Andrea Pubusa
Per fortuna c’è stata la mobilitazione di ieri in molte piazze italiane. A Cagliari eravamo in tanti in allegria con bandiere striscioni e canti. Un corteo e una piazza allegri, gioiosi come si è in un giorno di festa. Mentre dal palco il coro dell’ANPI e la Banda degli sbandati intonano i canti della Resistenza coinvolgendo la piazza, nel banchetto dell’ANPI c’è una fila per fare la tessera. In poco tempo finiti i fazzoletti tricolore, i volantini… e le tessere! La sensazione è che i democratici non vogliano minimizzare la minaccia di questa destra orribile e sfrontata, noi tutti non intendiamo abbassare la guardia nei confronti degli attacchi da molte parti alla nostra democrazia già colpita e lesa. Non ci ha convinti il fu ministro Marco Minniti nel dichiarare il fascismo “morto e sepolto”, così come non aderiamo alla metafora del derby dell’attuale titolare del Viminale. C’è un umore incivile, nero che si diffonde in Italia e in Europa. E proprio per questo dobbiamo mobilitarci perché ogni persona in più in piazza rafforza l’argine e ci rende più ottimisti.
Per noi del Costat e dell’ANPI la manifestazione non è un rito con cadenza annuale come le processioni religiose. Si inserisce in un impegno continuo di difesa attiva della Costituzione con iniziative sul lavoro, contro la legge elettorale sarda e per la difesa dei diritti fondamentali. Proprio nei giorni scorsi abbiamo presentato al Tar il ricorso contro la legge elettorale regionale con l’obiettivo di portarla al vaglio della Corte costituzionale. Ma non si tratta qui di rivendicare primogeniture. Non siamo però disponibili a usare l’antifascismo come arma da giocare nella battaglia elettorale per contendere qualche decimo di punto. La battaglia antifascista deve raccogliere e accogliere tutte le forze democratiche, a partire da quelle che hanno difeso la Costituzione al referendum del 4 dicembre 2016, senza creare artificiosi steccati.
Dobbiamo avere perfetta consapevolezza che in questi anni abbiamo vinto la battaglia per la difesa della Costituzione formale, ma, giorno per giorno, accresce la divaricazione con quella materiale. Nella realtà il carattere democratico dell’ordinamento subisce riduzioni sotto la spinta di leggi elettorali antipopolari, il lavoro è svilito, la disuguaglianza raggiunge soglie, fino a poco tempo fa, impensabili, i diritti e le prestazioni pubbliche fondamentali (sanità, istruzione) vengono drasticamente ridimensionati. Ecco, per riavvicinare la realtà alla nostra Costituzione ci vuole un impegno continuo, ci vuole un 25 aprile per ogni giorno dell’anno. E questo noi vogliamo fare anche costruendo una “Scuola di cultura politica “Francesco Cocco“, che è appunto anzitutto scuola di libertà nel nome di Francesco Cocco, un cittadino integerrimo, un democratico, un comunista italiano. Questo per noi è un impegno permanente per il quale - come CoStat - stiamo perfezionando l’acquisto della sede in via Marche n. 9 e apprestando Comitato scientifico e programmi per partire con l’attività formativa in autunno. Un modo alto culturalmente, rigoroso, al di fuori della propaganda, per far vivere il 25 aprile tutto l’anno. Ci serve il vostro contributo anche finanziario. La Scuola sarà uno strumento potente e continuo di pensiero libero, la nostra sede sarà uno spazio per le associazioni democratiche cagliaritane.
1 commento
1 Aladin
26 Aprile 2019 - 08:25
Anche su Aladinews: http://www.aladinpensiero.it/?p=96103
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