Francesco Cocco visto da un “giovane”

8 Maggio 2019
2 Commenti


Roberto Mirasola a domanda di Andrea Pubusa risponde

(Francesco Cocco parla nel corso di un sit-in)


- Caro Roberto, l’altro giorno all’incontro in ricordo di Francesco Cocco, nella sala dell’Ersu, ho atteso il tuo intervento, ma invano. Non sei stato chiamato. Come mai?
R. Non so il perché. Devo dire che questa specie di censura è incomprensibile e  mi ha addolorato. Ero molto legato a Francesco.

- Ha sorpreso anche molti dei presenti, curiosi di sentire la testimoninanza di chi come te ha conosciuto Francesco, quando ormai era senza partito da una ventina d’anni.
R. Ho conosciuto Francesco negli ultimi anni della sua vita ed ho da subito apprezzato la grande generosità d’animo, la disponibilità incondizionata nel mettere a disposizione la sua grande conoscenza ed esperienza politica.

- Non appariva, ma era molto tormentato…
R. Soffriva nel vedere la Sinistra relegata ai margini e si faceva dunque carico di spronare ed esortare chi come me ha ricoperto ruoli nei mille partitini nati dalla diaspora del PCI.

 

- Sperava sempre in una ripresa…
R. Ripeteva spesso che avrebbe dedicato il suo tempo per una ricostruzione politica che doveva avere delle solide basi. Non è un caso che fu lui ad esortarmi nelle iniziative pubbliche fatte per denunciare lo scandalo dei vitalizi, diventati - come lui stesso diceva - dei privilegi, che mal si coniugavano con l’attività politica intesa come un disinteressato servizio.

 

- Sì, Francesco riteneva doverosa l’indennità di carica per consentire a tutti, anche ai meno abbienti, d’essere eletti, ma osteggiava le erogazioni non giustificate dalla funzione…
R. “Caro Roberto - mi diceva spesso - credo sia una battaglia di democrazia da combattere………”.
E ha mostrato coerenza anche in questo. Tutti noi abbiamo visto l’utilizzo che Francesco ha fatto del suo vitalizio con le sue disposizioni testamentarie a favore dell’ERSU per gli studenti meno abbienti.

- Il rigore e la modestia anche nel modo di vivere  sono stati un tratto fondamentale della sua personalità… Chissà quanto si sarebbe incavolato oggi in questo turbine di arresti e condanne “bipartisan” dalla Lombardia alla Calabria alla Sardegna?
R. Senza dimentizare l’Umbria. Proprio così. Dire che è stato un esempio di rettitudine morale è dir poco. Francesco ha solcato questa terra come un gigante ed è quanto mai difficile raccoglierne l’eredità.

 

- Certo non era aduso allo sgomitamento…
R. In tempi come questi dove si fa a gara a ricoprire incarichi pubblici, pur mancandone il più delle volte le competenze, lui si distingueva. Era ben lontano dalla brama di potere che guida molti dei nostri politici.

 

- Su questo punto era critico anche all’interno del PCI…
R. Diceva con rammarico che già ai suoi tempi il partito iniziava a non essere così attento come avrebbe dovuto nello scegliere la nuova classe dirigente e da questo iniziò il declino.

- Lui era di un’altra pasta…
R. Credo abbia pagato anche un prezzo. La sua rettitudine morale da tutti riconosciuta, probabilmente iniziava a diventare scomoda. I suoi forti principi morali gli consentivano però di continuare per la sua strada.

- Da assessore si distinse per la sua imparzialità. Trattava tutti allo stesso modo, e qualche compagno se ne lamentava.
R- Mi raccontò che quando il partito lo designò Assessore, lui ne ebbe timore e quando terminò il suo compito festeggiò con una birretta . Eppure ebbe un ruolo importante in una giunta ancora oggi ricordata come esempio.

