Un risultato storico per Zedda & C. Nel rosso Sulcis Iglesiente neanche un seggio!

28 Marzo 2019
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Gianna Lai

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Per esempio, partiamo dal  Sulcis-Iglesiente, dove oggi il Pd perde completamente la rappresentanza, non eleggendo suoi candidati in questo nuovo Consiglio Regionale.  E la città di Carbonia, la città rossa dove, tranne una breve parentesi di Centro Sinistra negli anni sessanta, ha sempre governato il Partito comunista, dal 1945 e fino a che si è mantenuto il simbolo PCI.  Senza soluzione di continuità, il PCI, il Pds, i DS, il Pd, fino alle comunali del 2016, quando  il Movimento Cinque stelle conquista l’amministrazione, irrompendo in un  territorio ormai fortemente destabilizzato se, già alle Regionali del 2009, Cappellacci vince sul Centro Sinistra seppure per pochi voti, e già nel  2014, alle Europee, i Cinquestelle sono a quota 33%, contro un Pd, che si mantiene ancora  al 37,9 e Forza  Italia al 14,2%. Fino alle Politiche del  2018,  unica candidata Pd eletta nel Sulcis-iglesiente, Romina Mura. Che del territorio proprio non è, anzi è prima cittadina di Sadali, secondo l’esito mostruoso della divisione provinciale  ‘made in’ Centro-Sinistra: al centro non le esigenze delle persone, ma dei Collegi elettorali ormai storici, così strutturati nelle mani dei vari capi riconosciuti, di Centro Destra o Centro Sinistra che siano.
Alle Politiche del 2018 la mattanza dei parlamentari Pd in Sardegna,  16 gli eletti Cinquestelle e oggi,  nel Sulcis Iglesiente, il Pd non elegge alcun candidato, nessun eletto Pd in Consiglio regionale che  provenga da Carbonia o Iglesias. Evidentemente, se i Cinquestelle sono in calo, gli elettori votano Centro Destra, piuttosto che  tornare al Centro Sinistra, nè l’esito sembra turbare minimamente i dirigenti del Pd, anzi, purchè i Cinquestelle perdano, non vale la pena azzardare neppure  analisi del voto.
Bel lavoretto in tutti questi anni gli uomini politici del luogo, quelli che, a tutt’oggi, sempre gli stessi, mantengono ancora le posizioni in termini di controllo del territorio! Il Pd ci mette nelle mani di Salvini, tanto le intese tra loro, Centro Destra e Centro Sinistra, possono ancora continuare a prescindere dall’esito elettorale.
Partiamo, per esempio, dal Pd e dai suoi alleati nel  Sulcis-Iglesiente. Avendo abbracciato il liberismo e  abbandonato definitivamente la questione sociale, il lavoro e l’impegno verso i più deboli e contro la corruzione, sarà difficile per il Pd vincere le elezioni nel senso di tornare a governare. Cosa ha a che fare la distruzione messa in atto da Renzi, Jobs act, Buona scuola e manomissione della Carta costituzionale, con i gravi problemi del Sulcis-Iglesiente, il territorio definito tra i più poveri d’Italia, dove si contano 12 mila emigrati l’anno, molti dei quali diplomati e laureati? Dove il  degrado sociale, fortemente segnato dalla droga, corrisponde direttamente al degrado ambientale segnato per sempre dall’inquinamento dell’industria che chiude?  Un territorio tra quelli che di più riceve, grazie agli imponenti trasferimenti dello Stato, per produrre solo  assistenza, indennizzi, cassa integrazione, e alimentare corruzione e concentrazione di potere nelle mani di pochi. Mentre, ai poveri, nient’altro che l’aiuto peloso della Caritas,  cui vengono direttamente appaltati, grazie allo stanziamento di cospicue somme di danaro pubblico,  tutti i poveri della Sardegna, almeno fino al Reddito di cittadinanza
Sarà difficile per il Centrosinistra vincere le elezioni nel Sulcis-Iglesiente,  fino a quando ci saranno i Cinquestelle, coi quali avrebbe dovuto allearsi per battere le destre, e che invece continua a combattere  sul Reddito di cittadinanza, Quota cento, Legge anticorruzione,  stop alla Bolkstein, ecc. Provvedimenti necessari e urgenti, in direzione, se si lavora bene, della solidarietà, secondo Costituzione. E per capirlo basta vedere chi vi si oppone. Non vincerà più le elezioni il Centrosinistra, fino a quando resterà in vigore la  bella legge elettorale, scritta e votata insieme da Centro-sinistra e Centro-destra sardi per arginare i Cinque Stelle, un boomerang contro lo stesso Pd.  Dai segnali dell’astensionismo più alto che, dice,  dovrebbe favorire i signori delle preferenze, si comincia così a diradare e poi a perdere direttamente la rappresentanza di Centro Sinistra, mentre le truppe e  i gruppi organizzati dentro gli schieramenti,  forti dei loro preziosi pacchetti di voti, divengono sempre più avidi e competitivi,  esclusivamente in funzione di chi vince e di chi perde. Tanto la politica, per loro, si è già persa.  .

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