Manuela Scroccu
Manuela Scroccu ci segnala “il film della settimana”, ROZEN RIVER, di Courtney Hunt, 2008. Siccome non siamo condannati a parlare solo di politica e siccome la sinistra è sempre stata appassionatamente cinefila, quando ne avete voglia segnalateci i film (ma anche libri o spettacoli) che vi emozionano
Ray è una donna non più giovanissima, abbandonata dal marito una settimana prima di Natale con due figli da crescere e una casa che cade a pezzi. Lila è una giovane donna nativa americana che, dopo la morte del marito, vive emarginata dalla sua comunità, i Mohawk, nella speranza di ricongiungersi al figlioletto di un anno, affidato alla suocera.
“The american dream” di Ray è una casa prefabbricata con tre stanze, una cucina, un bagno con la vasca idromassaggio e la moquette dappertutto. E’ una casa con i tubi che non si ghiacciano mai perché è perfettamente isolata, e l’isolamento, se vivi nello stato di New York al confine con il Canada dove d’inverno si scende sotto i 20 gradi, è importante. Ma il sogno americano, anche se costa solo $ 4.500, è difficile da perseguire se tuo marito fugge con i risparmi di una vita per giocarli al casinò e se ai tuoi figli per colazione puoi dare solo popcorn e aranciata.
Ray si mette alla ricerca del suo compagno ed è così che incontra Lila. Le due donne, spinte dal bisogno e dalla loro disperata solitudine, trasformeranno la loro iniziale ostilità in un improbabile sodalizio che potrebbe permettere a entrambe di raggiungere il loro sogno: la casa per Ray, il figlio per Lila.
Ma il dio degli emarginati, il creatore invocato da Lila in una delle scene più intense del film, percorre strade tutte sue, lontane dal buonsenso e dalla ragione. Ed ecco che l’occasione di riscatto, per se stesse e i propri figli, arriva da un’attività assolutamente ripugnante: trasportare clandestini dentro il bagagliaio dell’automobile di Ray, lungo il fiume ghiacciato (il “frozen river” del titolo). Seicento dollari a “pezzo”, due clandestini per volta. In un mondo senza regole, alle estreme periferie della globalizzazione, cosa rimane di due donne sole ed emarginate? Non più la ragione ma l’istinto, quell’istinto materno così potente, quasi animale, che domina tutta la pellicola.
Esordio cinematografico interessante, osannato al Sundance e candidato a due premi oscar, dal 13 marzo nei cinema italiani. Assolutamente da vedere (se le grosse produzioni lasceranno qualche spazio nella programmazione cagliaritana) o comunque da recuperare nelle rassegne estive.
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