- Fu promotore di molte iniziative legislative, al tempo molto avanzate. Ricordo la legge sull’archeologia industriale, al tempo avveniristica…Ma è sempre stato all’avanguardia…
R. Da vecchio comunista si schierò senza esitazione a difesa della Costituzione e avendo ben capito le intenzioni di Renzi diede il suo contributo nelle file del NO al referendum Costituzionale.

- Francesco era un “irregolare disciplinato”, in apparenza un ossimoro, in realtà una combinazione possibile a patto che si lavori in un contesto fortemente democratico. Ecco perché era rigido nella difesa della democrazia. Lo fece contro la revisione di Berlusconi, contro la legge statutaria di Soru, contro la schiforma di Renzi.
R. Sì era fermo e deciso e non si faceva certo prendere in castagna da certe spicciole argomentazioni, diceva:
“ Rivolgete la vostra attenzione ad alcuni sostenitori del SI, non vi sarà difficile individuare dei veri cacciatori di vantaggi e prebende di vario tipo. Questo è l’humus sul quale nascono le basilari condizioni di tutti i regimi autoritari. Quando si instaura un clima che tende a mischiare il ricatto con vantaggi clientelari si ha il corrompimento delle coscienze che genera regimi dai quali poi per liberarsi occorrono tempi biblici e grandi sacrifici”.

- Sì, questo era Francesco…
R. Per me è venuto a mancare un punto di riferimento importante, e credo che lui vivesse le nostre chiacchierate come una sorta di dovere nei confronti delle nuove generazioni. Una volta scomparsi i partiti era compito di persone come lui coltivare la formazione politica.

- Questa è stata la sua missione negli ultimi vent’anni, dalla distruzione del PCI.
R. Non tutti sono disposti a fare questo, non tutti si mettono a disposizione. Lui seguiva attentamente la politica, ma aveva deciso di rimanere dietro le quinte ed aiutare chi stava invece in campo, questo era il ruolo che aveva deciso di ritagliarsi. Una ulteriore lezione di umiltà per tutti noi, se pensiamo che Francesco era una uomo di grande cultura che ha giganteggiato di fronte ai tanti che suppongono invece di sapere. Ed é per questo che non smetterò mai di ringraziarlo.

- Era poi un fine intellettuale, anche se non lo ostentava…
R. Il suo sapere garbato fu da stimolo per la mia conoscenza della storia della Sardegna, dove lui era un Maestro. Non è un caso che da poco un ex assessore della giunta Soru, ricorda che nel dibattito consiliare del 1993 che istituì Sa Die de Sa Sardigna fu l’unico a cogliere gli elementi contraddittori della Sarda Rivoluzione che invece sfuggivano ai tanti relatori impegnati in interventi meramente patriottici. Elementi contraddittori che se adeguatamente analizzati aiuterebbero a meglio comprendere il presente.

- Partendo dalle sue sollecitazioni, ho scritto un libro su Palabanda con l’editore Arkadia, che sarà in libreria entro il mese. L’ho dedicato a lui…
- R. Con Francesco è andato via un pezzo della nostra memoria storica e purtroppo non vedo all’orizzonte persone che ne possano cogliere il testimone.

- Parole sante, ma intanto molti di noi abbiamo raccolto il testimone per passarlo ad altri disposti a continuare la battaglia…
R. Non a caso stiamo creando una “Scuola di cultura politica Francesco Cocco“, e andremo avanti con decisione, come sarebbe piaciuto a lui. Ciao Francesco.

2 commenti

  • 1 Aladin
    8 Maggio 2019 - 08:06

    Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=96587

  • 2 annamaria
    8 Maggio 2019 - 20:27

    Condivido il dispiacere di Roberto per il suo mancato intervento che io avevo richiesto proprio perchè immaginavo cosa avrebbe potuto dire lui di trent’anni piu’ giovane di Francesco. Il pezzo che doveva leggere è molto bello e lo ringrazio molto

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