

27 Maggio 2019
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Elezioni europee 2019: i risultati del voto in Italia in diretta
Red
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Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Nicola ZingarettiElezioni europee 2019: i risultati del voto in Italia in diretta

L’Italia butta malamente a destra. Salvini ha i numeri, in proiezioi interna, per diventare presidente del Conaiglio dei ministri. Questa la prima considerazione che emerge dai dati elettorali: sfondamento Lega, crollo M5S, ripresina del PD. Sono solo cinque i partiti che superano lo sbarramento del 4% dei voti per accedere al riparto dei seggi: Lega (32,67%), Pd (24,84%), Movimento 5 stelle (16,84%), Forza Italia (7,54%), Fratelli d’Italia (6,34%). Restano sotto lo sbarramento +Europa (3,39%), Verdi (2,53%), La Sinistra (2,03%). Cala anche l’affluenza, che si attesta al 55,97% degli aventi diritto contro il 58,6% del 2014.
La Lega di Salvini, dunque, è il primo partito in Italia nelle elezioni europee. E il Pd supera il Movimento 5 stelle. Seguono poi Forza Italia di Silvio Berlusconi e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. La destra unita, proiettando l’esito su scala interna, in caso di nuove elezioni vince a man bassa con Salvini presidente.
Un risultato da incubo, con un rapporto di forza tra Lega e M5S esattamente rovesciato rispetto alle politiche del 4 marzo scorso. Ma Salvini assicura: “Il lavoro del governo prosegue”.Il leader della Lega, aprendo una conferenza stampa intorno all’1 di notte, è tornato a baciare il rosario. “Non utilizzeremo questi consensi - ha quindi aggiunto - per regolamenti di conti interni. Il mio avversario era e resta la sinistra”.
L’entità del disastro si misura proprio nelle regioni un tempo rosse, che, salvo la Toscana, passano alla Lega.
Zingaretti ha perso anche nel Lazio, ma come al solito, è felice se supera il musi gialli. A fronte del disastro per la tenuta democratica del Paese, il segretario PD mostra appagamento: “Siamo molto soddisfatti per l’esito elettorale, la scelta della lista unitaria è stata vincente. Il bipolarismo è tornato a essere centrato sulla presenza del Pd”.  Nessun orizzonte  di contenimento e alternativa a Salvini e alle destre. Pensa sempre di vincere in solitaria: “Noi useremo la forza di questo risultato per costruire un piano per l’Italia, per costruire l’alternativa a Salvini e arrivare pronti al voto quando sarà. L’aggressione sovranista alle istituzioni europee è fallita. Nel Parlamento europeo c’è un’ampia e solida maggioranza per cambiare rilanciando il sogno europeo”.
In realtà, il risultato è frutto di molti fattori, primo fra tutti l’attacco concentrico all’unica forza estranea al vecchio gioco politico italiano, il M5S, con la sua battaglia per la moralizzazione della vita pubblica e il rilancio, per quanto insufficiente, dei temi sociali.
Ha ben ragione la destra di cantar vittoria. C’è un dato incontrovertibile: la Lega, con Forza Italia e i Fratelli d’Italia hanno un risultato che consente loro la costituszione di una maggioranza di centrodestra alternativa al governo giallo-verde.
Per di più le liste di sinistra non superano lo sbarramento. Si può ben dire che la sinistra italiana, in agonia da decenni, con queste elezioni è morta. Le cause sono tante, prima fra tutte l’abbandono della questione sociale. La sinistra è, se si radica nel mondo del lavoro e nei ceti popolari, se diviene autoreferenziale e si consuma nelle manovre interne, non è, e alla lunga perde. Si pagano poi i marchiani errori di analisi nel centrosinistra, che poi sono frutto di precise scelte politiche in senso conservatore. L’errore di annoverare il M5S fra le forze non coalizzabili toglie allo schieramento anti Salvini il respiro di una proposta di governo. Il PD è poi compatibile con la Lega più che coi pentastellati  su tante questioni importanti, dalla TAV all’etica pubblica. Comunque è sempre più evidente che la partita del governo prossimo venturo non la può giocare in solitaria il PD e neanche il M5S. La linea del divano di Renzi è la causa prima di questo disastro, come lo sarà la pretesa di Zingaretti di far da solo. I 5 stelle devono uscire dall’autoreferenzialità, che, come abbiamo visto anche nelle regionali sarde, li porta all’irrilevanza. La situazione è pesante, tuttavia, se non si correggono rapidamente analisi e progetti, nel centrosinistra e nel M5S al peggio non c’è limite.


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