Gianna Lai - Presidente dell’ANPI di Cagliari
Appuntamenti
Oggi, Corteo con inizio alle ore 9,30: dalla parte alta via Alghero a Piazza del Carmine
Domani, dibattito ore 17,30 Hostel Marina - Scalette S. Sepolcro -”Fascismi di ieri e di oggi”, con Vincenzo Calò dell’ANPI Nazionale
Buon 25 aprile. Quanto è bella.
C’è una data significativa nella storia dell’Italia contemporanea, che riassume le vicende della sua crescita democratica dalla Resistenza alla Repubblica, il 25 aprile rinnova ogni anno la festa dell’antifascismo di questo nostro tempo presente, il valore dei movimenti popolari sorti in quella temperie e ancora oggi vivi, in difesa della Carta costituzionale e della sua attuazione. Contro tutti i fascismi, cortei e manifestazioni all’insegna dello spirito unitario, dei valori dell’unità, che hanno permesso allora, a un Paese diviso dal fascismo e martoriato dalla guerra, di ritrovare in sé, e nell’autorevolezza dei partiti risorti, la forza della ribellione, esempio per tutti i popoli europei oppressi dall’invasione degli eserciti nazisti. L’antifascismo è il frutto di una cultura profonda e radicata nella tradizione italiana, esperienza decisiva, anche in questa Festa della Liberazione 2019, per promuovere il dibattito, approfondire conoscenze e trasmettere memoria e principi universali di solidarietà, uguaglianza, giustizia sociale. Che preparano a una partecipazione unitaria in quanto libera, non condizionata da influenze partitiche in perenne campagna elettorale, come l’antifascismo fosse oggetto da utilizzare strumentalmente nei contrasti tra i vari schieramenti. Così cerca di fare l’ANPI, intanto con la sua presenza nel Comitato 25 aprile, in preparazione della Festa della Liberazione, giovedi ore 9,30, concentramento in via Alghero, e poi con le sue iniziative, prima e dopo. Tra le altre, ‘Fascismi vecchi e nuovi’, con Vincenzo Calò, dell’ANPI nazionale, la Mostra ANPI ‘Donne della Resistenza. Madri della Costituzione’, nelle scuole della città, ‘Storia e Memoria’, presso L’Istituto Tecnico Scano, con viaggio finale nei luoghi delle stragi nazifasciste. E inaugurazione della Mostra ‘Gli schiavi di Hitler, a cura di Terra promessa, e ‘Un Gramsci mai visto’, col prof. Angelo d’Orsi, e gli spettacoli di Rita Atzeni, e il Teatro dei burattini di Rahul Bernardelli, per parlare di Resistenza ai bambini delle scuole. Sul Lavoro, infine, con la CGIL di Cagliari e con Carlo Smuraglia, presidente emerito dell’ANPI. In prosecuzione della battaglia che l’ANPI combatte ‘Contro tutti i fascismi’, la sua denuncia per la presenza di sigle e di organizzazioni neofasciste o neonaziste nella realtà sociale e nel web, la diffusione di violenza, discriminazione e razzismo, di cui esse sono responsabili in Italia, a ottant’anni dalla vergogna delle leggi razziali. Si tratta di un vero e proprio Appello perchè lo Stato manifesti la sua piena natura antifascista e si impegni con fermezza nell’attuazione della nostra Carta, compreso la XII Disposizione che vieta la riorganizzazione del partito fascista. A tal fine l’intervento dell’ANPI di Cagliari presso il Comune della nostra città, perchè si dia subito esecuzione alla delibera ‘Cagliari città antifascista’, votata nel febbraio 2018, così come in tanti altri centri d’Italia.Sono i modi della vigilanza democratica, perché, come denuncia il professor Angelo d’Orsi, in realtà il fascismo è una presenza costante nella storia dell’Italia, non ce ne siamo mai liberati. In forme le più diverse, oggi di nuovo nella sua forma più trucida dell’aggressione violenta e impari, secondo le squadre d’azione delle origini, come a Ostia e a Torre Maura. Governi e istituzioni sottovalutano, si minimizza, non c’è più il comunismo non c’e’ più il fascismo, quindi inutile l’antifascismo, diceva lo stesso De Felice negli anni ottanta, come denuncia ancora il prof. d’Orsi. E, quindi, fine dell’antifascismo, oggi non serve più neanche l’ANPI, aggiunge qualcun’ altro. Ma in realtà la galassia neofascista, censita dal sito ANPI Patria Indipendente, registra la presenza, quanto mi inquietante, di oltre 3 mila pagine fb della nostalgia del ventennio e della propaganda xenofoba. E se la scomparsa dei partiti aggrava ancora il riemergere continuo del fascismo, il Pci in particolare ne fu baluardo democratico contro, dobbiamo denunciare il ruolo sociale di Casa Pound nelle periferie, simile al vecchio fascismo che si presentò inizialmente fautore della battaglia per la terra ai contadini.Contro ogni forma di negazionismo, vincere sul piano delle idee, della conoscenza storica, della lotta per il lavoro e per la pace. E per la costruzione di una memoria collettiva che, lungi dall’essere semplicistica memoria condivisa, nello scontro tra fascismo e antifascismo non si può dare origine ad alcuna forma di condivisione, restituisca ai partigiani, costruttori di democrazia e di pace, la giusta collocazione storica. A questo serve il 25 aprile.Con i fazzoletti dei partigiani e il Coro dell’ANPI che canta Bella ciao.
2 commenti
1 Aladin
25 Aprile 2019 - 08:44
Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=96031
2 Endro Pulido
26 Aprile 2019 - 22:50
Gentile Andrea Pubusa, il commento che segue e’ un pensiero di Diego Fusaro che, per una volta, condivido e che mi permetto di copincollare, sperando di non violare alcun copyright:
“La Resistenza dovrebbe avere anzitutto una funzione pedagogica: educare le nuove generazioni, affinché gli errori del passato non si ripetano. Ma è inutile ricordare la Resistenza se poi non v’è una resistenza oggi contro i nuovi invasori. E i nuovi invasori sono i tedeschi della Troika e gli americani che occupano il territorio con le basi americane. Ha senso ricordare la Resistenza unicamente se serve a risvegliare le pratiche di una nuova Resistenza.
Perché nessuno resiste di fronte alla basi americane sul nostro territorio? Perché nessuno resiste dinanzi alla distruzione barbara dell’Italia e della Costituzione operata dai Trattati europei? Perché nessuno ha il coraggio di dire che, quando ci fu la Resistenza, finì fortunatamente un’occupazione, ma ne iniziò subito un’altra, quella americana con le più di 100 basi oggi occupanti il nostro territorio nazionale? Perché coloro che oggi celebrano la Resistenza passata sono gli stessi che santificano l’occupazione americana, l’Unione Europea e, dunque, le nuove forme di servitù contro le quali invece sarebbe necessario resistere? “.
Grazie dell’ospitalita’.
Risposta
Quanto si dice nel commento in relazione alla Resistena attuale non è del tutto corretto o lo è solo in parte. In realtà, esiste nel paese e in Sardegna un vasto movimento di critica alle basi militari, alla produzione di armi (sul caso RWM abbiamo presentato anche un ricorso al Tar con udienza fissata per il 16 giugno), la Costituzione l’abbiamo difesa vittoriosamente il 4 dicembre 2016 e oggi ci battiamo per la sua attuazione; critichiamo con chiarezza la politica europea in materia economica e non solo. Anche questo blog testimonia questo impegno. Certo, si può e si deve fare di più, ma su quei temi c’è un movimento democratico in campo che non intende fermarsi. (A.P.)
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