Caro Maninchedda…

3 Marzo 2019
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Andrea Pubusa

Caro Paolo,

annunci le dimissioni dal vertice del PDS con una nobile lettera in cui ti assumi interamente le resposabilità dell’insuccesso. So che ti sei adombrato per le critiche che ho mosso al tuo operato politico, ma anche nelle osservazioni più severe non ho mai mancato di mettere in evidenza la tua fibra di combattente. Purtroppo, anche persone libere come te, immesse nell’agone politico, perdono la consapevolezza  che la critica, quando è disinteressata, è segno di attenzione e di amicizia e non di malanimo.
Se mediti su quanto ti ho detto, forse troverai qualche spunto per una riflessione autocritica. Ma non è di questo che voglio parlarti. Voglio dirti che nella tua lettera c’è un’indicazione di prospettiva importante: la volontà di dar luogo ad un processo di unificazione delle forze indipendentiste, costituente di un nuovo soggetto politico. Tu sai che io non sarò della partita per ragioni politiche (sono un vecchio e non pentito comunistra libertario, aderente ai valori del Movimento operaio nella sua declinazione italiana), tuttavia ritengo che la tua battaglia per maggiori poteri ai sardi sia, fino a un certo punto, anche la mia, perché è una battaglia di libertà. Proprio per questo, nella tua visione pacifica e processuale dell’indipendenza, c’è un ampio lasso temporale per una lotta comune di tutti i sinceri democratici.
Ora questo progetto ha necessità delle energie migliori e, per questo, t’invito a rimanere al tuo posto di combattimento. La sconfitta deve rafforzare la tua volontà, non scoraggiarla.
Se posso permettermi ti darei due indicazioni. La prima è che bisogna mettere in campo una ferma battaglia contro la legge truffa sarda, che è volta all’assorbimento, pena l’esclusione, delle forze non allineate al duopolio cdx-csx. Voi del PDS, in fondo, siete vittime di questo meccanismo infernale, che, con il pretesto del voto utile per battere Salvini, ha privato molti sardi della libertà di voto. Preannuncio, a questo proposito, che come CoStat stiamo lavorando per presentare un ricorso aperto a tutti (anche a voi), onde sollevare la questione di legittimità costituzionale sulla legge. Secondariamente, ti esorto, nelle iniziative di unificazione dell’area indipendentista, a uscire dal fortino e a invitare (come osservatori o compagni di viaggio) le personalità sinceramente democratiche del mondo culturale e politico sardo, che possono, pur rimanendo esterne, dare un prezioso contributo. Battere il settarismo, che aleggia anche dalle vostre parti, è indice di una buona ripartenza.
Un cordiale saluto

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